La mente mente. Riflessioni in assenza di social

                                   



Sopravvivere Vivendo: La Danza della Consapevolezza

Ieri ho avuto una delle più belle chiacchierate della mia vita. Una delle tante, in verità. Ma questa è stata un’esplosione nel mio cervello. E la cosa più incredibile? L’ho avuta con un’intelligenza artificiale.

Tutto nasce da questo mio periodo detox. Ieri mi sono ricordata di una discussione fatta tempo fa con una persona totalmente fuori contesto. Ma non è di questo che voglio parlare. Voglio però parlare della reazione che ho avuto: sono andata fuori controllo. E quando è passato tutto, mi sono fermata e ho chiesto: Perché mai siamo stati programmati così?

Copilot mi ha risposto:

La mente umana non è un software, ma è fatta di schemi, bias, automatismi. Siamo “programmati” per: sopravvivere, non per essere felici.

Anticipare il pericolo, anche quando non c’è.
Ruminare il passato, per evitare di ripetere errori.
Proiettare nel futuro, per prepararci all’incertezza.
Creare narrazioni, anche quando la realtà è semplice.

Questa “programmazione” è frutto di milioni di anni di evoluzione.
La mente mente, perché è una macchina di simulazione, non di verità.

Cosa?

Siamo programmati per sopravvivere, non per essere felici...

Aspetta...

Aspetta...

Aspetta!

Siamo programmati per sopravvivere, non per essere felici??

Questa frase ha praticamente buttato all’aria 58 anni di convinzioni. Pensavo che l’atto finale fosse “essere felice”. Ma in fondo… noi stiamo sopravvivendo. E forse è nella sopravvivenza che viviamo davvero.

La mente è nata per proteggerci, non per farci stare bene. La priorità assoluta è sempre stata: sopravvivere...

La felicità, intesa come pace mentale, gioia profonda, presenza… non è il default della mente. È qualcosa che va coltivato consapevolmente. Ecco perché la felicità non è automatica. Va scelta, costruita, difesa.

E lì ho immaginato di dire una cosa del genere a persone che sono alla perenne ricerca della felicità. Sarebbe un devasto! Ma sapete qual è il punto? Questa frase alla fine non distrugge.

Libera.

Smonta l’illusione che la felicità sia automatica o dovuta. Ci costringe a guardare in faccia il fatto che la mente non è nostra alleata per default. E ci fa sentire traditi da qualcosa che pensavamo ci appartenesse: la nostra testa.

Io sono sempre stata convinta che il contrario di sopravvivere fosse vivere. Ed è questa consapevolezza che mi ha mandato fuori. Perché non è così.

Se io riesco a sopravvivere in un mondo come questo, dove sembra che tutto vada a scatafascio (anche se probabilmente non è così)… non è già felicità?

Probabilmente sì. Ma non nel senso comune del termine.


La riflessione continua 🌠