venerdì 2 ottobre 2015

Il dovere di darsi un limite oltre il quale bisogna semplicemente andarsene

Ieri sera sulla pagina di Katia ho trovato questo scritto... 
Mi ha emozionata perché, a parte il luogo di destinazione e la casa, è lo stesso identico mio vissuto e le mie stesse sensazioni! Si parte con due valige a testa per non soccombere perchè, come dice l'autrice: il dovere di darsi un limite oltre il quale bisogna semplicemente andarsene.



Solo un'altra che se ne va.
Siamo in tanti ad andarcene, ormai è un’emorragia. Io sono solo una di una folla, ma stavolta sono io e non un altro: questo, nella mia sceneggiatura personale, fa la differenza.
Tutto è diverso quando sei tu e non un altro.

Per questo, in Italia lascio un lavoro a tempo indeterminato, una casa, un’auto, la mia famiglia e tutte le certezze, le radici che ho. Parto arrabbiata, con la fretta di chi sente di abbandonare una nave che sta affondando. 
Ogni giorno mi alzo dal mio letto sentendo di subire un’ingiustizia che non sono più disposta a sopportare, con l’unico rammarico di aver stupidamente sperato troppo a lungo di poter in qualche modo, nel mio piccolo, cambiare le cose. 
Me ne vado perché sono stufa di lavorare come un asino e vedermi sottratta la maggior parte del reddito da uno Stato che io considero vergognoso da troppi decenni. 
Sono stanca delle lobby che se la suonano e se la cantano, del sistema che disincentiva l’impresa, dei cugini e fratelli che occupano posizioni strategiche. 
Non sopporto più l’intoccabilità degli incompetenti, il mercato del lavoro mortificante e impazzito. Io e il mio compagno stiamo lasciando tutte le nostre certezze. 
Partiremo con due mutui alle spalle verso una città molto costosa, dove dovremmo guadagnare abbastanza per mantenere le case e i conti italiani (di cui non riusciamo a disfarci) e la nuova vita che ci aspetta. 
Saremo immigrati, e tra non molto sogneremo in una lingua diversa anche se non la sapremo nemmeno parlare come si deve. Io che sono stata sempre molto consapevole delle mie pecche professionali ma anche dei miei punti forti, ora non sono più sicura di niente, perché lasciare tutto significa anche mettersi in discussione come mai prima, affrontare ambienti nuovi, giocare una partita infinitamente più competitiva: nessuno mi dica “ti invidio”. 
Non so come andrà, ma restare a guardare non è mai stata un’opzione. Perché vogliamo fare e vogliamo fare bene, non chiediamo altro che un sistema che ce lo permetta, riconoscimento del lavoro che facciamo, pagamenti puntuali, tasse eque: quello che dovrebbe essere la normalità e che in Italia è diventato un miraggio. 

Prepariamo cartoni e grandi hard disk esterni, installiamo Skype sul telefono di mamma e papà, mettiamo in vendita cose, ne regaliamo molte altre, chiudiamo utenze, scegliamo cosa ci accompagnerà oltre Manica e cosa no. La vita in due valigie. Nelle valigie, i tanti amici. 

Sono felice perché con noi non se ne vanno due disoccupati, ma due che un lavoro ce l’avevano e che l’hanno lasciato a chi ne aveva bisogno. Per il resto, credo che tutte le persone in qualche modo insoddisfatte, arrabbiate, infelici o frustrate da una certa situazione abbiano non solo l’obbligo personale e sociale (perché l’infelicità ha un costo sociale altissimo) di provare in tutti i modi a migliorarla, ma anche il dovere di darsi un limite oltre il quale bisogna semplicemente andarsene: da un sentimento, da un luogo. 
Ad un certo punto occorre cambiare treno. Così. 

