giovedì 5 settembre 2024

Troverò l'uscita?

Accetto l’incertezza e mi focalizzo sul presente. Cammino con la consapevolezza di perdermi nell’intricato labirinto dell’introspezione… Poi chissà, un giorno potrei anche trovare l’uscita. Se va male, avrò almeno fatto un sacco di passi!

 


sabato 20 luglio 2024

Non è ciò che fai che dà senso alla tua vita, ma è ciò che vivi il vero senso della Vita (Sabato in filosofia)



In questo tuo cammino vedi ad ogni angolo una prova, un’illusione, una certezza effimera, che vuole fare vacillare quello in cui Credi.

Perché per essere nel giusto devi Vivere ciò in cui credi. 
Più grande è la tua convinzione, più saranno contorti i meccanismi mentali che ti vogliono sopraffare. Più tu Credi, e agisci nel Giusto, più le prove diverranno impegnative. 
Più tu Ami, maggiore sarà la soddisfazione che vivi nella riuscita del tuo obiettivo. 

La paura è la forza della negatività, l’Amore e il Credo sono la forza della positività. Spaventa pensare di nuotare contro corrente, in un fiume che tanto ti ha allontanato da tè stesso. Spaventa sentire voci che ti sussurrano all'orecchio piacevoli inganni che mirano a farti mollare la presa. Cercano di afferrare la tua debolezza, e cercano di corrodere la tua determinazione. Ti circondano, ti tentano...

Solo il tuo Io con la forza del suo Credo farà sì che tu possa perseverare nella determinazione. Solo il tuo Credo se sarà così tanto radicato nell’Io ti porterà a non perire e a non cadere mai di fronte a niente.
 
Ricorda: ti basta chiudere gli occhi, ascoltare quella musica che non ha mai fine che da sempre ti accompagna e che risiede nel tuo Io. E’ come una fiamma che perenne arde dentro di Te. E’ una melodia che ti ricorda chi sei, quindi in cosa credi e chi ami. Sappi che alimentando questa fiamma, quando ti troverai a lottare, quando avrai paura, basta che tu chiuda gli occhi e la troverai perché è lì anche il fuoco di chi ti Ama veramente, di chi Crede in te, di chi ti ritiene importante. 
Allora saprai che non sei solo, allora saprai che puoi sempre farcela contro ogni sfida della vita. In fondo la realtà è un’illusione, anche se rendersene conto genera disorientamento e incertezza.
Bisogna perseverare e credere in se stessi, nelle proprie capacità. Questo è ciò che mi viene Insegnato e che risiede nel mio Io. E’ un bene così prezioso che non permetto a nessuno di potermene privare! -

Panda

sabato 13 luglio 2024

Budai: Oltre la Pancia, la Gioia del Buddha

 


Girando per il web, mi sono resa conto che c’è una certa confusione sulla figura del Buddha. Infatti, qualcuno pensa che il Buddha sia grasso… invece non è così; il Buddha storico era magro. Quello grasso ha un altro nome… ma andiamo a vedere con calma!

Esistono due interpretazioni principali sulla figura di Budai o Pu-tai, come alcuni preferiscono chiamarlo. La prima sostiene che fosse uno dei primi diciotto arhat del Buddhismo, coloro che hanno raggiunto il pieno risveglio spirituale. Il suo nome era Angida, ed era un abile cacciatore di serpenti. Dopo averli catturati, toglieva loro il veleno per evitare che mordessero i passanti e poi li liberava. Per la sua bontà, ottenne la Bodhi, cioè l’illuminazione spirituale, nell’ambito del buddismo.

La storia più nota afferma che fosse un monaco Chan di nome Qìcǐ, nativo di Fenghua, oggi nella provincia di Zhejiang, Cina, che visse durante la dinastia Liang.

Si dice che al momento della sua morte abbia composto il seguente inno: Maitreya, il vero Maitreya, ti manifesti in molteplici forme. Spesso ti riveli alla gente del tempo, altre volte non ti riconoscono.

Per questo motivo è generalmente identificato con Maitreya.

