Quando il dolore chiama “casa”: una notte, un corpo, una rivelazione
Il dolore che non avvisa, la stanchezza che non molla, e quella parola che torna: casa. L'altra notte sono stata male. Stavo dormendo, e il dolore mi ha preso alla sprovvista. Come sempre non ha bussato, non ha chiesto permesso. È entrato, semplicemente. Forte, devastante e... così arrogante! Questa volta non sono riuscita a calmarmi. Sì, perché quando il dolore arriva piano, lo prendo per mano. Lo accolgo, lo respiro... Ma quando mi piomba addosso come un ladro, non c’è respiro che tenga. Il dolore si è intensificato, sempre di più. E ad un certo punto, tra un respiro spezzato, un pensiero confuso e tante lacrime mi è arrivata una frase: “Voglio andare a casa.” Quella parola ha iniziato a suonarmi nella mente. Casa. Casa. Casa. Ma la cosa strana, o forse nemmeno tanto, è che non riuscivo a visualizzarla . Nessuna stanza, nessun divano, nessuna porta, nessun luogo. Solo un vuoto. E lì ho capito. ...