![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0izQ8IArgLbNlhe7GkNDtGvEzX0ig-KT0v8Pn1gsafnND4wQQcVkcGWPZnkUMHWJhre04uRPR7cWoOS11HMb5IlqC4kwKxikEng1QfShRGql0X7I8slGsY6PbbnTRDPCbU3dQqjgdCnttdwea-QywoLMXkx-4CnHMmWNoXf8OMuWZc_26o-4P-jIYCmiz/s320/OIG2.jpeg)
Bisogna perseverare e credere in se stessi, nelle proprie capacità. Questo è ciò che mi viene Insegnato e che risiede nel mio Io. E’ un bene così prezioso che non permetto a nessuno di potermene privare! -
Since 2009
Girando per il web, mi sono resa conto che c’è una certa confusione sulla figura del Buddha. Infatti, qualcuno pensa che il Buddha sia grasso… invece non è così; il Buddha storico era magro. Quello grasso ha un altro nome… ma andiamo a vedere con calma!
Esistono due interpretazioni principali sulla figura di Budai o Pu-tai, come alcuni preferiscono chiamarlo. La prima sostiene che fosse uno dei primi diciotto arhat del Buddhismo, coloro che hanno raggiunto il pieno risveglio spirituale. Il suo nome era Angida, ed era un abile cacciatore di serpenti. Dopo averli catturati, toglieva loro il veleno per evitare che mordessero i passanti e poi li liberava. Per la sua bontà, ottenne la Bodhi, cioè l’illuminazione spirituale, nell’ambito del buddismo.
La storia più nota afferma che fosse un monaco Chan di nome Qìcǐ, nativo di Fenghua, oggi nella provincia di Zhejiang, Cina, che visse durante la dinastia Liang.
Si dice che al momento della sua morte abbia composto il seguente inno: Maitreya, il vero Maitreya, ti manifesti in molteplici forme. Spesso ti riveli alla gente del tempo, altre volte non ti riconoscono.
Per questo motivo è generalmente identificato con Maitreya.
Budai/Hotei è sempre rappresentato grasso e calvo, con una sacca sulle spalle o sotto il braccio, dalla quale prende il nome, che non si svuota mai e con la quale nutre i poveri e i bisognosi. È piena di piante di riso (simbolo di abbondanza), dolci, cibo e molte cose di grande valore.
Spesso ha con sé una ciotola da elemosine, che rappresenta la sua natura di monaco buddista.
Il suo ruolo è di proteggere i deboli, i poveri e i bambini, ed è spesso ritratto accanto a loro. Nelle raffigurazioni giapponesi, Hotei è talvolta seduto su un carro condotto da ragazzi, o sventola il ventaglio che esaudisce i desideri (oogi), il ventaglio usato cerimonialmente dai potenti per dimostrare di accettare la richiesta di un vassallo.
Nei templi buddisti Chan e Zen, una sua statua è generalmente posta all’ingresso con il viso sorridente rivolto verso l’entrata. È inoltre presente in un koan della scuola Zen. In questo, egli viaggia donando caramelle ai bambini poveri, elemosinando solo da monaci e laici Zen.
Un giorno un monaco gli chiede: “Qual è il significato dello Zen?”. Hotei depone la sua bisaccia. “Come si realizza lo Zen?”, continua il monaco. Hotei riprende la bisaccia e si rimette in cammino.
Nel Taoismo, Budai è considerato una divinità dell’abbondanza e della soddisfazione, dell’accontentarsi di quel che si ha. La grande pancia è simbolo di gioia, fortuna e realizzazione; inoltre, nella tradizione cinese, la pancia è considerata la dimora dell’anima, e la sua dimensione può essere considerata un’allegoria per la sua grande bontà. Secondo una tradizione popolare, sfregando la sua pancia è possibile ottenere ricchezza, fortuna e prosperità.
Nell’Ikuantao, le statue di Budai si trovano spesso nella parte centrale dei templi; in esso è chiamato Maitreya, ma è considerato l’incarnazione di molti insegnamenti taoisti, tra cui la generosità e la disponibilità.
Hotei è l’unica delle Sette Divinità della Fortuna giapponesi a essere probabilmente ispirato a una persona realmente esistita ed è il più conosciuto al di fuori del Giappone. Per gli Shintoisti è considerato Dio dell’abbondanza e della buona salute, e per questo spesso una sua statuetta o amuleto viene posto in casa dai credenti. È particolarmente associato ai bambini.