Budai/Hotei è sempre rappresentato grasso e calvo, con una sacca sulle spalle o sotto il braccio, dalla quale prende il nome, che non si svuota mai e con la quale nutre i poveri e i bisognosi. È piena di piante di riso (simbolo di abbondanza), dolci, cibo e molte cose di grande valore.

Spesso ha con sé una ciotola da elemosine, che rappresenta la sua natura di monaco buddista.

Il suo ruolo è di proteggere i deboli, i poveri e i bambini, ed è spesso ritratto accanto a loro. Nelle raffigurazioni giapponesi, Hotei è talvolta seduto su un carro condotto da ragazzi, o sventola il ventaglio che esaudisce i desideri (oogi), il ventaglio usato cerimonialmente dai potenti per dimostrare di accettare la richiesta di un vassallo.

Nei templi buddisti Chan e Zen, una sua statua è generalmente posta all’ingresso con il viso sorridente rivolto verso l’entrata. È inoltre presente in un koan della scuola Zen. In questo, egli viaggia donando caramelle ai bambini poveri, elemosinando solo da monaci e laici Zen.

Un giorno un monaco gli chiede: “Qual è il significato dello Zen?”. Hotei depone la sua bisaccia. “Come si realizza lo Zen?”, continua il monaco. Hotei riprende la bisaccia e si rimette in cammino.

Nel Taoismo, Budai è considerato una divinità dell’abbondanza e della soddisfazione, dell’accontentarsi di quel che si ha. La grande pancia è simbolo di gioia, fortuna e realizzazione; inoltre, nella tradizione cinese, la pancia è considerata la dimora dell’anima, e la sua dimensione può essere considerata un’allegoria per la sua grande bontà. Secondo una tradizione popolare, sfregando la sua pancia è possibile ottenere ricchezza, fortuna e prosperità.

Nell’Ikuantao, le statue di Budai si trovano spesso nella parte centrale dei templi; in esso è chiamato Maitreya, ma è considerato l’incarnazione di molti insegnamenti taoisti, tra cui la generosità e la disponibilità.

Hotei è l’unica delle Sette Divinità della Fortuna giapponesi a essere probabilmente ispirato a una persona realmente esistita ed è il più conosciuto al di fuori del Giappone. Per gli Shintoisti è considerato Dio dell’abbondanza e della buona salute, e per questo spesso una sua statuetta o amuleto viene posto in casa dai credenti. È particolarmente associato ai bambini.

sabato 6 luglio 2024

Oltre la Materia: La Ricerca Spirituale degli Indios (Sabato in filosofia)




Quelle che seguono sono cose che dico da tempo e delle quali sono anche convinta della loro veridicità. Tempo fa ho fatto un ripulisti delle cose che possedevo; infatti, ora non possiedo più nulla se non cianfrusaglie delle quali non fatico a lasciare. Leggo queste parole (non mie) e me le ripeto, soprattutto la parte sulla rabbia, ogni tanto quella riesce a prendere il sopravvento!

Ho deciso di trascriverle, sia per condividerle con chi vorrà continuare a leggere, sia per stamparmele bene in mente. Spero che siano illuminanti per voi come lo sono state per me!

Parole tratte dal libro La donna di Luce di Hernàn H. Mamani… un libro che, per me, vale la pena di prendere in considerazione!

-Ccama aveva inoltre parlato della continua ricerca degli indios della pace e dell’armonia; quando uno è arrabbiato, gli altri gli dicono:Che ti prende, sei impazzito? Ricorda che la vita è breve e fugace, non sprecarla in litigi. Usa le tue energie in modo più consapevole, perché solo così raggiungerai la luce dopo la morte. La luce sprigionata dal tuo essere ti permetterà di raggiungere l’eterna dimora. L’odio ti regalerà solo buio e ignoranza e t’impedirà di trovare la strada per la Casa del Sole. Lì vivono tutti i morti, nell’altra dimensione della vita.

