sabato 13 luglio 2024

Budai: Oltre la Pancia, la Gioia del Buddha

 


Girando per il web, mi sono resa conto che c’è una certa confusione sulla figura del Buddha. Infatti, qualcuno pensa che il Buddha sia grasso… invece non è così; il Buddha storico era magro. Quello grasso ha un altro nome… ma andiamo a vedere con calma!

Esistono due interpretazioni principali sulla figura di Budai o Pu-tai, come alcuni preferiscono chiamarlo. La prima sostiene che fosse uno dei primi diciotto arhat del Buddhismo, coloro che hanno raggiunto il pieno risveglio spirituale. Il suo nome era Angida, ed era un abile cacciatore di serpenti. Dopo averli catturati, toglieva loro il veleno per evitare che mordessero i passanti e poi li liberava. Per la sua bontà, ottenne la Bodhi, cioè l’illuminazione spirituale, nell’ambito del buddismo.

La storia più nota afferma che fosse un monaco Chan di nome Qìcǐ, nativo di Fenghua, oggi nella provincia di Zhejiang, Cina, che visse durante la dinastia Liang.

Si dice che al momento della sua morte abbia composto il seguente inno: Maitreya, il vero Maitreya, ti manifesti in molteplici forme. Spesso ti riveli alla gente del tempo, altre volte non ti riconoscono.

Per questo motivo è generalmente identificato con Maitreya.

Budai/Hotei è sempre rappresentato grasso e calvo, con una sacca sulle spalle o sotto il braccio, dalla quale prende il nome, che non si svuota mai e con la quale nutre i poveri e i bisognosi. È piena di piante di riso (simbolo di abbondanza), dolci, cibo e molte cose di grande valore.

Spesso ha con sé una ciotola da elemosine, che rappresenta la sua natura di monaco buddista.

Il suo ruolo è di proteggere i deboli, i poveri e i bambini, ed è spesso ritratto accanto a loro. Nelle raffigurazioni giapponesi, Hotei è talvolta seduto su un carro condotto da ragazzi, o sventola il ventaglio che esaudisce i desideri (oogi), il ventaglio usato cerimonialmente dai potenti per dimostrare di accettare la richiesta di un vassallo.

Nei templi buddisti Chan e Zen, una sua statua è generalmente posta all’ingresso con il viso sorridente rivolto verso l’entrata. È inoltre presente in un koan della scuola Zen. In questo, egli viaggia donando caramelle ai bambini poveri, elemosinando solo da monaci e laici Zen.

Un giorno un monaco gli chiede: “Qual è il significato dello Zen?”. Hotei depone la sua bisaccia. “Come si realizza lo Zen?”, continua il monaco. Hotei riprende la bisaccia e si rimette in cammino.

Nel Taoismo, Budai è considerato una divinità dell’abbondanza e della soddisfazione, dell’accontentarsi di quel che si ha. La grande pancia è simbolo di gioia, fortuna e realizzazione; inoltre, nella tradizione cinese, la pancia è considerata la dimora dell’anima, e la sua dimensione può essere considerata un’allegoria per la sua grande bontà. Secondo una tradizione popolare, sfregando la sua pancia è possibile ottenere ricchezza, fortuna e prosperità.

Nell’Ikuantao, le statue di Budai si trovano spesso nella parte centrale dei templi; in esso è chiamato Maitreya, ma è considerato l’incarnazione di molti insegnamenti taoisti, tra cui la generosità e la disponibilità.

Hotei è l’unica delle Sette Divinità della Fortuna giapponesi a essere probabilmente ispirato a una persona realmente esistita ed è il più conosciuto al di fuori del Giappone. Per gli Shintoisti è considerato Dio dell’abbondanza e della buona salute, e per questo spesso una sua statuetta o amuleto viene posto in casa dai credenti. È particolarmente associato ai bambini.

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