La la notte passa e l'alba ci accoglie con un telefono misericordiosamente muto... e noi sentitamente ringraziamo!
I giorni continuano a passare ormai scanditi di quelle routine che a noi servono per non cedere, ma arriva il sabato dove vengono a trovarci i miei.
Sono arrivati accompagnati da mia sorella e dal suo compagno con la voglia di vedere il loro nipote, ma anche li ho dovuto inventarmi sul momento la classica espressione da poker... ho dovuto trovare un'altra scusa!
-Mi spiace, ma in terapia intensiva fanno entrare solo i genitori, io però provo chiedere se fanno un'eccezione...-
Ovviamente non chiedo nulla a nessuno, so che li farebbero entrare, ma il problema è che dovrebbero entrare da soli, (più di due per volta non si può) e giuro che non posso permetterlo! Non sarei li a sostenerli e so quanto sia impattante vedere Daigor in quelle condizioni! No no, niente da fare!
-Mi spiace ma era come credevo... solo i genitori...-Mi sento una bugiarda patentata, ma so che è a fin di bene, e anche loro quando lo hanno saputo hanno capito!
Arriva mezzogiorno e vogliono uscire a mangiare.
-Ma dai, venite anche voi, almeno vi svagate un po'...-
-No dai, non abbiamo fame, andate tranquilli!-
-Ma dai, non mandateci da soli, su, solo un ora e siamo di ritorno!-
Abbiamo ceduto ma lo abbiamo fatto con una tal dolore che sembrava che ci avessero stuprato l'anima... E' incredibile come il fatto di rimanere li fino all'ora di visita fosse così vitale!
Ripeto, detta così è brutta, ma bisognerebbe essere nella nostra testa di quei giorni per capirne la dinamica! Claudio ed io e siamo un tutt'uno e qualsiasi intrusione nei nostri schemi è classificato un intruso... incredibile vero?
Siamo nella sala d'aspetto da un po', le condizioni di Daigor sono stabili e noi veniamo chiamati sempre più tardi. Ad un certo punto si apre l'ascensore ed entra una donna in lacrime... Si siede di fronte a me, dall'altra parte della saletta. Le sento singhiozzare, la guardo quasi a voler un contatto visivo che non verrà. Allora mi guardo in giro e vedo il resto dei naufraghi che si chiudono ancor di più in se stessi.
-Ma è sola... guarda come piange... ma che pena...-
Bisbiglio a Claudio.
-Non c'è nessuno con lei...-
Claudio guarda...
-Già...-
-Io non ce la faccio a rimanere qua... che faccio, vado?-
-Vai...-
C'e un posto libero alla sua sinistra e mi siedo, la guardo e non sapendo che dire appoggio una mano sul suo braccio.
-E' qua da sola?-
-Sì, ma mia figlia sta arrivando...- Mi dice piangendo.- Mio marito ha avuto un ictus e ora è in rianimazione... come faccio, io non so se ce la faccio... come faccio.. ?- Mi chiede guardandomi...
-Non so cosa possa fare lei, ma tenga duro come facciamo tutti noi...- Le dico guardando noi, povere anime alla deriva.
Mi guarda se si rendesse conto solo in quell'attimo che eravamo tutti nella stessa barca.
-Sì, devo tener duro- Dice soffiandosi in naso.- Anche perchè non c'è altro da fare-
-Ecco, brava... vedrà che suo marito si riprende e tutto tornerà come prima, ora arriva sua figlia e non sarà più sola!-
In quel momento la porta si apre e veniamo chiamati.
-Noi ora dobbiamo andare da nostro figlio... se la sente di rimanere da sola?-
-Ma certo, andate...- Così dicendo mi stringe il braccio a mo' di ringraziamento. Mi alzo e prima di entrare mi giro e vedo quella povera donna che ha ripreso a piangere, sola e disperata! Quasi mi sento fortunata del fatto di non sentirmi così!
Entriamo e troviamo di nuovo il dottor De Lucia.
