martedì 20 ottobre 2015

Cerco un attimo che valga una Vita!

Sono stanca e sono produttiva, sono infastidita e sono divertita, sono attiva e sono passiva, sono forte e sono fiacca, sono ora e sono adesso!

In verità non sentivo la necessità di scrivere e come sempre non so cosa ne verrà fuori, ma voglio scrivere per non perdermi nel turbinio della situazione, scrivere così... a futura memoria!!

Mancano ventidue giorni alla partenza e qualcuno meno quando lascerò questa dimora. Ho preparato quasi tutto ormai... forse ho iniziato troppo presto visto che questa mattina ho dovuto andare a rovistare nelle valige alla ricerca di biancheria intima!
A volte immagino a quando sarò là, nella mia nuova casa... al mio primo risveglio con la nuova sensazione di non avere più  un posto dove tornare (Sono anni che vado via tre mesi ma son sempre tornata). Una sensazione conosciuta nelle mie esperienze di vita all'estero, ma nuova se la metto a paragone a questo mio nuovo modo d'essere e di vivere! E poi cerco di immaginarmi a quando chiuderò la porta a questa mia vita, salirò in macchina e me ne andrò sapendo di non tornare più!

Sinceramente non vedo l'ora! Non vedo l'ora di lasciare tutto e iniziare a vivere sul serio! Rimanendo qua con questo stile di vita sento che sto perdendo il meglio che la vita ha da offrire. Voglio di più, non un "di più" in senso materiale, ma più in senso umano! Voglio vivere con persone che la pensano come me, avventurieri della vita che amano ciò che fanno e fanno ciò che amano!

Sono stanca di vedere gente triste con lo sguardo spento. Voglio vivere in un posto dove si è felici di vivere nonostante tutto, dove la speranza è ancora viva ed il sorriso è un comune stato d'animo!
Voglio vedere gente in piazza  dove i bambini giocano sotto lo sguardo di genitori attenti ma non ossessivi, dove la gente sa ancora trovare gusto alla condivisione!

Voglio una Vita degna di questo nome, una Vita piena di sogni! E là, dove il sogno che non si realizza ce ne un altro pronto a essere messo in atto, senza nessuno che mi dica che devo accontentarmi  perchè ho già tanto, che a forza di volere non otterrò mai nulla... 
No, io dico NO a questo modo uniformato e obsoleto di pensare... questo modo andrà bene ad altri ma non a me. Io non voglio più alibi per continuare a non vivere, non voglio nascondermi dietro a mille scuse che mi impediscono di respirare. Voglio godere di ogni attimo senza sentirmi un alieno e voglio abbracciare senza sentirmi continuamente respinta perchè qua non si usa!

Voglio Vivere, Respirare, Ridere, Godere, Abbracciare e Gioire tutto quanto... nonostante tutto! E a chi mi chiederà cosa cerco, la mia risposta sarà come quella di Casanova: Cosa cerco? Cerco un attimo che valga una Vita!

Un saluto a Voi anime in continuo mutamento!



sabato 10 ottobre 2015

... e la magia si ripete!

Non è una novità, dopo diciassette traslochi questa cosa non dovrebbe più sorprendermi... invece mi stupisco ancora! L'avevo scritto quattro anni fa all'ultimo trasloco ed è successo ancora! 

Avevo deciso di lasciare la casa così com'era, con libri, oggetti, quadri alle pareti e oggetti personali, fino a fine mese. La mia mente voleva tenere tutto immutato, come se non stesse succedendo nulla!
Ma la mia anima è di un'altra opinione e sa benissimo che qualcosa sta succedendo e, come accade ormai da tempo, ha avuto la meglio!

Ieri, presa da nuovo slancio, ho preso delle scatole è ho iniziato a vuotare tutto! Ho fatto la scatola da dare a mio fratello, quello per mia sorella, per mia mamma, da portare via e da lasciare per prossima volta... In un pomeriggio la casa sì è spogliata di me... si è spogliata di noi! Ora alzo gli occhi e... io, noi non ci siamo più! E ancora una volta son sorpresa della leggerezza che provo!

Son sempre più convinta che la casa siamo noi, in qualunque posto noi andiamo, fosse in montagna o al mare, a Reykjavìk o Wellington... la casa la portiamo con noi! Ha  un vago sentore di reincarnazione: la casa è il guscio che ospita il nostro corpo, come il corpo è il guscio che ospita la nostra anima... togli il guscio, ma rimaniamo sempre e solo noi... anche quando cambiamo destinazione! ... scrissi quattro anni fa, e oggi  è ancora così!

