lunedì 7 aprile 2014

Cercando l'alba dentro la fine di un tramonto... Quarta parte!

Da sotto il porticato della nostra casetta si vede la finestra della stanza di Daigor. Quella posizione ci farà sentire ancora più vicini a lui. Nelle giornate che verranno ci troveremo molte volte seduti su di una sdraio, sotto il portico, avvolti da una coperta con lo sguardo fisso a quella finestra, quasi a mandare tutta la nostra energia; forza fanciullo... ti prego, tieni duro!

Le giornate proseguiranno tutte uguali, tutte scandite da ritmi ben definiti!
La mattina ci si alza; colazione, faccende di casa, pranzo, piatti e alle 13,00 circa si inizia a fissare l'orologio, quasi a voler spostare in avanti il tempo con la forza di volontà!
Non rimaniamo mai fino alle 14... ci avviamo e attendiamo mesti in quella saletta d'attesa. 
Alle due inizia il calvario... ogni volta che si apre la porta, decine ti teste si alzano tutte assieme e occhi guardano speranzosi che venga detto il proprio nome. La persona nominata si alza e la porta si chiude. Sempre così per decine di volte; scatto della porta, nome, qualcuno si alza, la porta si chiude, ancora e ancora...


Poi c'è il solito colloquio con medico che non sembra cambiare mai... anzi, a volte per salvarci dalle vane speranze i dottori con una durezza che solo col tempo si apprezza, ti rimettono in ginocchio...
Questa volta è il dottor Saltarini...
-Il ragazzo è stabile, ha sempre questa febbriciattola che non si abbassa e non riusiamo a individuare il problema... La sedazione è sempre al limite del consentito, deve avvenire una battaglia nella testa di vostro figlio ormai siamo alle grandi dosi!-
-Ma sembra che tutto vada bene ... no?-
-No signora, finché suo figlio è qua, non va bene affatto! Ricordatevi che finché è qua in Terapia Intensiva Daigor è in pericolo di vita e fino ad ora non ci son stati miglioramenti... son passati solo pochi giorni ma l'unica cosa che è successo è che non è peggiorato.Il giorno che uscirà vorrà dire che sta bene!-
Il dottore vede la mia espressione e continua:
-Non posso permettermi di dare speranze che al momento non ci sono... sono un professionista e come tale devo andare avanti con i fatti che ho in mano ora. Mi perdonerete se preferisco rimanere con i piedi per terra... ovvio che il fatto che non peggiori sia una bella notizia, ma è il mancato miglioramento che mi fa restare cauto nel procedere e nel tranquillizzarvi!-
Ha ragione, proprio tanta ragione... non si possono alimentare speranze che potrebbero rimanere disattese... Al momento non lo capisco, ma riflettendo è il miglior modo di procedere... esiste solo l'adesso e l'adesso potrebbe modificarsi proprio ora... andiamo avanti un passetto alla volta, uno dopo l'altro...

Dopo il colloquio passiamo il tempo che ci danno a disposizione chiacchierando a senso unico. Gli raccontiamo le notizie che ci da il medico, i saluti e quello che succede nel mondo. C'è una radiolina accesa vicino al suo letto e sembra che lo mantenga calmo e allora parliamo di musica e del libro che sto leggendo ma che non riesce a catturare la mia attenzione, tant'è che nemmeno ricordo il titolo!
Cerchiamo di essere sereni e trasmettergli quella positività che facciamo fatica a sentire noi stessi, ma funziona! Sì perchè raccontando a lui ci ascoltiamo e ci crediamo pure!
Poi arriva il momento che ce ne dobbiamo andare...