-Buongiorno signori... Allora, abbiamo fatto un po' di esami questa mattina e abbiamo constatato che il liquido dei polmoni di Daigor si stanno assorbendo, il buco si sta chiudendo e il polmoni hanno preso consistenza... quasi quasi potremmo vedere se riesce a respirare da solo... ma per farlo dobbiamo svegliarlo... Se non è cosciente, non respira autonomamente...-
-Ok... è una cosa buona?-
Ancora ricordo la sgridata del dottor Saltarini e prima di entusiasmarmi preferisco avere il permesso...
-Sì, non è male... ma sa che noi non ci entusiasmiamo mai troppo! Ma sì possiamo iniziare a vedere qualcosa di positivo...-
Al che il mio cuore fa una capriola!
Questa volta il dottore ci accompagna nella stanzetta e dopo baci e carezze al fanciullo da parte nostra il dottore si trattiene a chiacchierare con noi.
-Certo che lei signora è una forza...-
-Ci provo dottore...-
-Non esageri però, si appoggi a qualcuno ogni tanto, altrimenti quando arriverà il momento il suo crollo sarà rovinoso...-
-Ma no... non ci riesco... e poi sto bene... bene davvero -
-Sì, si vede che è piena di energia, ma le ripeto il consiglio, si lasci andare quando riesce!-
Quanto ero baldanzosa... io che crollo? Ma va la, io sono una roccia! Pensavo in quei giorni... quanto torto nella mia presunzione!
-Ok, ci proverò!- Mentivo sapendo di mentire...
Devo dire che oggi c'è una bella aria in TI, infatti ci raggiungono anche altri dottori e c'è un via vai di infermieri, sorridiamo tutti e tutti in cerchio intorno al letto di Daigor ci si racconta e si scherza!
Sono veramente grata a questa equipe, così serena, compatta e sopratutto professionale senza perdere l'umanità!
-Lo sa signora che quando suo figlio è arrivato qua pensavamo che avevano soccorso l'orso del Carnia? C'era questo ragazzone grande e grosso tutto coperto di foglie, ricordandolo ora.. fa davvero ridere!-
-Si, mi ricordo- fa il dottore- era davvero impressionate, foglie foglie e ancora foglie!!-
Ridiamo tutti alle loro espressioni, poi un'infermiera gli carezza la fronte...
-Certo che è stata dura, ma il ragazzo è un cavallo, non molla...- aggiunge guardandomi sorridendo.
Guardo il mio ragazzo e penso che è passato solo una settimana dall'incidente, mi sembra incredibile che sia passato così tanto e poco tempo nell'insieme. Ancor più strano di sentirmi così felice, ma Dio santissimo... lo sono davvero!
La sera mi chiama un'amica comune...
-Non sapevo nulla, ma come sta? ma come è successo? O-mio-Dio.. ma racconta!-
Le racconto in grandi linee la dinamica, la prognosi e i risultati.
-O cielo, ma no... non doveva succedere, non è giusto... non doveva succedere proprio a te, non te lo meriti!-
-Perché, se succedeva a qualcun altro, quel poveretto se lo meritava?-
-Ma no, non è questo... ma... che sfortunata che sei!-
Bene, non ci ho visto più! Io sto cercando di stare a galla e lei che fa?
-Senti Gioia, quella sfortunata non sono io, mio figlio è lassù in quella stanzetta, è vivo e respira, grazie ad una macchina per carità, ma il suo cuore batte e il suo cervello funziona. Lui è la che sta combattendo per restare vivo, e noi per stare in piedi, siamo insieme e sistemati bene grazie alla generosità di una bella signora e... no cara, non sono sfortunata... io sono fortunata, eccome se lo sono!-
La volta seguente risponderà Claudio... e con lui è un'altra cosa! Siccome lui non è forte come me in questo periodo, lei lo sosterrà! Capita l'antifona, farò rispondere sempre lui!
Come tutte le sere ci andiamo a sedere sul portico guardando sempre in quella direzione, aspettando che la luce della sua stanza si spenga...
-Buonanotte piccolo, che i prossimi giorni ti trovino sempre più sveglio e vigile, non mollare mai!-