In questi giorni non mi sento molto bene. Il dolore è tornato, come ho già scritto nel post precedente.
Costretta a stare a letto, mi ritrovo a pensare tanto. E nei pensieri, riaffiorano ricordi, emozioni, frammenti di passato.
E quando penso sento il bisogno di dare voce a tutto questo, di dettare ciò che mi attraversava dentro.
Quello che ne è uscito è una parte di me... fragile, vera, e forse anche un po’ dimenticata.
Mi piace pensare che c’è chi, come me, attraversa la vita come un treno: alcuni salgono e restano per molte stazioni, altri scendono alla prima. E poi ci sono quelli che vengono invitati a scendere, non per cattiveria, ma perché non nutrono più il mio bellissimo viaggio.
E in questo mio viaggiare ho imparato che la consapevolezza non nasce dal tempo, ma dal modo in cui si affronta il dolore, si ama, e si accoglie il mistero.
Sì, perché un’anima antica non resiste alla vita ma la abbraccia. Non cerca approvazione, ma verità. Non si aggrappa alle persone, ma le riconosce e le lascia andare quando è il momento.
Da bambina sognavo di diventare vecchia per acquisire saggezza. L'ingenuità ha lasciato spazio alla completezza e oggi vedo che l’età non garantisce nulla. Ci sono occhi che non raccontano nulla, ci sono anime appena incarnate, ancora acerbe. E poi ci sono sguardi che trasmettono compassione, intuizione, profondità: segni di anime che hanno camminato tanto.
La consapevolezza è questo:
- Accettare il dolore senza rabbia.
- Amare senza possesso.
- Affrontare il mistero senza bisogno di risposte.
Senza consapevolezza non c'è nulla! E quando si vive così, non si dipende più da nessuno. Chi c’è, c’è. Chi non c’è, pazienza.
Perché l’anima antica non cerca compagnia a tutti i costi, cerca solo autenticità.
Io sono ancora in cammino. E mi auguro di non smettere mai di crescere. Perché la vera saggezza non è sapere tutto... è accogliere tutto.