E' incredibile come le nostra giornate debbano essere sempre scandite con gli stessi ritmi. Tutto deve svolgersi come una bellissima routine. 
Simo finiti in un incubo che sembra senza fine e abbiamo semplicemente bisogno di uniformità.
Infatti nella nostra casina ho cambiato disposizione del tavolo, sistemato gli accessori come piace a me, spostato i soprammobili e aggiunto dei personali accessori!
Per esempio: la prima volta che siamo andati al supermercato ho comprato delle salviette, ed erano legate a dei nastri, che poi ho usato per legare le tende. Un porta-posate è diventato un vasetto dove ho messo dei rami di abete. Un salviettone colorato copre il tavolo. Abbiamo bisogno di personalizzare un luogo per farci sentire a casa. Mi rendo conto che senza, si rischia di sbarellare davvero!

A casa abbiamo i nostri punti di riferimento, le nostra cose e dentro a quelle troviamo la nostra stabilità. In un posto anonimo tutte le nostra certezze saltano e si ha bisogno di aggrapparsi a degli oggetti che ci ricordino che va tutto bene, che non c'è nulla di diverso e che li siamo a casa! Ecco dell'importanza della quotidianità e del sentirsi a casa!

Poi ci sono i riti che diventano essenziali! Ed è qui che mi rendo conto del qui e ora, del fatto che sia importante vivere l'adesso... anche perchè pensare troppo in la mi farebbe precipitare nell'abisso della disperazione! Tant'è che ho smesso di prendere i sonniferi, voglio essere lucida e presente, quasi a non volermi perdere un attimo. Mi rendo conto che la vita è in quell'istante e dei calmanti potrebbero farmi perdere la lucidità e io voglio esserci ogni secondo!
Altro punto fermo: gli amici... ne ho assolutamente bisogno, solo la mia sponda per non precipitare e io mi ci tengo aggrappata! Dal secondo giorno chi sa quello che è successo vuole notizie, è così che ha inizio il rito del bollettino medico. 
Appena esco dall'ospedale chiamo mia madre e poi mia suocera, e viceversa. Ragguaglio tutte e due mandando solo speranza e omettendo dati che potrebbero farle preoccupare. Poi passo ai messaggi agli amici... parto con una decina, poi la notizia si sparge e arrivo a trenta! Ne scrivo uno e poi spedisco collettivamente, ma mio cellulare ne manda solo dieci per volta. La cosa grandiosa è che mentre sto mandando la seconda decina sento già i bip bip ripetuti dei messaggi che tornano indietro!
E se il messaggio è sotto tono, nemmeno faccio in tempo a mandare i successivi che ecco daniele che mi chiama e sotto sento che arrivano altre chiamate! La catena di solidarietà che si è formata mi tiene ancorata a quella stabilità di cui ho tanto bisogno!

Finiti i messaggi e le chiamate si va al supermercato e anche qua c'è una regola mai scritta ma al quale non si viene meno: si fa la spesa solo per cena, colazione e pranzo.... nulla di più, non vogliamo pensare più in la di ventiquattro ore! E sopratutto dopo l'uscita serale non vogliamo più lasciare l'ospedale.... Non so per quale strano fenomeno... ma lasciare l'ospedale al mattino, prima della visita a Daigor ci sembra inaccettabile! Noi dobbiamo stare il... quasi che la nostra presenza sia fondamentale alla sua ripresa!

Poi arrivano i riti della sera: prima è la presenza costante di mio fratello, nonostante abbia parlato con mia madre, dopo un paio di ore, di solito subito dopo cena mi chiama... Io gli chiedo se non gli sembra assurdo sentire per due volte le stesse cose, ma lui risponde che va bene così, che lui c'è e sopratutto vuole esserci di più e sempre... in quei giorni provo per mio fratello un grande slancio d'amore... bello il mio fratellone!
Claudio, a sua insaputa, colto proprio
 mentre volge lo sguardo verso
quella  finestra lontana...
Poi, dopo mio fratello, dopo i piatti e l'aver rigovernato, Claudio guarda la televisione e io vado nella saletta comune. Siamo ancora soli e non temo di disturbare. Ed ecco che mi chiama la mia amica Luce e dopo averle raccontato la mia interminabile giornata le chiedo di raccontarmi tutto, anche le sciocchezze più insulse! E lei lo fa, per quei lunghi minuti mi porta fuori di li, lontano da Udine, fuori dall'ospedale e lontano dalla Terapia Intensiva... Mi porta alla vita, quella che facevo prima di quella domenica! Chiacchierando sale la speranza che tutto tornerà come prima e sono grata di quegli attimi, lo ero allora e lo sono anche adesso!

