Nel residence in cui vivo, la macchina più povera penso sia una Cheyenne... o giù di lì!
E noi?
Ovviamente abbiamo quella che non si capisce se è un’auto o un esperimento francese. Ma questa è!
Una Citroën.
Modello? Boh.
So solo che ha più 15 anni, un vetro panoramico che mi fa sentire in un documentario su National Geographic, e un colore…
Verde acqua azzurro grigio verde stagno.
Un colore che non esiste nella scala Pantone, ma esiste nel mio parcheggio.
A proposito di parcheggi, è facile trovarla: basta cercare quella con l’attaccatura più "alta" e l’aria da “non sono bella, ma sono intelligente”.
Diciamo che da nuova avrebbe avuto sicuramente più fascino.
Ma, per permettermela, dovrei vendere un rene.
E per mantenerla, anche l’altro.
Tra assicurazione e tasse, qui in Brasile è come pagare l’università a un figlio che non ti chiama mai.
E tra qualche anno, diventerà antica. Non nel senso triste del termine, eh. Nel senso che diventa taxfree. Vuoi mettere la soddisfazione?
Tutti con SUV nuovi e bollette salate, (Loro possono) io invece con la mia Citroën stagno, che non paga tasse e guarda il cielo meglio di tutti!
Eppure, eccoci qua.
A “accontentarci” (virgolette obbligatorie) di una macchina che non vince concorsi di bellezza, ma fa il suo dovere.
Spaziosa, comoda, con un baule capiente che diventa il nostro alleato quando andiamo a fare la spesa mensile al Comercial Esperança.
Una volta ci abbiamo messo dentro: 5 casse d’acqua, 2 sacchi di riso, 20 chili di zucchero, detersivi per sei mesi, 1 anguria, 1 bambino (che non era nostro), e un pensiero felice.
E poi c’è lui: il tergicristallo.
Se sbagli a toccare la leva… parte.
E non si ferma più.
È come se dicesse:
“Ah, tu mi hai voluto? Ora ti tengo compagnia.”
Un giorno ha continuato a muoversi per 20 minuti sotto il sole, senza una nuvola in vista.
Io lo guardavo, lui mi ignorava.
Un rapporto complicato, ma intenso.
E ogni volta che salgo, guardo quel bellissimo vetro panoramico e penso:
“Non so esattamente dove sto andando, ma almeno vedo bene il cielo, questo è poco e fantastico!”