Ora i muri sono nudi, le mensole spoglie e i mio essere è ritornato dove è sempre stato; dentro di me!
Ho di nuovo rischiato di farmi bloccare in una situazione che ormai non c'è più. Il cambiamento è in atto e non posso, anzi, non voglio fermarlo! Finché tutto rimaneva così non riuscivo a coglierlo, cambiando  la prospettiva cambia la visione e la consapevolezza ha la meglio!

C'è un'alta casa che mi aspetta oltre oceano, ed è vuota anche quella, è solo in attesa di noi! In questo momento mi sento solo io, mi sento priva di guscio (sensazione gradevole in questo frangente) visto che la mia vita è chiusa in qualche scatola... 
Una casa vuota qua, e una casa vuota là... solo un anima con un corpo! Se ci si pensa è bellissimo che sia così, la certezza che l'essenza non è ne il luogo ne la destinazione... ma solo l'adesso!


giovedì 8 ottobre 2015

Ray LaMontagne in Let It Be Me... Lascia Che Sia Io

Al mio migliore amico!



Lascia Che Sia Io

Potrebbe arrivare un momento
Un momento nella vita di tutti
Dove nulla sembra andare nel modo che si vuole
Dove nulla sembra riuscire correttamente.

Potrebbe arrivare un momento
Dove ti sembrerà di non riuscire a trovare la tua strada
Per ogni porta contro la quale ti imbatterai
Ti sembrerà come te la stiano sbattendo in faccia.

E' proprio in questo momento che ti servirà qualcuno al quale chiamare
E quando le tue speranze sono perse
E ti sentirai come se non riuscissi più ad andare avanti
Lascia che sia io 
Se è di un amico del quale hai bisogno
Lascia che sia io 
Ti sembra come se ogni volta che torni a casa
Tu sia sempre a tasche vuote, senza soldi
Non importa a chi ti rivolgi, ti senti come tu non avessi un posto dove stare
Cerchi di metterti in comunicazione con qualcosa e ti rifiutano.

Ora, ricordo anche io tutto molto bene
Come ci si sente essere tutto solo
Ti senti come se avessi dato tutto
Solo per un piccolo posto che puoi chiamare tuo.

E' proprio in questo momento che ti servirà qualcuno al quale chiamare
E quando le tue speranze sono perse
E ti sentirai come se non riuscissi più ad andare avanti
Lascia che sia io 
Se è di un amico del quale hai bisogno
Lascia che sia io

Lascia che sia io 
Se è di un amico del quale hai bisogno
Lascia che sia io 

lunedì 5 ottobre 2015

Caos calmo...

Quanto per la prima volta ho sentito queste due parole messe insieme ho pensato che fosse un'emerita sciocchezza... come fa il caos ad essere calmo? Io o sono in pieno delirio o sono la pace fatta persona... non esiste un caos calmo! 
Non esisteva... fino ad ora!

La cosa fantastica è che me ne rendo conto e guardo da spettatrice questa babele nel mio cervello che, invece di esprimere mentalmente  il concetto come mio solito  da: devofarequestopoiquelloepoiquellaltro,  si è trasformato in; devo... fare... questo... poi... quello... e... poi... quell'altro... E' come se il mio cervello fosse un vinile da 33 giri  si fosse messo a girare a 45!

Tutto scorre lento, indolente e rilassato!

Sarà che ho l'impressione che il tempo non passi più... anche se il tempo stringe sembrano passati mesi a quando mancavano 44 giorni invece è solo passata una settimana... e il 12 novembre, nonostante sia dietro l'angolo,  mi sembra lontanissimo! Lo dimostra la mia ultima conversazione telefonica:

-Ok signora Sara, l'appuntamento è per il 9 ottobre!-

-Il 9 ottobre? (ok, c'è ancora un sacco di tempo... ma mi sembra tanto in la, penso io nella mia povera mente)-
-Sì il 9 ottobre... fra quattro giorni!-
-Fra quattro giorni???-
-Sì...-
-Oh...-
-Già... è tutto a posto?-
-Sì... credo di sì...-
-Allora confermo?-
-Cosa?-
-L'appuntamento...-
-Appuntamento?-
-Sì, quello del 9 ottobre...-
-Certo... 9 ottobre... fra quattro giorni?-
-SI!-
-Ok... certo... confermi pure...-
Ecco... non so cos'abbia pensato la signorina dall'altra parte del telefono, ma immagino che quantomeno io le sia sembra un pochetto stramba!

