mercoledì 5 giugno 2013

Quanto siamo manipolabili!

E una vita che lo penso... e quando lo dico c'è ancora qualcuno che mi guarda come se fossi una deficiente...  Sì, probabilmente tutta in quadro non sono... ma vedo che a pensarla così non sono la sola! Infatti, “ecco 10 modi per capire tutte le menzogne che ci dicono” di Noam Chomsky.



Noam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà.

La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.

1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Bruno Vespa é un maestro).

2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.

3) La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4) La strategia del differimento. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.

5) Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.

6) Puntare sull'aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.

7) Mantenere il pubblico nell'ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.

8) Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati é molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.

9) L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all'individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si auto flagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, choosy”, bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.

10) I media puntano a conoscere gli individui (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso.

Si tratta di un decalogo molto utile. Io suggerirei di tenerlo bene a mente, soprattutto in periodi difficili come questi.

Esatto aggiungo io... non dimentichiamocelo mai!!!

12 commenti:

  1. Conosco molto bene questo decalogo; bisogna aprire la mente per cambiare il mondo.
    Salutoni a presto.

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    1. Non avevo dubbi che tu fossi a conoscenza di questo decalogo... non sei certo un Dormiente! ;-)
      Ciao Cavaliere!!
      :-)

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  2. ciao Sara, molto interessante questo decalogo, ho sempre pensato anch'io che ci usino per i loro scopi, creandoci problemi fasulli o nascondendo le cose importanti, ci studiano per approfittarne, non e' una bella cosa, e' un po' come passar per scemi, ci dovrebbe essere piu' rispetto, ma alcune cose sono cosi' radicate che riuscire a cambiarle sarebbe un miracolo, dovremmo farci furbi tutti, ciao grazie buona giornata rosa a presto.))

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    1. Brava, creandoci problemi fasulli E nascondendo cose importanti... Siamo in mani loro e ci manipolano testa e vita! Pensando che basterebbe spegnere quella maledetta scatole luminosa che ipnotizza la maggior parte dell'umanità!
      Buone cose a te Rosa!!
      Un abbraccio!
      :-)

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  3. Bellissimo post, e grande Chomsky!
    Comunque, un grande passo è fregarsene, e un altro grande passo è spegnere la tv o usarla per quel che è: un elettrodomestico, come la lavatrice.

    Moz-

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    1. Vero Moz, un elettrodomestico non un incantatore... ma quanti la pensano come te??
      Grazie e a presto!!
      :-)

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  4. Credo che ormai molt siano a conoscenza del problema, questo però mi porta a chiedermi, quale la soluzione?
    e quì sinceramente non ho la risposta. Da pare mia l'unica cosa che faccio orami da un paio di anni è non informarmi (si...si... sons cemo lo so), non leggo più quotidiani e non guardo telegiornali, se mi arriva all'orecchio una notizia (certe volte faccio figure di me... perchè sembra che abito su un'altro pianeta) inizio a cercare notizie in giro per i cavoli miei.
    Però anche l'autoinformazione ha i suoi difetti, uno su tutti il sapersela fare. Per verificare ed approfondire una notizia (dico una boiata.... "sono cento anni che non fa così freddo") ci vuole tempo e di fondo è proprio il tempo a NOSTRA disposizione che ci tolgono.

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    1. No, non sei scemo.. anche perchè anche io sono come te! ;-) Io la guardo solo per guardare i mie telefilm preferiti... i telegiornali solo quando Tomo è a casa mi tocca sorbirmeli, ma li guardo sempre con distacco e molti dubbi!

      Per il tempo a disposizione anche qua, come dici tu, è una questione di priorità.. spiego:
      Un giorno un amico mi fa delle domande sulla vita e sulla spiritualità, io non avendo tutte le domande gli consiglio di vedere un film che può vedere si YouTube.
      -Quanto dura sto film?-
      -Poco più di un ora e mezza...-
      -Azz.. è tanto tempo...-
      -......-
      -Non c'è qualcosa di più corto?-
      -......-
      -No sai... non ho tempo, sta sera c'è il reality..-
      -.... e tu guarda il reality...-
      Le sue priorità son diverse delle mie e non è detto che le mie siano più importanti.. ma nel suo caso la scusa del tempo alla fine non regge più!

      Poi le notizie bomba come da te citate , anche qua hai ragione... è vero che son cento anni.. ma cent'anni fa è successo.. e succederà ancora! Cosa non fanno per farci stare in apprensione!!


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  5. Caro Sara, quello che dice il Cavaliere, è giusto! bisognerebbe cambiare il mondo,
    ma fino che lo hanno in mano e no permettono di fare nulla per cambiare.
    È e resterà solo un sogno cara amica.
    Tomaso

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    1. Vero, non ci permettono perchè siamo noi che glielo permettiamo... spegnessimo tutto e gli dessimo meno retta... Abbiamo questa arma a nostra disposizione ma non la usiamo. No, non possono lasciarmi solo un sogno.. io ci voglio ancora credere! ;-)

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  6. Interessante Post, condivido il pensiero di Boh, non sento la tv, anche se a casa mia è accesa su sky per info dal mondo, mi distacco, penso di non vivere in questo paese/mondo..lo so, sembra idiota, ma la realtà la affronto cmq.
    Un saluto da Torino, ti ho trovata andando in giro sui blog. Ciao.

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    1. Ciao Riri... noi ci "conosciamo".. io sono una tua follower silente da tanto tempo ormai!! E sono felice di una tua vista, davvero!!

      Non c'è nulla di idiota in quello che fai.. anche perché se lo fossi... saremmo in due!! Il distacco è la cosa più giusta che possiamo usare col mondo.. altrimenti ne saremmo sopraffatti!! :-)

      Ti mando un saluto e un grazie.. a presto!!
      :-)

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