mercoledì 12 dicembre 2018

E torno a parlare di solitudine!

Tante volte ho parlato di solitudine ed oggi ne parlo... ancora.
La mia prima "solitudine" l'ho provata tanti anni fa, quando il mio Tomo ha lavorato lontano per parecchi anni e io stavo intere settimane da sola. Una solitudine relativa, dove c'erano le telefonate serali del Tomo  e di giorno c'era il web a farmi compagnia; ore e ore connessa con un mondo  che seppur virtuale riempiva il mio tempo. Ho comunque imparato a stare da sola senza dover dipendere dalla fisicità come era invece negli anni passati, l'ho considerato un gran bel passo avanti!
Poi siamo partiti per il Brasile e là non ho più avuto modo di stare da sola. Nonostante tutto mi ritagliavo i miei momenti di solitudine ma non passavano più di un paio di ore che tornavo nel mondo fisico e chiacchieroso, il tutto è durato tre anni.

Ed ora eccomi qua, in terra straniera e sola per tutto il giorno ma in questo frangente non voglio più avvalermi del supporto virtuale. Perché? Ecco, settimana scorsa mi sono resa conto di passare davvero tropo tempo sui social; una nuova applicazione di FB mi ha fatto sapere che su quell'aggeggioci passavo in media più di due ore e mezza! Wow mi son detta, così tanto tempo solo su Facebook senza contare Instagram e affini. Così ho ridotto la permanenza sul cellulare e mi sono dedicata ad altro.
Ma ecco che togliendo le distrazioni si arriva a capire che il "vuoto" da riempire è davvero tanto. Ci si rende conto come tutto fino a quel giorno è stato davvero tutto estremamente effimero. I cosiddetti amici alla fine nemmeno esistono e se sono "esistiti" è solo per una mia costante presenza nel loro mondo, ma nel momento che mi assento nessuno se ne accorge. E così mi sono resa conto che quando mi dicevo che non ero nessuno era davvero così. Incredibile, è bastata poco più di una settimana per rendermene conto ed ecco che mi trovo a tirare le mie conclusioni; siamo soli e dobbiamo contare su noi stessi. Frasi dette e ripetute all'infinito ma che ora prendono una connotazione diversa, un pochetto più concreta.

E allora ti abitui a stare davvero sola. Ti alzi al mattino fai colazione, qualche lavoretto in casa ed esci a fare un giro. Non puoi nemmeno fare due chiacchiere perché il francese ti è così ostico che non trova spazio tra spagnolo, portoghese e inglese e se qualcuno magari ci prova pure e parlare con te alla fine tu rispondi; je ne parle francais e questi sorridono e se ne vanno.

Capisci che che se qualcuno dice: se vuoi chiamare qualcuno hai solo da prendere in mano in telefono è chiami, alla fine non è davvero così. Ti metti dall'altra parte e immagini che se quel qualcuno non chiama mai è perché non ha voglia di sentirti e allora lasci perdere.

E allora smetti di rimanerci male per i messaggi visualizzati senza risposta e per i tanti; sto lavorando ti richiamo quando questo non succede praticamente mai.

Ci si abitua a tutto, senza incazzatura e  rabbia alcuna... sono una pacata e pacifica consapevolezza.
Sembro triste? Beh sì, può essere e in fondo posso anche concedermelo, dopotutto quando si è pensato a qualcosa che non è mai stato... si rimane male, per qualche minuto soltanto però. Dopotutto questa è la vita che mi sono scelta e contravvenendo a quando si dice che la distanza è solo un fatto mentale rispondo;  la distanza sarà pure mentale ma questo impedisce comunque al mondo di mantenere i contatti.

Questa mattina dopo i vari lavoretti di casa non sono uscita e mi son messa qua davanti a questa tastiera, come faccio sempre quando ho bisogno di fare chiarezza. Ora alzerò gli occhi, rileggerò ciò che ho scritto e come sempre troverò l'input per dare l'ennesima svolta al mio intercedere in questa vita di crescita.