Ma questa sono io, zero voglia di chiacchierare (incredibile vero), voglia di partire a mille e  con una mente che non vuole saperne di starmi dietro.
E il che va bene per carità! Pensavo che sarei stata in pieno delirio e ansia e invece niente fame nervosa, la sera mi addormento subito, non ho sonno durante il giorno e nonostante debba lasciare una casa  (questo implica che io debba vendere ciò che non posso portare con me, fare le valige scegliendo le cose indispensabili per poi fare delle scatole dove verrà messo quello quello che mi porterò via al prossimo viaggio), chiudere utenze, vendere la macchina e cercarne un'altra per arrivare fino al 12 novembre qualora riuscissi a venderla!!! Ma io continuo a girare a 45 giri... 

Un vero e proprio... caos calmo!!


venerdì 2 ottobre 2015

Il dovere di darsi un limite oltre il quale bisogna semplicemente andarsene

Ieri sera sulla pagina di Katia ho trovato questo scritto... 
Mi ha emozionata perché, a parte il luogo di destinazione e la casa, è lo stesso identico mio vissuto e le mie stesse sensazioni! Si parte con due valige a testa per non soccombere perchè, come dice l'autrice: il dovere di darsi un limite oltre il quale bisogna semplicemente andarsene.



Solo un'altra che se ne va.
Siamo in tanti ad andarcene, ormai è un’emorragia. Io sono solo una di una folla, ma stavolta sono io e non un altro: questo, nella mia sceneggiatura personale, fa la differenza.
Tutto è diverso quando sei tu e non un altro.

Per questo, in Italia lascio un lavoro a tempo indeterminato, una casa, un’auto, la mia famiglia e tutte le certezze, le radici che ho. Parto arrabbiata, con la fretta di chi sente di abbandonare una nave che sta affondando. 
Ogni giorno mi alzo dal mio letto sentendo di subire un’ingiustizia che non sono più disposta a sopportare, con l’unico rammarico di aver stupidamente sperato troppo a lungo di poter in qualche modo, nel mio piccolo, cambiare le cose. 
Me ne vado perché sono stufa di lavorare come un asino e vedermi sottratta la maggior parte del reddito da uno Stato che io considero vergognoso da troppi decenni. 
Sono stanca delle lobby che se la suonano e se la cantano, del sistema che disincentiva l’impresa, dei cugini e fratelli che occupano posizioni strategiche. 
Non sopporto più l’intoccabilità degli incompetenti, il mercato del lavoro mortificante e impazzito. Io e il mio compagno stiamo lasciando tutte le nostre certezze. 
Partiremo con due mutui alle spalle verso una città molto costosa, dove dovremmo guadagnare abbastanza per mantenere le case e i conti italiani (di cui non riusciamo a disfarci) e la nuova vita che ci aspetta. 
Saremo immigrati, e tra non molto sogneremo in una lingua diversa anche se non la sapremo nemmeno parlare come si deve. Io che sono stata sempre molto consapevole delle mie pecche professionali ma anche dei miei punti forti, ora non sono più sicura di niente, perché lasciare tutto significa anche mettersi in discussione come mai prima, affrontare ambienti nuovi, giocare una partita infinitamente più competitiva: nessuno mi dica “ti invidio”. 
Non so come andrà, ma restare a guardare non è mai stata un’opzione. Perché vogliamo fare e vogliamo fare bene, non chiediamo altro che un sistema che ce lo permetta, riconoscimento del lavoro che facciamo, pagamenti puntuali, tasse eque: quello che dovrebbe essere la normalità e che in Italia è diventato un miraggio. 

Prepariamo cartoni e grandi hard disk esterni, installiamo Skype sul telefono di mamma e papà, mettiamo in vendita cose, ne regaliamo molte altre, chiudiamo utenze, scegliamo cosa ci accompagnerà oltre Manica e cosa no. La vita in due valigie. Nelle valigie, i tanti amici. 

Sono felice perché con noi non se ne vanno due disoccupati, ma due che un lavoro ce l’avevano e che l’hanno lasciato a chi ne aveva bisogno. Per il resto, credo che tutte le persone in qualche modo insoddisfatte, arrabbiate, infelici o frustrate da una certa situazione abbiano non solo l’obbligo personale e sociale (perché l’infelicità ha un costo sociale altissimo) di provare in tutti i modi a migliorarla, ma anche il dovere di darsi un limite oltre il quale bisogna semplicemente andarsene: da un sentimento, da un luogo. 
Ad un certo punto occorre cambiare treno. Così. 

Testo originale Elenatorresani: