C’è qualcosa di profondamente umano nel modo in cui un fiume scorre. Non è solo acqua: è memoria, trasformazione, resistenza. In queste righe, Sara ci invita a guardare oltre la superficie, a scoprire come il fluire silenzioso di un grande fiume possa insegnarci qualcosa sulla Vita — quella vera, che toglie e restituisce, che si sporca e si purifica, che cambia senza mai smettere di essere sé stessa...
Avete mai pensato alla bellezza di un fiume?
No, non parlo dei torrenti, che o sono incazzati o sono vuoti... No, io parlo di quei grandi fiumi che scorrono lenti, placidi e sempre uguali. Che poi, in fondo, uguali non sono mai! A ben guardare, non perdono mai nulla: nelle curve tolgono, per poi lasciarlo all'interno. È un continuo fluire, nonostante il movimento sia appena impercettibile, immutato, eppure diverso.
Se ci penso, mi ricorda la Vita, o meglio, quello che la Vita dovrebbe essere. La Vita che toglie e la Vita che dà, in continua evoluzione.
Da un'occhiata superficiale, sembra che il fiume non dia segni di mutamento. Quello lo si nota solo dalle sponde: dalla grandezza degli alberi, dalla presenza o mancanza di foglie, da più ghiaia o da meno rocce.
Poco importa se ci sia tanta acqua o meno; potrebbe anche seccarsi, ma alla prima pioggia tornerà a scorrere. Potranno anche riversarvi quantità immense di spazzatura, liquami e porcherie, ma con il suo scorrere continuo, e con l'aggiunta di altri fiumi minori ,tornerà di nuovo limpido. E per quanto male noi potremmo infliggergli, lui tornerà sempre pulito.
Avrà sempre la meglio su tutto e su tutti, per poi, con pace infinita, andare a ricongiungersi al grande mare...
Alla fine... non lo facciamo anche noi?
A Te, se vorrai...