-Quando una persona si fa sopraffare dall’ambizione o mostra un interesse esagerato per i beni terreni, gli ricordano: -Perché ti affanni tanto? Ti sembra vita questa? A che scopo accumuli tante ricchezze? C’è forse qualcosa che potrai portare nell’aldilà? Ti sei preparato per il lungo viaggio verso la vera casa? In questa vita, non potrai trovare bene maggiore che riuscire ad essere un Runa, non un bipede che insozza la terra. Potrai diventare ricco, potente, famoso, ma a cosa servirà se non hai saputo trasmettere gioia e amore al prossimo. Tutti i titoli, le tue ricchezze, le tue terre dovrai lasciarle qui. Te ne andrai da solo, senza nessuno dei tuoi beni. 

La sola cosa importante nella vita è diventare un Hatun Runa, un uomo illuminato. Non dimenticare che il tuo corpo verrà restituito alla terra, da dove sei venuto. Polvere sei e polvere diventerai. Perciò, anziché affannarti ad accumulare ricchezze terrene, cerca di accumulare quelle spirituali, perché solo quelle sono eterne.-

mercoledì 3 luglio 2024

Havaianas, la storia delle ciabatte più famose al mondo (Curiosità)

Nel 1962 nasce Havaianas. Un sandalo ispirato al sandalo giapponese Zori, un  sandalo con suola in paglia e nastri in tessuto. All'inizio l'attenzione si concentrava sulle sue caratteristiche funzionali e nient'altro. Che poi, le Havaianas non hanno mai nascosto le loro umili origini, ma già nella scelta del loro nome c'era una certa ambizione: i sandali dovevano vestire i piedi delle 'ragazze hawaiane' che camminavano scalze, nello stato americano più desiderato del mondo stagione per le sue spiagge.
 
 



Il prodotto Havaianas era prodotto con suola in gomma e cinturini, mentre questa suola conteneva una trama che imitava la suola in paglia di riso di Zori. Insomma, era un prodotto economico, funzionale, di qualità, in un paese caldo e popoloso come il Brasile, è bastato questo per garantire il successo fin dall'inizio.



Le prime pubblicità delle Havaianas sono state realizzate con storie che mostravano le famiglie brasiliane utilizzando il prodotto. Gli annunci parlavano esclusivamente delle caratteristiche funzionali del prodotto. Subito dopo furon, però, sono stati realizzati spot pubblicitari con con protagonista la famiglia Trapo, un famoso programma comico dell'epoca. Questo fu sicuramente l'inizio dell'associazione tra Havaianas e la sua narrativa umoristica.

giovedì 27 giugno 2024

Verde Speranza: Un Futuro Radioso per la Savana Brasiliana?




Ogni tanto 'buone' notizie! Certo, restiamo caduti visto che siamo ben lontani dalla perfezione, ma per ora bisogna accontentarsi di piccoli passi! 

Ebbene sì, la riduzione della deforestazione in Amazzonia, finalmente è un segnale in positivo, con 201 km² di foresta persi a novembre e un totale di 5.206 km² negli ultimi 12 mesi, rappresentando una diminuzione del 51% rispetto all'anno precedente. Mi sembra buono no?

Questo calo è il risultato delle politiche ambientali introdotte dal presidente Lula, che ha preso misure decisive per proteggere l'ecosistema amazzonico e combattere il disboscamento illegale.

Purtroppo ci son effetti che non aiutano. La foresta amazzonica è stata colpita da una siccità senza precedenti che ha avuto effetti devastanti, prosciugando i fiumi e causando la morte di vasti tratti di foresta, il che ha facilitato la diffusione di incendi. Questa situazione ha avuto ripercussioni significative sulle comunità locali, isolando alcune di esse e compromettendo la sicurezza alimentare e la qualità dell'aria.

Nonostante la deforestazione sia diminuita in Amazzonia, essa continua ad aumentare nel Cerrado,  (una vasta savana tropicale situata in Brasile, nota per la sua ricca biodiversità di flora e fauna. È considerata la savana più biologicamente ricca al mondo secondo il WWF) che sta subendo pressioni a causa dell'espansione agricola.

Lula ha anche istituito sei nuove aree protette per le popolazioni indigene, coprendo oltre 620.000 ettari. Queste aree sono off-limits per le attività estrattive e consentono alle comunità indigene di mantenere le loro pratiche tradizionali.