Testo originale Elenatorresani:

8 commenti:

  1. No cara Sara, non riesco a dirti “ Ti invidio”, perché… ammetto… ci vuole tanto coraggio per fare ciò che stai per fare tu…
    C’è tanta verità in questo tuo post, una verità che fa male a noi che restiamo qui a guardare questa barca che sta affondando… il malessere regna ovunque ormai, ma a questo purtroppo non segue nessuna azione che possa portare ad un cambiamento per poter migliorare.
    La cosa che mi fa davvero tanta rabbia, è che molti validi italiani se ne stanno andando, venendo sostituiti da chi italiano non è… e diciamolo pure… non è il meglio che approda qui…
    Se continua così, fra non molto, faranno la maggioranza e questo non va affatto bene.
    Spero tu possa trovare ciò che desideri e ti possa rendere felice.
    Un abbraccio

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    1. E' incredibile come la rabbia sia il sentimento che sta prendendo il sopravvento! Mi sto arrabbiando per tutto, anche quello che credevo non mi desse fastidio! E' come se tutto ad un tratto mi rendessi conto che mi son fatta andare bene un sacco di cose; spazio dai vicini ai nostri politici spostandomi con nonchalace a quello che succede al tempo!
      Quando vedo i miei vicini mi rendo cono di quanto siano stati pessimi, se leggo di politica... non ne parliamo, e se si parta di tempo son fulmini anche li! Mi rendo conto che mi son fatta piacere tutto... ma che in fondo tutto mi dava sui nervi! Mi sale il crimini quando leggo commenti che prima pensavo di ignorare!

      Non so come andrà a finire qua in italia... ma ora è in atto una vera e propria emorragia. Qualcuno ci chiama codardi perché ritiene che stiamo scappando... e questo è quello che riesco a farmi scivolare di dosso... forse perchè so che non è così.

      Io non desidero nulla in particolare, vorrei solo poter conoscere gente nuova e un più simile a me. Ho voglia di nuovi panorami e aria nuova e la felicità non mancherà, la conosco bene e mi accompagna anche ora che sto scrivendo a te!
      Grazie di avermi dato lo spunto a questa riflessione... mi sento meglio!
      Grazie Betty, ti abbraccio anche io!

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    2. Mah… secondo me chi azzarda a dire che siate dei codardi, pensa che magari stiate andando in posti dove trovare la pappa bella e pronta.
      Tanti invece devono ricominciare tutto daccapo, con sacrifici e stenti…
      C’è chi fugge dalla disperazione, chi per trovare un lavoro, altri per trovare un po’ di serenità, e questa per me non si può chiamare codardia…. bensì VOGLIA DI STAR BENE!
      Si vuole recuperare quel sano equilibrio, per cui non si debba più lottare ogni giorno e inutilmente contro mulini a vento.
      La vita è una sola, scegliamo di viverla come più ci aggrada!
      E la felicità… è come dici tu, bisogna averla dentro, non la si può cercare in nessun luogo.
      Ciao Sara, un bacio!

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    3. Ecco Betty... hai capito tutto! La Vita è questa e io la voglio vivere diversamente!!
      Ti abbraccio stretta!!
      Grata!

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  2. Un po' alla volta, con pazienza, anche nel nostro piccolo, le cose dovranno cambiare.
    Ciao Sara.

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    1. Hai ragione Gus... ma la pazienza non è mai stata una mia virtù! ;-)
      Ciao Gus, ti abbraccio!
      ^_^

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  3. Per i politici e similari l'Italia è probabilmente il paese più bello del mondo. Per chi sta, come i più, dall'altra parte della barricata, l'Italia è sicuramente la nazione più brutta ed incivile del pianeta. Colui che e sazio non crede a chi è digiuno.
    Ognuno è giusto che faccia il percorso di vita più confacente ai propri desideri ed alle proprie aspirazioni.
    Alla mia età comincio ad essere stanco di fare il triplo salto mortale carpiato con avvitamento per campare.
    Stop alle valige. Quando ne vedo una mi sento male. Ho combattuto a modo mio per un mondo migliore.
    Amando, discutendo, litigando, urlando, pregando, implorando, perdonando, picchiando.
    Salti chi può. Che la fortuna benedica tutti coloro che ne sono in cerca. Auguri.
    Ciao Sara.

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    1. Ciao Gianni!
      L'ultima cosa che voglio fare è farti arrabbiare... Già, perchè mi da l'impressione che quando vieni da me io ti faccio innervosire...
      Ma io scrivo per buttare fuori... o forse per trovare il coraggio che a volte sembra venir meno.
      Tu resta tranquillo... e se un giorno dovessi vincere l'avversione delle valige, noi ti aspettiamo, sei e sarai sempre il benvenuto!
      Ti abbraccio!
      ^_^

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