E ultimo si va a dormire, anche qua si va a letto insieme, ci si abbraccia stetti, attingendo l'uno dall'altro quella forza per riuscire a chiudere gli occhi... Sì perchè, per quanto possa sembrare folle, chiudere gli occhi e addormentarsi sembra di staccare qual canale di energia che noi siamo conviti serva per tenerlo in vita... ecco perchè la difficoltà di addormentarsi! Ma lo sguardo è sempre li... diretto verso quella stanza che solo quando la vediamo spenta ci da tranquillità di chiudere gli occhi!

La la notte passa e l'alba ci accoglie con un telefono misericordiosamente muto... e noi sentitamente ringraziamo!

Continua...




14 commenti:

  1. Passo sempre a leggere.
    Lo sguardo, nella foto di Claudio, parla nel silenzio.
    La trovo bellissima e sono convinta sia stata governata da una forza speciale :)
    Un abbraccio

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    1. Sì, l'ho trovata anchi uno scatto meraviglioso, ha colto quell'attimo che ha dentro tutto!
      Grazie della tua presenza costante!
      Un abbraccio a te!
      :-)

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  2. Cara Sara Lo sguardo di tuo marito dice tutta la speranza nel vostro cuore, che Daigor passando le ore e i giorni si riprenda e torni a vivere,certo è stata dura uscirne e difficile dimenticare.un abbraccio nonna di Sara gianna.

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    1. Per me è stato più duro il dopo... quei giorno andavo avanti come un treno carico di adrenalina!
      Poi, a distanza di mesi, ho avuto il crollo!
      Ma come si sa, se c'è il lieto fine bisogna farsi passare la paura e tornare a vivere!
      Grazie Nonna Gianna.. per te non deve essere facile, e per questo apprezzo ancor di più la tua presenza!
      Un abbraccio stretto!

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  3. Cara Sara, io mi perdo su questi tuoi racconti! mi sembra di viverli assieme a voi.
    Grazie cara amica di condividere tutto questo con noi.
    Buon inizio della settimana, con un forte abbraccio
    Tomaso

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    1. Grazie a te Tom!!
      Un abbraccione e un baciotto!!
      :-)

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  4. Cara Sara... un abbraccio grande grande.
    Un bacio

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    1. Grazie Raffaella, un abbraccio a te!
      Smack!!
      :-)

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  5. Leggo sempre. E penso...
    Bacio!

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    1. Ciao Gioia!! Pensieri positivi mi raccomando!!
      Bacio a te!
      :-)

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  6. fatto il pianto anche oggi...poi mi sono commossa quando hai parlato di tuo fratello e ho pensato al mio così vicino (che fortuna!).
    Non vedo l'ora di leggere quando si svegliarà tuo figlio ^_^
    Baci, Sara

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    1. E' stato tanto caro, non me ne dimenticherò mai!
      Il risveglio... quasi ci siamo ma ancora non ho scritto nulla... non è stata una passeggiata!
      Bacione a te Fiorellino!!
      :-)

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  7. Molto particolare la storia del legame energetico che non vuoi si assopisca... ci passiamo tutti, in questa cosa, è come se si ha l'impressione di dover tenere accesa una fiammella...

    Moz-

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    1. Bravo, hai colto in pieno! E' incredibile quello che fa il nostro cervello per mantenere la lucidità!
      Devo dire che il mio si è comportato bene, ha tenuto finchè c'è stato bisogno... anche se poi ho avuto un crollo che non ti dico!!
      Ma la fiammella è rimasta accesa!!
      Ciao Moz, grazie!
      :-)

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