Concludo col dire che ci si abitua a tutto, ma questo non lo dico con rammarico, ma come una forza nuova e una consapevolezza in più: tanto più ci appoggiamo agli altri pretendendo sempre qualcosa in cambio, tanto più ci rendiamo dipendenti a quel qualcuno che, diciamolo, non potrà mai soddisfare le nostre richieste. Ognuno ha la sua vita, i sui problemi e il suo modus operandi che si perpetua giorno dopo giorno e se noi non siamo inclusi, beh pazienza, si va avanti comunque facendo conto solo... su noi stessi!

Sempre io e sempre Vostra! 😊

venerdì 26 ottobre 2018

Differenze culturali, quello che molti definiscono Culture Shock!



Diciamoli; venendo direttamente da caotico Brasile, l'arrivo in Tunisia è stato più che mai soft e ancora prima di toccare questa bellissima terra l'ho amata. Guardavo affascinata dall'oblò dell'aereo e pensavo; ci sono quasi...questa sarà la mia terra!
All'aeroporto c'era il mio Tomo ad aspettarmi e all'uscita l'aria tiepida di Tunisi mi ha accolta. Sono finalmente in Tunisia!!

Quello che mi ha colpito fin da subito è stata la discrezione delle tunisine; in Brasile, almeno dove vivevo io, le donne sono abbastanza chiassose, vestite con abiti parecchio succinti e con teste colorate con colori a basso costo. Qua invece, anche chi non ha la testa coperta è molto discreta, silenziosa e a tratti elegante.

Il panorama mi piace, anche se sulla strada che mi porta a quella che sarà la mia casa la spazzatura la fa da padrona, nulla che non abbia già visto nell'esperienza precedente. Gli ulivi prendono il posto degli eucalipti e il colore verde/grigio predomina su tutto.

Le case sono diverse, sopratutto quella che ho scelto. Se ad Arujà il legno e i colori scuri comandavano su tutto, qua predomina il bianco e  le cupole si fanno amare all'istante! Il prezzo è lo stesso che pagavamo prima ma la qualità è nettamente superiore.
Se prima c'era sempre qualche aereo che decollava sulla nostra testa e la musica altissima che arrivava da qualche vicino o da macchine col baule aperto, ecco, qua il silenzio regna sovrano, silenzio assoluto rotto solo dal canto di qualche gallo in lontananza e da qualche uccellino.

Il mio primo madame mi ha emozionato al pari di Donna Sara, anche se la cortesia dei tunisini l'ho trovata superiore. E' successo più volte che se ho un uomo davanti quello prontamente mi apre la porta... viva la cavalleria!
Certo, per contro qua non amano essere toccati e da quello che ho capito non si usa dare la mano, a differenza di prima che ogni volta che ci si incontrava ci si abbracciava sempre... ecco, essendo io un'abbracciona seriale, questo un po' mi manca!

Non ho ancora sentito apprezzamenti pesanti. No, non verso di me, quello nessun popolo lo fa, ma verso le bellezze locali; ho notato che se passa una bella ragazza guardano ma con molta discrezione e non fanno battute pesanti, oh, a me piace un sacco! Non so ancora come siano i rapporti uomo donna, ma per quanto mi riguarda nei miei confronti ho ricevuto solo grande rispetto.

Il prezzo del cibo e dei trasporti è nettamente inferiore; quando l'ho detto alla mia Dolce Vipera mi ha gentilmente mandata a qual paese. Si è scandalizzata sopratutto per il costo del pane, se qua una baguette costa 0.06 centesimi dalle sue parti costa più di 1 euro! Pure la frutta e la verdura costano decisamente meno e qua abbiamo trovato una pasta locale buona al pari delle più famose paste locali che costa una minima parte! E poi diciamolo... qua ci sono i datteri!!

Ma la cosa che mi ha conquistato di più è la sensazione di sicurezza che si respira. Per farvi capire; ad Aruja vivevamo in un residence con portineria pattugliata da guardie armate che a turno fanno la ronda ogni 10 minuti. Andare a San Paolo è diventato pericoloso, gli assalti nelle code in autostrada la normalità. Sparare in testa per un cellulare è fin troppo comune e gli assalti in casa pure! Mi capite dunque se dico di  amare lo stare qua? Guardare costantemente indietro se arriva qualcuno, scattare una foto con la paura di essere sbattuti a terra, non poter portare nemmeno la borsa e camminare sola col terrore è storia passata e ad ogni volta che ci penso tiro un sospiro di sollievo! Ed è per questo che spero che i miei ragazzi decidano in fretta di venir via di là!

