La cultura woke: consapevolezza, responsabilità, cambiamento.



Su Thread ho trovato questo pensiero che mi ha colpito molto e ha messo un tassello in più a questo pensiero che si sta formando in me;

-La cultura woke: consapevolezza, responsabilità, cambiamento.

Essere woke non è una moda, né uno slogan vuoto. È una presa di coscienza, un atto di responsabilità nei confronti delle ingiustizie che permeano la società. Significa riconoscere i privilegi, decostruire narrazioni tossiche e amplificare le voci che per troppo tempo sono state messe a tacere.

Chi denigra la cultura woke spesso la confonde con un eccesso di sensibilità o con una censura del pensiero. In realtà, essere woke significa esercitare un pensiero critico e consapevole, senza accettare passivamente le strutture oppressive che ci sono state consegnate come “normali”. Significa scegliere parole che non feriscano, ridefinire spazi di inclusione e interrogarsi su chi è sempre stato escluso.

Chi ha paura di questa consapevolezza? Chi teme di perdere privilegi, chi si aggrappa all’idea che il cambiamento sia una minaccia e non un’opportunità. Ma la realtà è che nessun diritto conquistato ha mai tolto qualcosa a qualcun altro: ha solo ampliato la libertà collettiva.

Essere woke non è uno status, ma un processo continuo. Significa ascoltare, imparare, correggersi, evolversi. Significa essere parte di un mondo più giusto, non per sé stessi, ma per tuttə.

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