Quelle che seguono sono cose che dico da tempo e delle quali sono anche convinta della loro veridicità. Tempo fa ho fatto un ripulisti delle cose che possedevo; infatti, ora non possiedo più nulla se non cianfrusaglie delle quali non fatico a lasciare. Leggo queste parole (non mie) e me le ripeto, soprattutto la parte sulla rabbia, ogni tanto quella riesce a prendere il sopravvento!
Ho deciso di trascriverle, sia per condividerle con chi vorrà continuare a leggere, sia per stamparmele bene in mente. Spero che siano illuminanti per voi come lo sono state per me!
Parole tratte dal libro La donna di Luce di Hernàn H. Mamani… un libro che, per me, vale la pena di prendere in considerazione!
-Ccama aveva inoltre parlato della continua ricerca degli indios della pace e dell’armonia; quando uno è arrabbiato, gli altri gli dicono:Che ti prende, sei impazzito? Ricorda che la vita è breve e fugace, non sprecarla in litigi. Usa le tue energie in modo più consapevole, perché solo così raggiungerai la luce dopo la morte. La luce sprigionata dal tuo essere ti permetterà di raggiungere l’eterna dimora. L’odio ti regalerà solo buio e ignoranza e t’impedirà di trovare la strada per la Casa del Sole. Lì vivono tutti i morti, nell’altra dimensione della vita.
-Quando una persona si fa sopraffare dall’ambizione o mostra un interesse esagerato per i beni terreni, gli ricordano: -Perché ti affanni tanto? Ti sembra vita questa? A che scopo accumuli tante ricchezze? C’è forse qualcosa che potrai portare nell’aldilà? Ti sei preparato per il lungo viaggio verso la vera casa? In questa vita, non potrai trovare bene maggiore che riuscire ad essere un Runa, non un bipede che insozza la terra. Potrai diventare ricco, potente, famoso, ma a cosa servirà se non hai saputo trasmettere gioia e amore al prossimo. Tutti i titoli, le tue ricchezze, le tue terre dovrai lasciarle qui. Te ne andrai da solo, senza nessuno dei tuoi beni.
La sola cosa importante nella vita è diventare un Hatun Runa, un uomo illuminato. Non dimenticare che il tuo corpo verrà restituito alla terra, da dove sei venuto. Polvere sei e polvere diventerai. Perciò, anziché affannarti ad accumulare ricchezze terrene, cerca di accumulare quelle spirituali, perché solo quelle sono eterne.-
Il prodotto Havaianas era prodotto con suola in gomma e cinturini, mentre questa suola conteneva una trama che imitava la suola in paglia di riso di Zori. Insomma, era un prodotto economico, funzionale, di qualità, in un paese caldo e popoloso come il Brasile, è bastato questo per garantire il successo fin dall'inizio.
Le prime pubblicità delle Havaianas sono state realizzate con storie che mostravano le famiglie brasiliane utilizzando il prodotto. Gli annunci parlavano esclusivamente delle caratteristiche funzionali del prodotto. Subito dopo furon, però, sono stati realizzati spot pubblicitari con con protagonista la famiglia Trapo, un famoso programma comico dell'epoca. Questo fu sicuramente l'inizio dell'associazione tra Havaianas e la sua narrativa umoristica.
Ogni tanto 'buone' notizie! Certo, restiamo caduti visto che siamo ben lontani dalla perfezione, ma per ora bisogna accontentarsi di piccoli passi!
Ebbene sì, la riduzione della deforestazione in Amazzonia, finalmente è un segnale in positivo, con 201 km² di foresta persi a novembre e un totale di 5.206 km² negli ultimi 12 mesi, rappresentando una diminuzione del 51% rispetto all'anno precedente. Mi sembra buono no?
Questo calo è il risultato delle politiche ambientali introdotte dal presidente Lula, che ha preso misure decisive per proteggere l'ecosistema amazzonico e combattere il disboscamento illegale.
Purtroppo ci son effetti che non aiutano. La foresta amazzonica è stata colpita da una siccità senza precedenti che ha avuto effetti devastanti, prosciugando i fiumi e causando la morte di vasti tratti di foresta, il che ha facilitato la diffusione di incendi. Questa situazione ha avuto ripercussioni significative sulle comunità locali, isolando alcune di esse e compromettendo la sicurezza alimentare e la qualità dell'aria.
