Qui sotto c'è la lettera che a novembre ho scritto nel forum Hornet. it dopo il terribile incedente di mio figlio, successo il 4 ottobre 2009...
Ciao a tutti!
Non tutti mi conoscono, sono Sara la mamma di Daigor...
Non riesco ad esprimere tutto quello che provo leggendo le vostre parole...
Non posso che riprendere le parole di Daigor:
***Siamo una razza strana e meravigliosa, nonostante non ci conosciamo, sembriamo sempre fratelli, per noi non esistono differenze, usciamo, ci prendiamo cura l'uno dell'altro, siamo grandi amici anche se è la prima volta che ci incontriamo, ridiamo e scherziamo come fossimo dei vecchi compagni di scuola...***
Come è vero! Quanta preoccupazione, quanta passione, quanto amore è uscito dalle vostre parole!!
Siete fantastici!! Vorrei ringraziarvi uno per uno per potervi abbracciare tutti...
Sempre vicini, sempre solleciti, sempre amici!!
Quanti messaggi quante belle parole, quanta forza ci avete trasmesso!
Claudio, mio marito, diceva spesso nelle giornate in ospedale: "Senti che bella energia ci sta circondando da un po' di giorni!" Ancora non lo sapevamo ma era anche la vostra!!!
GRAZIE GRAZIE GRAZIE! SIETE SEMPLICEMENTE FANTASTICI !!!!!
Penso ancora ad Andrea... che bellissima persona, lui probabilmente non lo sa visto che una mamma già ce l'ha... ma io ho di sicuro un figlio in più!
Grazie ancora, caro Andrea, sei stato meraviglioso, con me, con Claudio, con Daigor... grazie del sentimento con cui hai accompagnato tutta la situazione, sollecito e premuroso come solo un fratello può fare! Grazie caro, grazie di tutto, non posso dimenticare che se mio figlio è ancora vivo lo devo anche a te... a te che non lo hai lascito un attimo...
Non dimentico i tuoi, i miei, o meglio, i nostri amici, Claudio e Massimiliano...
Voi... tre bellissimi angeli senza ali che eravate proprio li, esattamente dove dovrebbero essere gli angeli... a voi va la nostra eterna riconoscenza!!
E ora tu Daigor, ciao ragazzo mio...
Questa volta me la stavi combinando davvero grossa, ma grazie ai tuoi tre angeli, tutto si è risolto per il meglio! I loro racconti ancora disturbano il mio sonno, ma sono felicissima che loro fossero li con te quel giorno!
Erano le 11,30
C'è stata una scivolata, nessuno sa come tu abbia fatto, ma di sicuro hai sbattuto la faccia sul pilone a bordo strada, il sangue sul muretto lo conferma, come tu sia volato per venti metri per poi atterrare su due alberi... ce lo stiamo chiedendo tutti! Andrea scivola sul tuo olio, raccoglie la sua moto per poi accorgersi che la tua è a terra ma tu non ci sei, arrivano anche gli altri due, mollano tutto e iniziano a chiamarti... ma non ti trovano... tutti urlano il tuo nome .. nulla!
Finalmente Claudio ti vede e assieme ad Andrea ti raggiunge in un secondo ma non rispondi, ti chiama più e più volte, ti tocca, prova a scuoterti... ma nulla, nel frattempo arrivano anche gli altri, Massimiliano è autista di ambulanza con specializzazione in traumatologia e prova a sentire se c'è qualcosa di rotto... non sembra, anche la posizione della schiena sembra a posto.
Decidono di tirarti giù, nel frattempo i soccorsi sono stati chiamati...
Claudio ha la tua testa piena di sangue tra le mani e tu non rispondi, pensa a noi a come prenderemo la notizia, sembri morto e non rispondi... passa un motociclista e chiede se c'è bisogno di aiuto, affermativo! Chiama la moglie medico che è appena passata, anche lei scende e aiuta il resto del gruppo... grazie a Dio ti riprendi, non riesci a respirare e ti togli il casco, ti agiti e calmarti non è facile. L'elisoccorso arriva in dieci minuti, scendono nel dirupo, è talmente ripido che per sostenersi devono aggrapparsi agli alberi, sei pronto per essere soccorso, nessuno attimo sprecato!
Vedono il polmone sinistro che ti soffoca il cuore, detto fatto, un drenaggio tempestivo fa sfiatare l'aria, il polmone e cuore ritornano in sede. Dopo tre ore di soccorso sei quasi stabile...
Viene chiamato il soccorso alpino, ti tirano su e in un vento sono all'ospedale, sono le 14, 45...
Arrivi nella sala tac, li vedono che anche il polmone destro è collassato. Praticamente è scoppiato come un sacchetto di carta! Altro drenaggio in fretta per fa uscire l'acqua che si è presa il suo posto... riaccendono il tuo cuore che si è spento... fanno e tribolano... te ne vai ma alla fine ti riportano in vita!
Andrea mi chiama ma è talmente sotto shock che non riesce a tranquillizzarmi... Penso, anzi, sono sicura che tu che tu sia morto, la mia disperazione è al culmine... sono le 16... e io piango un figlio che non so se rivedrò ancora vivo..
Marta riesce, non senza difficoltà e spacciandosi per un medico dell'ospedale, a chiamare la terapia intensiva... Mi chiama e con un tono impostato che la scuola di medicina le ha insegnato, mi ridà speranza... il resoconto è chiaro, non riesco a leggervi una mancata verità... beata ignoranza... ma ora so che sei vivo e questo mi basa... deve bastarmi! Sono le 18,30
Chiamo l'ospedale all'ora pattuita, ma nessuno mi sa dire nulla, la risposta, l'unica che l'infermiera mi sa dare è: " non le posso dire nulla e nessuno può venire a parlarle... sono tutti su suo figlio..."
Io muoio una seconda volta... sono le 19,30
Finalmente sento il dottor Delucia che mi tranquillizza e mi dice che non sei più in pericolo di vita. Un grande medico, è stato talmente bravo a tranquillizzarci che ci abbiamo creduto!
Per sua ammissione; "non era una bugia ma una verità omessa, come avrei potuto dire a dei genitori che il loro figlio lo teniamo per i capelli.." Grazie al cielo non mi ha detto la verità! Sono le 21,30...
Arriviamo in ospedale che dista 400 chilometri da casa.
Voglio credere che il nostro amore tu lo abbia sempre percepito, anche se privo di conoscenza... ti abbiamo parlato tanto e te lo abbiamo ripetuto spesso quando eri in coma indotto, ci dicevano di toccarti e di parlarti... Ricordo quando siamo entrati nella sua stanzetta riservata, vederti in quelle condizioni ho avuto un mancamento, sia io che tuo padre. Il tuo infermiere, Alessio, mi dice che posso toccarti, io guardo, ma non so dove mettere le mani, il tuo corpo è pieno di tubi, li abbiamo contati, c'erano più diciotto tubi che entravano e uscivano dal tuo corpo... il tubo del respiratore, il sondino per il cibo, due drenaggi nei polmoni e una serie di cannule nelle braccia e nel collo... anche le gambe erano bendate con dei tubi e tutti attaccati a dei monitor che emettevano dei bip impressionanti... Guardo papà, anche lui è spaventato e pallido.... e nemmeno lui sa che fare, non sa dove mettere le mani... allora mi faccio spazio tra tutto quel marasma di tubi e ti tocco la fronte, guardo papà e dico: "è caldo... è vivo..." Continuavo a ripetere... e vivo, è vivo, è vivo...
Ti ho sempre detto che ti voglio bene e non smetterò mai di dirtelo e non smetteremo mai di dimostrartelo... ma ti prego, ti prego davvero... non farlo mai più!!
Ti vogliamo bene!
Un bacio e un abbraccio immenso!
Mamma e papà...