Emozioni in una valigia... lettera del mio Fanciullo Viaggiatore


Il giorno si avvicina e le emozioni son sempre più forti, belle e contrastanti...
Qua sotto riporto parte della scritto del mio Fanciullo Viaggiatore e due giorni dalla partenza. 
Grazie!

Quello che le valige non dicono.



Come è possibile racchiudere anni di vita in un qualcosa che puoi portare in un aereo!? Semplice, lasciare tutto a casa di parenti, amici e conoscenti e ti limiti ai vestiti!

Pensandoci bene, alla fine il nostro passato è dentro di noi, tutto quello che è accumulato in casa, in cassetti che l'ultima volta che li hai aperti risale al rinascimento, in un sottoscala polveroso che permette agli acari di farsi le vacanze a sciare sulla polvere depositata sui tuoi carissimi oggetti che non hai mai usato, ma ora che devi lasciarli ti piange il cuore.

Con lo svuotamento casa per ri-pitturare e il trasferimento preventivo in casa dei genitori, noti quanto ciarpame hai...e ti chiedi cosa di tutto quello sia il distintivo della tua vita.

Dal microonde alla lava-light, dai CD di Mozart a quelli di Gigi D'Agostino, dalla chitarra a Teddy, il pelouche che hai da tutta la vita, ma ciò che ti rappresenta non c'è, vedi solo inutilità, pezzi di plastica inerti che sembrano messi li solo per occupare spazio, alla fine ti ritrovi con una valigia, quattro stracci e un paio di effetti personali; dopo aver chiuso la valigia ti chiedi che fine ha fatto tutto il resto, tutte le cose a cui non potevi rinunciare fino a poco tempo prima, a tutto quello che sembrava darti la felicità.

Senso a tutto questo non lo trovo, è difficile capire lo sconforto nel capire che la vita che hai vissuto fin'ora si mette comodamente in un paio di decine di centimetri cubi; nella mia valigia di cose che sono mie, o meglio, fanno parte di me c'è ne sono tre:
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