Ecco, se dovessi dare un punteggio la Tunisia vince con un ampio margine; diciamo un 7 a 3 e nessuno se la prenda ma il Brasile non mi manca nemmeno un po'!

Spero di non venir smentita troppo presto anche se sono pronta a tutto, le mie esperienze di vita in Dominicana mi hanno temprato tanto... chi vivrà vedrà!



PS:Ovviamente tutto ciò che ho scritto è frutto di una mia diretta esperienza, che potrebbe essere diversa da chi ha vissuto lo stesso percorso, sopratutto visto che descrivo della prima impressione che ho avuto.

venerdì 5 ottobre 2018

I motivi che mi spingono a girare il mondo?

Oggi ho fatto una foto e l'ho messa nell'immagine di copertina di FB. Gianni, un caro amico blogger mi ha fatto una domanda al quale, li per li, non ho saputo rispondere ma mi ha portato a fare una riflessione.
[...]Ancora oggi non riesco a comprendere bene i motivi che ti spingono a girare il mondo. Di motivi ce ne sono tanti in effetti. Tuttavia intuisco che c'è qualcosa di interiore in te che non riesco ad afferrare nella sua interezza. Ma, aldilà di qualsiasi eventuale ragionamento, io ti seguo sempre e ti voglio bene. A prescindere.[...]

Quali sono i motivi che mi spingono a girare il mondo? Beh, i motivi, come ha detto Gianni, sono tanti ma la prima parola che mi viene è; la scoperta!

Sono da sempre una persona curiosa. Ricordo da bambina quando i miei per la scuola mi hanno comprato l'atlante geografico... passavo ore a guardare la cartina chiedendomi come fossero quei luoghi e chi ci vivesse. La fantasia era quella di una bambina che amava immaginare, ma l'immaginazione ha lasciato il posto ad una profonda e impellente curiosità che non era più solo un sentimento ma si è trasformata in una vera e propria necessità fisica.
Col tempo la necessità è diventata ossessione.  Un sentimento così forte che guardare programmi di viaggio era diventata una sofferenza. Sono arrivata a seguire Licia Colò nei suoi viaggi e a soffrire per non poterli fare, l'invidia era una costante e la sofferenza una condanna. Ma guardare quei posti lontani non mi bastava più e quando nel 2001 c'è stata la possibilità di andare in Brasile mi ci son fiondata! Dovete sapere che quando è arrivato il momento di partire Tomo ha avuto paura e aveva fatto il classico passo indietro, così io sono andata in agenzia di viaggi  e ho fatto il biglietto; quella era la mia occasione e non potevo farmela sfuggire, quel giorno ha avuto inizio il Tutto.
Un inizio molto difficile, lo devo ammettere,  perché il mio spirito era pronto ma la mia mente no. Ho sofferto la lontananza da amici e parenti e ho fatto impazzire la mia famiglia. Così dopo quasi due anni sono tornata con la coda tra le gambe con la ferma intenzione di non muovermi mai più dall'Italia. Troppo difficile per me, mi dicevo, viaggiare comporta troppo impegno, dedizione e senso dell'avventura e io non ce la posso fare! Ultime parole famose!

Ma non non c'è niente da fare; quando quel fuoco si accende non si spegne più. Il tempo passava e io iniziavo a provare nostalgia di quei panorami, di quei modi di vivere, della gente che avevo conosciuto e delle diverse energie. Ero cambiata troppo e tornare indietro a quella che ero stata era ormai impossibile.

Sono rimasta in italia per quasi tre anni fino a che abbiamo deciso di tornare in Brasile. Da li siamo andati in Repubblica Dominicana dove ho avuto la più pazzesca delle mie avventure. Garantisco che  dopo aver vissuto certe emozioni la routine italiana mi andava davvero troppo stretta.
Da li in poi c'è stata l'Australia e il nord del Brasile per poi ritornare di nuovo dove tutto era iniziato; San Paolo. Ma anche li, dopo qualche tempo ho cercato un'altra occasione, ho pregato l'universo che mi desse qualcosa d'altro. Ogni giorno dicevo; ti prego ti prego ti prego, portami altrove... io non so dove ma che sia altrove. L'universo deve avermi ascoltato visto che ora sono qua in terra africana, sapendo che sarà per un breve periodo ma proprio per questo con la continua voglia di vedere ed esplorare.