Nonostante la deforestazione sia diminuita in Amazzonia, essa continua ad aumentare nel Cerrado, (una vasta savana tropicale situata in Brasile, nota per la sua ricca biodiversità di flora e fauna. È considerata la savana più biologicamente ricca al mondo secondo il WWF) che sta subendo pressioni a causa dell'espansione agricola.
Lula ha anche istituito sei nuove aree protette per le popolazioni indigene, coprendo oltre 620.000 ettari. Queste aree sono off-limits per le attività estrattive e consentono alle comunità indigene di mantenere le loro pratiche tradizionali.
Infine, durante l'ultima COP28, (28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si è svolta dal 30 novembre al 13 dicembre 2023 a Dubai, negli Emirati arabi uniti. L'UE e i suoi 27 Stati membri hanno partecipato all'evento in qualità di parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) il presidente Lula ha chiesto un impegno globale per sostenere gli sforzi del Brasile nella conservazione dell'Amazzonia, ottenendo, per ora, finanziamenti da Norvegia e Germania per il Fondo per l'Amazzonia.
A questo punto speriamo che altri paesi aderiscano in fretta. L'Amazzonia non è solo un affare del Sud America, se la foresta non verrà salvata sarà un problema di tutti!
![]() |
Spazzatura raccolta nei sentieri! |
Che dite, vale la pena di preservate tutto questo? Ecco perché i turisti stanno bene a casa loro!
Un paio di mesi fa, mi sono immersa nella lettura de "La biblioteca dei morti", per poi passare al "Libro delle anime", e di recente ho concluso il suo intrigante seguito, "I custodi della biblioteca". Opere che esplorano il concetto di destino. Ah, il destino… permettimi di condividere alcune riflessioni su questo tema.
Esistono due filosofie principali: il libero arbitrio e la predestinazione. Questo mi porta a riflettere su due questioni fondamentali. Forse, nonostante crediamo di essere i fautori delle nostre scelte, siamo in realtà predestinati a vivere questa vita, illudendoci di avere il controllo del nostro fato. Oppure, potremmo essere veramente liberi nelle nostre azioni, ma ci viene offerta l’illusione del destino come un capro espiatorio per i momenti di fallimento. Entrambe le teorie sembrano avere un loro fondamento, non trovate?
Sono ben consapevole che la storia non si costruisce con i "se" e i "ma", tuttavia il dubbio persiste. Chissà se era inevitabile che i miei genitori mi concepissero quella sera, o se dovevo rimanere su quella spiaggia quel giorno, o ancora, se Tomo doveva svegliarmi per salvarci dal monossido di carbonio quella notte. E poi, se dovevo essere io a svegliare Tomo, per poi, nove mesi dopo, diventare tre. Se, se, se! Se tutto ciò che ho sempre creduto fosse sotto il mio controllo si rivelasse preordinato, quante energie e quanta frustrazione avrei potuto risparmiare? Se tutto fosse già scritto, quale sarebbe il vero scopo della vita?
E se tutto ciò in cui ho creduto fino ad ora si rivelasse l’esatto opposto? È come osservare un’immagine riflessa: sembra identica, ma in realtà è diversa… o forse no?
Siamo noi a plasmare il nostro destino, o siamo destinati a credere di avere tale potere?
È tornato, così, senza nessun preavviso!
È successo l'altra notte, dormivo bene, stranamente mi ero addormentata subito. Qua è iniziato il freddo ed ero accucciata sotto le coperte. Il dolore è stato così forte che ho urlato! Sembrava una tempesta di fulmini. Stilettate ovunque! Nelle mani, lungo le braccia, sulla schiena, gambe e piedi. Ma il dolore più forte era dietro le unghie di mani e piedi! Una grossa di scossa elettrica dipanando lungo i miei nervi. Ho pianto, e piangendo ripetevo la parola più usata in questo mio tempo; ti prego basta! Me lo avevano detto che c'era la possibilità che la nevralgia potesse tornare, ai meno fortunati succede. Ecco, io speravo davvero di non entrare in questa categoria, e invece!
