Prima che se ne andasse gli ho chiesto:
-Qual è il terzo desiderio di Ellen?
Lui mi ha guardato:
-Non te l'ho detto?
Ho fatto no con la testa. Ha sorriso.
-Sentire nostalgia di casa. Ha risposto.
Il capitolo del libro finisce così, e quella frase continua a risuonarmi in testa. Allora mi sono chiesta: ho mai sentito nostalgia di casa? La risposta è venuta subito, quasi brutale: no. Mai.
Non l'ho mai provata, perché in fondo una casa che mi 'appartenesse' davvero non c'è mai stata, mai fino in fondo. Casa... una parola così semplice, così universale, così normale... eppure per me sempre inafferrabile. Non è una questione di mura, di stanze, di oggetti. Di quelli ne ho avuti tanti, quasi trenta traslochi posso dimostrarlo. Ma è qualcosa di più profondo, più ancestrale. È un'idea, un luogo che esiste nella mia mente e nel mio cuore, più che nella mia realtà. E forse è proprio per questo che la voglia di tornare "a casa" è così forte. Perché quella casa non c'è, nella mia vita non è mai esistita...
A volte l'ho attraversata quella sensazione di casa. Per esempio in quella casa in Repubblica Dominicana, nella sua povertà, nelle sue pareti bianche e nelle finestre di lamiera. Si sentiva l’odore di terra bagnata, di cibo semplice che cuoceva sul fuoco della vicina, un rumore lontano, quasi ritmico, del mare. Era povera e imperfetta, ma per un istante mi aveva accolto. A Fortaleza, invece, era una casetta piena di colori. Le pareti sembravano sorridere, tinte di verde e giallo sbiadito dal sole. Era un luogo che sapeva di risate, di bambini che giocavano per strada, di vita che esplodeva nonostante tutto. Ma anche lì è stato solo un assaggio, un mordere e fuggire. Un attimo e basta, prima che il miraggio svanisse.
Sto pensando che forse non sono destinata ad avere una casa in questa vita. L'ho cercata, l'ho desiderata, l'ho intravista, ma mai afferrata. Ora mi sto quasi arrendendo all'evidenza, e va bene così. Con malinconia, ma anche con una quieta consapevolezza, accetto questa assenza. Non è più un vuoto da colmare, ma uno spazio che ho imparato a portare con me.