Ma il perché me lo chiedo pure io!

Perché io ho necessità di conoscere meglio me stessa. Non sono così in gamba da riuscire a farlo in patria. Ho continuamente bisogni di stimoli, di mettermi alla prova, di spostare i miei limiti un pezzetto più in la. Ho bisogno di esperienze forti come quella in Dominicana, esperienze che mi diano l'effetto WOW. Ho bisogno di incantarmi di fronte a tramonti ogni volta diversi, di conoscere persone differenti da me che mi insegnino e mi mostrino il loro punto di vista, perché  vedere il mondo attraverso gli occhi degli altri, per me rimane una grandissima fonte d'ispirazione! Capire le dinamiche esistenziali di religioni, di politiche e di esperienze di vita è sempre un'esperienza eccitante.

Settimana scorsa un signore italiano conosciuto a Tunisi mi ha detto che qua io sarò sempre straniera. Me lo ha detto con un tale rammarico che quasi mi sono sentita in colpa quando gli ho risposto; lo so, siamo stranieri e ovunque andremo lo saremo sempre. Ma io amo essere straniera!  Mi ha guardato strano non riuscendo a capirmi.Tra me e me ho pensato; mettiti in fila fratello... ma sappi che la fila di chi non mi capisce è molto lunga!
Essere straniera, per come la vivo io, mi da il vantaggio di non dover essere mai pienamente coinvolta o responsabile. Per quanto io possa cercare di capire la realtà del paese in cui vivo non sarà mai la mia realtà. Non è mia abitudine criticare il popolo che mi accoglie, (a differenza della maggioranza di italiani) visto che io sono ospite, le loro abitudini, i loro pensieri e le loro convinzioni appartengono solo loro e io non ne sono responsabile, e credetemi quando dico che c'è un'enorme senso di liberazione in questo che nemmeno ve lo immaginate! E rimango sempre basita quando sento italiani dire pesta e corna dei nativi... quasi che il loro modo di essere fosse di loro competenza. Invece di giudicare cerco di vedere il loro mondo attraverso le loro storie e il loro vivere quotidiano, e devo dire che c'è sempre della magia in tutto questo! Magia che accresce sempre di più la mia voglia di scoperta!

Amo la gente, gli scenari nuovi, la scoperta del cibo e imparare nuove lingue! Mi emoziono a vedere i bambini e amo l'interazione con gli adulti. Mi considero atea ma mi affascinano le religioni e amo cercare di capirne i meccanismi.
Ho profondo rispetto di chi è diverso da me e ne accetto il loro essere.
Amo amo amo sentirmi persa sapendo che se anche non capisco una parola di ciò che mi si dice, ho in me la piena consapevolezza che c'è quel qualcosa che ci lega tutti quanti; siamo tutti ospiti di questa terra e come tali io avrò sempre qualcuno che mi porgerà la mano e mi aiuterà in questo viaggio alla scoperta di me stessa!

Ecco... questo è ciò che mi spinge a girare il mondo... spero davvero di avervi fatto sentire queste mie emozioni! Grazie di averle condiviso con me questo momento!

venerdì 14 settembre 2018

Ora la mia anima è più leggera

Non ci riesco ancora... la paura e la preoccupazione di quei giorni è ancora li, in agguato e sembra che aspetti solo per venir fuori. E quando fa capolino lo mando via come un cattivo pensiero.
Non ne parlo con nessuno, penso che nessuno capirebbe ciò che ho provato nonostante mi chiedano come io sia riuscita. Ma sono forte, mi dicono, ho superato di peggio. Poi qualcuno, al contrario, mi dice che c'è la salute e va bene così.
E allora come faccio a lasciare andare se mi sto letteralmente cacando sotto dalla paura al pensiero di farlo venire fuori?
Poi penso che non succederà nulla, è stato ciò che è stato, che si fotta la paura e vado avanti.
Ma quel qualcosa pare sia li e che non se ne voglia andare!