Il giorno dopo non fa così così male e spero sia stato solo un episodio isolato. E invece no, la notte dopo è la stessa cosa. Il modus operandi è lo stesso e capita alle stessa ora. Mi lascia dolorante e piangente per qualche ora, e verso le tre, esausta, mi addormento.
La cosa si ripete ancora e ancora e ora temo la notte...
In un commento nel post precedente si è parlato del fatto che mi taglio di capelli da sola, e questo mi ha sbloccato un ricordo!
Era il 2005 e vivevo in Repubblica Dominicana da qualche mese. All’epoca avevo un taglio scalato che arrivava alle spalle; erano ricci e formavano un bel caschetto sbarazzino. Ma avevano un difetto: se li lasciavo crescere, questi facevano effetto teepee! Allora ho chiesto alla mia vicina di casa, Andreia, chi tagliasse i capelli nel villaggio; lei mi ha fatto il nome di Regina.
Una mattina, erano le 10 circa, mi avvio ed entro nel “salone”. Chiamo ma non mi risponde nessuno. Aspetto un attimo e richiamo. Sento un chiacchiericcio provenire dal cortile sul retro e allora esco e paleso la mia presenza.
-Hola, Regina.-
-Holà, linda, lo siento, pero no te escuché! - Avevo immaginato che non mi avesse sentito e non ha nulla da scusarsi. Le dico che ho bisogno di un taglio e chiedo se ha tempo.
-Por supuesto! Espera un momento que llegue. ¡Tú siéntate! - Ok, ha tempo, mi siedo dove indicato e aspetto che torni. Rientra e mi chiede se ho lavato la testa; le dico di sì. Allora prende uno spruzzino e inizia a bagnarmi i capelli che sono quasi asciutti. Già sento un odore pungente. Lei probabilmente intravede il movimento del mio naso e iniziano le spiegazioni.
-Sé que mis manos apestan… ma devi sapere che mi hanno regalato un sacco di cipolle e allora le sto tagliando fini fini, un po’ le do alle vicine y con lo que sobra preparo el locrito para todos!-
Ben felice che lei abbia tutte quelle cipolle, immagino la bontà del locrito e la felicità di chi lo riceverà ma… San Cristóbal Colón, non riesco a respirare e mi lacrimano gli occhi! O almeno credo siano lacrime perché, tra una sforbiciata e l’altra, non ha fatto che spruzzare acqua, sentivo i rivoli perfino giù nella schiena… Per tutto il tempo tengo gli occhi chiusi e respiro il necessario per restare in vita! Che agonia!
-Terminado. ¿Cómo se ve? - Mi guardo allo specchio e non capisco nulla, sembro un pulcino che sta affogando nell’acqua di cipolle ma mento dicendole ¡maravilloso! Pago e vado!
Esco all’aria e finalmente respiro a pieni polmoni… un momento, l’odore lo sento ancora! Strada facendo incontro i miei bimbi che mi mostrano quello che hanno trovato nei loro giri: una pietra, un rametto e chi mi fa notare le manine pulite. Li guardo e sembra che loro non sentano il puzzo infernale. Immagino che sia rimasto tutto nel mio naso, meno male! Mi avvio verso casa ma ad ogni folata d’aria risento quell’odore, mi sa che mi sono fissata davvero!
Entro in casa e chiedo al Fanciullo se anche lui sente puzza.
-Wow… potresti fare un soffritto con ciò che hai in testa! -
-È così grave? -
-Mmmh, non peggio dell’aspetto… -
-Cosa dici? -
-Vai a specchiarti, non vorrei rovinarti la sorpresa… -
Vado allo specchio e… oh santa madre divina, che ha combinato quella donna, sembro un… fungo!! Con i capelli bagnati non si vedeva ma ora che si sono asciugati li guardo e… mi sbaglio o sembra che stiano ridendo di me?! Vado subito a farmi una doccia per togliermi l’odore, poi prendo una forbice e inizio a sistemare il sistemabile!
Ecco, quel giorno è iniziata la fase hazlo tú mismo. Negli anni ho affinato la tecnica e nelle mie varie vite estere ho sempre fatto da sola. Solo nelle pause italiane mi sono avvalsa delle mani esperte di Francesca, ma per il resto solo apprensione, pettine, forbici e taglia capelli.
Questa è una delle tante decisioni prese nella mia vita. Qual è la differenza? Questa ha l’odore di cipolle bianche!