Infine, durante l'ultima COP28, (28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si è svolta dal 30 novembre al 13 dicembre 2023 a Dubai, negli Emirati arabi uniti. L'UE e i suoi 27 Stati membri hanno partecipato all'evento in qualità di parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) il presidente Lula ha chiesto un impegno globale per sostenere gli sforzi del Brasile nella conservazione dell'Amazzonia, ottenendo, per ora, finanziamenti da Norvegia e Germania per il Fondo per l'Amazzonia. 

A questo punto speriamo che altri paesi aderiscano in fretta. L'Amazzonia non è solo un affare del Sud America, se la foresta non verrà salvata sarà un problema di tutti! 

lunedì 24 giugno 2024

Paradiso violato: Quando i Turisti Diventano Invasori

Qual è il momento più bello di quando arrivano i turisti? Quando se ne vanno!

La casa in cui vivo si trova in una riserva naturale a 40 chilometri da São Paulo. Non c’è nulla, solo tanto verde e tanta pace, tranne quando arrivano loro. Non è il tipo di turismo che porta ricchezza, se non ai proprietari degli stabili in cui alloggiano. Non ci sono negozi né ristoranti, perciò tutti si portano il cibo da casa.

In compenso, usano e rompono le biciclette messe a disposizione dei villeggianti. Imbrattano i percorsi naturali con la loro spazzatura. Nutrono gli animali nonostante ci sia il divieto scritto ovunque.

Per quanto riguarda le biciclette, è una cosa che mi dà parecchio fastidio. Le biciclette sono lì per essere usate gratuitamente. Chi ha avuto questa idea probabilmente contava sul buon senso delle persone, un’aspettativa tradita! Le rompono o le bucano e poi le abbandonano dove si trovano. I guardaboschi devono girare per i sentieri a raccoglierle e riportarle a spalle. Bisognerebbe cambiare le regole, ma non è questo il punto.

Poi c’è il pattume buttato ovunque: alla cascata, lungo il lago e sui sentieri che entrano nella riserva. Ma davvero non sono capaci di riportare indietro il loro lordume?

E poi c’è il problema di quando danno da mangiare agli animali. Sono animali selvatici e ovunque c’è il divieto di nutrirli… Cosa c’è di così complicato? Quando si entra nella riserva bisogna leggere e firmare il regolamento, immagino che nessuno lo legga. C’è anche il divieto di pescare nel lago… indovinate… L’unica cosa positiva, ed è successo, è che chi viene trovato a infrangere le regole viene multato, generalmente è il proprietario della casa che ha dato in affitto. La mia vicina ha pagato 10.000 R$, quasi 2.000€, perché il suo ospite è stato colto con la canna da pesca in mano!

Insomma, io sono felice quando se ne vanno. Portano via loro stessi, le loro chiacchiere ad alto volume e i loro cani isterici, e nella riserva rimane solo pace, silenzio e tranquillità!

Qui sotto vi lascio delle immagini, alcune fatte da me e altre dai guardaboschi e dai biologi che monitorano questo paradiso!





Spazzatura raccolta nei sentieri!











Che dite, vale la pena di preservate tutto questo? Ecco perché i turisti stanno bene a casa loro! 

sabato 15 giugno 2024

L’Arte del Vivere: Un Cammino di Forza e Saggezza (Sabato in filosofia)

 






Dhanly scrive...

Il tuo tempo è la cosa più importante perché la tua Vita è la cosa più importante.
La vita, dall'alba al tramonto. 
E’ corretto mettere tutto il proprio impegno per riuscire sì ad iniziare il cammino, ma soprattutto portarlo avanti con coerenza e con essa Ti manifesti in ogni piccola azione quotidiana. 
Quando dai valore al tuo tempo non puoi più permetterti di discriminare tra ciò che fai di importante e ciò che fai di irrilevante; quando Ti dai un senso non c’è più nulla di irrilevante e in ogni istante hai il dovere di portare avanti ciò che sei e ciò che vuoi diventare sapendo che l’Uomo Giusto si da valore e da valore ai propri sforzi. 
Tu Uomo sai che l’Uomo Giusto non si fa trascinare dalla corrente, ma la sa sfruttare, lotta per essere tale. 