Alzo lo guardo per pensare a come continuare questo scritto e lo sguardo finisce sul comodino dove c'è il il mio Manuale del guerriero della luce, sembra mi guardi... che voglia dirmi qualcosa? Lo apro in una pagina a caso e...

-Primo. Dio è sacrificio. Soffri in questa vita e sarai felice nella prossima. 
-Secondo. Chi si diverte è un bambino.
-Terzo. Gli altri sanno ciò che è meglio per noi, perché hanno più esperienza.
-Quarto. Nostro dovere è rendere contenti gli altri. È necessario gratificarli, anche se ciò comporta rinunce importanti.
-Quinto. Non bisogna bere alla coppa della felicità, altrimenti potrebbe piacerci. E non sempre l'avremo fra le mani. 
-Sesto. È necessario accettare tutti i castighi. Siamo colpevoli. 
-Settimo. La paura è un segnale di allarme. Non correremo rischi. 
Sono questi i comandamenti ai quali nessun guerriero della luce può obbedire.

Ok, pure io decido di non obbedire a nessun comandamento... e ora la mia anima è più leggera!

Anche questa volta scrivere mi ha aiutato... devo tornare  al mio angolo di riflessione più spesso!
A presto....

lunedì 3 settembre 2018

Lettera a Lho Thay

Ciao dolce amica!
Questa sera son qua per parlare un po' con Te...
Ho pensato un sacco alle tue parole in questi giorni... un sacco davvero, e riflettendo ho capito parecchie cose; una di questa sere passate ho visto un film, nonostante non fosse la prima volta che lo vedevo mi ha colpito una parola che mi è tornata in mente un sacco di volte nei giorni a seguire. 
La parola è Antevasin: colei che vive sul confine, ma è un confine che si sposta in continuazione, anche se avanzo nei miei studi e nelle mie realizzazioni, il confine rimane sempre a qualche metro da me, non sono né questo né quello, sono solo una che cerca e che si avvicina al confine che sempre in movimento in questa magnifica e temibile vita nel nuovo.

Ed ecco che mi son tornate le parole dette da Te tanto tempo fa quando alla mia smania di trovare "casa" Tu mi hai risposto che era possibile che in questa mia vita io fossi destinata alla ricerca continua senza mai trovarla questa agognata "casa".


Ed ecco qua l'illuminazione che ha seguito una profonda pace: il fatto che proprio questa mia ricerca fosse il mio possibile destino mi ha svuotato di tutte le aspettative che avevo riguardo a questa mia vita, la ricerca finalizzata a se stessa senza per forza trovare qualcosa alla fine!
Ho sorriso a questa cosa così ovvia... ho immaginato il tuo sorriso a vedere la mia sorpresa, sapendo benissimo che era davanti a me da tempo immemore! Ma la velocità di deduzione non è il mio forte e nonostante tutto l'accetto come una mia prerogativa.

Il 22 di settembre parto per questa mia nuova avventura con uno spirito diverso, questa nuova consapevolezza mi mostra una prospettiva differente che non vede ne un finale o una tappa, ma solo l'ennesimo e continuo cammino! 
Ti penso con gioia, gratitudine e amore per ciò che continui ad insegnarmi, il Tuo viso pieno di pace è di grande ispirazione per me e la Tua gioia mi trasmetta la certezza che questa è la strada giusta... dura e piena di ostacoli ma con la gioia di poterli superare con la forza che contraddistingue noi Guerrieri!

Lascio che la forza mi pervada e mi permetto di vivere in armonia senza che la paura la faccia da padrona con quel pizzico di incoscienza che ha sempre accompagnato le mie scelte!

Ti voglio bene dolce amica... e ti abbraccio d'amore, in un abbraccio dei nostri!
A presto...
Sara    



Dolcissima . . . 
ebbene sì, ho sorriso immaginandoti sorpresa per la "nuova" rivelazione!
Non esistono forse le tartarughe (che i saggi considerano colme di sapere)
 che la loro casa la portano con sé?
Tu devi cercare sempre e solo il Tuo star bene, quello interiore, quello profondo, 
quello che non viene intaccato da nessuna umana vicissitudine.
Le forme o i modi che darai a questa ricerca sono i Tuoi, 
quindi sempre e comunque corretti perché scelti da Te.
Ti invio anch'io un abbraccio "dei nostri" che in fondo è un eterno abbraccio
 tra le  nostre essenze
Buona avventura e non dimenticare che, 
se lo vuoi, non sei sola!!

