Come si vive il lutto in Brasile




Oggi mi è venuta voglia di scrivere questo post dopo un fatto che mi ha toccata: ieri sera è venuto a mancare il nonno di un bimbo a me vicino, e già oggi si tiene il suo funerale. Questo mi ha fatto riflettere su come, in Brasile, la morte venga vissuta in modo diverso da altri paesi come l’Italia, dove spesso il funerale avviene dopo diversi giorni.

Da sua madre mi sono fatta spiegare grossomodo come funziona e anche il perché. L’ho trovato molto interessante e così ho fatto una piccola ricerca.

In Brasile, il funerale si fa di solito entro 24, massimo 48 ore. Non è per una legge, come io pensavo,  ma per una tradizione radicata nel clima, nella cultura e nella spiritualità.

Perché si fa così presto, ho chiesto. Mi ha spiegato che è per il clima caldo che accelera il processo naturale del corpo. Non si usa imbalsamare, quindi è meglio fare tutto rapidamente. E si preferisce affrontare il dolore subito e con intensità, invece di aspettare. E poi, aspettare vorrebbe dire trattenere lo spirito impedendo il ritorno a casa...

Mi ha anche detto che il lutto in Brasile non finisce con la sepoltura. Ci sono alcune tradizioni molto sentite: c’è la Messa del Settimo Giorno (“Missa de Sétimo Dia”), un momento dedicato alla preghiera per l’anima della persona scomparsa. Una messa più sentita del funerale stesso.

Le famiglie spesso continuano a ricordare il defunto visitando il cimitero, portando fiori e accendendo candele. Infatti mi è successo di passare vicino al cimitero e vedere tante candele accese.

In alcune regioni, soprattutto del nordest, si fanno anche rituali spirituali con canti, offerte e gesti simbolici.

Ci sono andata anch’io, e una cosa che mi ha colpita è quanto sia forte il senso di comunità. Quando qualcuno muore, amici e parenti si fanno subito presenti: portano da mangiare, aiutano con le spese, fanno compagnia. È tutto molto semplice, ma molto profondo.  

C’è un’intera comunità a sostenere chi rimane. Lo fanno con dignità e con un affetto che scalda anche nei momenti più difficili. È come se, di fronte al dolore, il cuore di tutti si spalancasse: non ci sono parole complicate, solo gesti sinceri, presenze vere. Nessuno resta solo.

E in tutte queste mani tese, il lutto non è più solo una ferita: diventa anche un tempo di condivisione, di memoria, di amore che non muore, mai. Si impara a trasformare l’assenza in presenza diversa... silenziosa, ma comunque vicina.  

Mi ha scaldato il cuore e ha reso l’idea del trapasso una cosa dolce, un ritorno a casa, con il passo lieve di chi conosce la via. E in quel ritorno, c’è pace. C’è luce. E c’è tutto l’amore che rimane.

Que a alma do tio encontre a luz e volte em paz para casa. Que seu retorno seja doce. Que a lembrança permaneça. Boa viagem.