Sbattici la testa, esci fuori, sbaglia se questo ti serve per crescere e per affrontare la battaglia contro l’ignoranza, la Tua. 
In sostanza è questa la caratteristica che fa la differenza: Mi viene insegnato che giungere alla Verità può essere un attimo, ma per praticarla ci vuole forza, abnegazione, coraggio, determinazione, umiltà. 

Sii forte perché nulla Ti può fermare se Credi e se Ami!
Vivi abnegazione perché non segui il tuo ego!
Sii coraggioso poiché solo non temendo il nemico ti è possibile combatterlo!
La determinazione Ti porta all'obiettivo! 
Sii umile poiché non sono importanti gli Uomini, ma l’Insegnamento che portano. L’unica reale battaglia è contro la mente. 

Dhanly

sabato 8 giugno 2024

Navigare nel Mare del Destino: Quando il Libero Arbitrio incontra la Predestinazione

 



Un paio di mesi fa, mi sono immersa nella lettura de "La biblioteca dei morti", per poi passare al  "Libro delle anime", e  di recente ho concluso il suo intrigante seguito, "I custodi della biblioteca". Opere che esplorano il concetto di destino. Ah, il destino… permettimi di condividere alcune riflessioni su questo tema.

Esistono due filosofie principali: il libero arbitrio e la predestinazione. Questo mi porta a riflettere su due questioni fondamentali. Forse, nonostante crediamo di essere i fautori delle nostre scelte, siamo in realtà predestinati a vivere questa vita, illudendoci di avere il controllo del nostro fato. Oppure, potremmo essere veramente liberi nelle nostre azioni, ma ci viene offerta l’illusione del destino come un capro espiatorio per i momenti di fallimento. Entrambe le teorie sembrano avere un loro fondamento, non trovate?

Sono ben consapevole che la storia non si costruisce con i "se" e i "ma", tuttavia il dubbio persiste. Chissà se era inevitabile che i miei genitori mi concepissero quella sera, o se dovevo rimanere su quella spiaggia quel giorno, o ancora, se Tomo doveva svegliarmi per salvarci dal monossido di carbonio quella notte. E poi, se dovevo essere io a svegliare Tomo, per poi, nove mesi dopo, diventare tre. Se, se, se! Se tutto ciò che ho sempre creduto fosse sotto il mio controllo si rivelasse preordinato, quante energie e quanta frustrazione avrei potuto risparmiare? Se tutto fosse già scritto, quale sarebbe il vero scopo della vita?

E se tutto ciò in cui ho creduto fino ad ora si rivelasse l’esatto opposto? È come osservare un’immagine riflessa: sembra identica, ma in realtà è diversa… o forse no?

Siamo noi a plasmare il nostro destino, o siamo destinati a credere di avere tale potere?

sabato 1 giugno 2024

Tempesta di dolore




È tornato, così, senza nessun preavviso!

È successo l'altra notte, dormivo bene, stranamente mi ero addormentata subito. Qua è iniziato il freddo ed ero accucciata sotto le coperte. Il dolore è stato così forte che ho urlato! Sembrava una tempesta di fulmini. Stilettate ovunque! Nelle mani, lungo le braccia, sulla schiena, gambe e piedi. Ma il dolore più forte era dietro le unghie di mani e piedi! Una grossa di scossa elettrica  dipanando lungo i miei nervi. Ho pianto, e piangendo ripetevo la parola più usata in questo mio tempo; ti prego basta! Me lo avevano detto che c'era la possibilità che la nevralgia potesse tornare, ai meno fortunati succede. Ecco, io speravo davvero di non entrare in questa categoria, e invece!  

Il giorno dopo non fa così così male e spero sia stato solo un episodio isolato. E invece no, la notte dopo è la stessa cosa. Il modus operandi è lo stesso e capita alle stessa ora. Mi lascia dolorante e piangente per qualche ora, e verso le tre, esausta, mi addormento. 

La cosa si ripete ancora e ancora e ora temo la notte...