Lho Thay

venerdì 3 agosto 2018

Una nuova solitudine...

Un mese... è ormai passato un mese da quando il compagno della mia vita, il mio Tomo, è rimasto bloccato all'estero per un assurdo caso di omonimia. Ma non è di questo di voglio parlare... ma di quello che questa assurda situazione  mi ha lasciato dentro!

I sentimenti che ho provato sono stati tanti e per molti versi devastanti; la rabbia, l'incredulità, lo sconforto, il panico, l'ansia, l'indignazione e la frustrazione. Ma la peggiore è stata la solitudine.
Non quel tipo di solitudine che qualche pagina riporta nel web: La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri, no, si è trattato di qualcosa di più profondo e molto più doloroso.
Non perché io fossi sola, ma perché proprio in mezzo alla gente non potevo esprimere i miei sentimenti. Non ho potuto raccontarlo a nessuno, ho mentito a chi mi chiedeva come stavo e cercavo di stare calma quando dentro di me sentivo che stavo andando a pezzi.
Sono arrivata a sminuire la gravità della situazione perché nessuno avrebbe capito ciò che provavo e gli sguardi di biasimo mal li sopporto. Ho pianto di nascosto per non far impensierire e ho urlato in silenzio per lo stesso motivo.

E mi sono resa conto che nella mia vita ho sempre parlato dei miei sentimenti con il mio migliore amico ma questa volta non ho potuto farlo perché lui... beh, lui stava peggio di me!
Como potevo piangere per il fatto che mi lui mancava quando lui era ancora più solo e ancor più lontano da casa? Come potevo arrabbiarmi della situazione quando era lui che la stava vivendo in prima persona? Come potevo lamentarmi dei giorni senza risposte se nemmeno lui le aveva? Come potevo incavolarmi dell'impotenza se lui stesso la stava vivendo dentro di se?

In questi giorni appena passati sono diventata monotematica, proprio perché il pensiero era solo quello e non riuscivo a pensare ad altro. Avrei voluto urlare tutto ciò che provavo al mondo ma invece no; non potevo parlarne, anche solo per evitare inutili polemiche, per non dover dare continuamente spiegazioni ma sopratutto il mio silenzio è stato  per non tediare il mondo, gli altri hanno i loro problemi... come potevo caricarli con i miei? Senza dimenticare la situazione era così delicata che non aveva bisogno di interferenza alcuna.
Ma forse la sofferenza maggiore è solo per il semplice fatto che io ho sempre usato la comunicazione per gestire ciò che in passato mi ha afflitto e non poterlo fare ha avuto su di me l'effetto di una lenta e inesorabile implosione.


La solitudine... e pensare che credevo di sapere di cosa si trattasse, ma non è così. Giorni fa sulla mia pagina Fb ho scritto che l'unico modo per capirlo è passarci, ed è così, come in tutte le cose. Così ho capito che anche questa cosa avrei dovuto viverla come volevo senza dover dare nessuna spiegazione.
E' certamente un sentimento che apprezzerò, ora che tutto è finito, e ce se va come sempre capirò la lezione col tempo, perché so che anche dietro a questa grande esperienza c'è una grandissima lezione.

Ma ora vado... il mio Tomo mi aspetta in aeroporto! 

venerdì 22 giugno 2018

Un altro inizio!

Eccoci qua in questo ultimo giorno di vita Brasiliana... non sappiamo ancora che succederà e nemmeno dove andremo vivere.
Qualche idea c'è ma bisogna vedere se troverà lo spazio per realizzarsi.
Un salto le buio come mai prima prima d'ora...noi ci siam già buttati, ora stiamo a vedere dove i nostri piedi atterreranno!
Buona vita e in bocca la lupo a noi... ovunque sarà!!
Avanti sempre!