Qua il post precedente...
Più tardi berrò il mio latte caldo, due biscotti e una pasticca... devo dormire, so che saranno giornate che mi vorranno forte... Forza Sara non perdere la luce, tieniti aggrappata per te, per Daigor, per Claudio e per chi ha bisogno!
Più tardi berrò il mio latte caldo, due biscotti e una pasticca... devo dormire, so che saranno giornate che mi vorranno forte... Forza Sara non perdere la luce, tieniti aggrappata per te, per Daigor, per Claudio e per chi ha bisogno!
Un'alta notte senza incubi... quelli troveranno terreno fertile più avanti, ma ora devo andare avanti!
Mi sveglio quando fuori sta spuntando il sole e ricordo subito perchè sono li... mi affaccio alla finestra e quello che vedo è solo nebbia... la stessa che avvolge la mia anima. Il cellulare non ha suonato e questo mi fa ben sperare... un'altra notte è passata, la seconda... il nostro fanciullo tiene duro!
Mi sistemo come posso e vado la bar della della pensione.
La signora mi chiede come mi sento, una domanda retorica, sa benissimo come mi sento, ma io apprezzo la cortesia. Chiedo due caffè e li porto in stanza. Claudio e ancora a letto, ma sveglio con lo sguardo fisso al soffitto.
-Ciao... hai dormito?-
-Sì, ma avrei voluto non svegliarmi... non subito, fra un paio di mesi, pensi che sia possibile?-
-No amore... non si può...-
-E ora che facciamo?-
-Nulla... andiamo avanti attimo per attimo... e preghiamo Dio di darci la forza... vada come vada... e andrà tutto bene, vedrai!-
Finito il caffè ci sistemiamo e usciamo. Non sappiamo cosa fare fino alle 14,00 dove finalmente potremo vedere nostro figlio.
Prendiamo la macchina e giriamo come acqua dentro ai tubi... Nel frattempo il sole asciuga la nebbia e il paesaggio sembra meno funesto... e quel sole asciuga un poco anche il mio cuore... è dall'altro ieri sera che non piango, sono quasi fiera di me stessa!
Alle 13,30 siamo già seduti nella sala d'aspetto della Terapia Intensiva. Ancora non sappiamo come funzioni, ma avremo modo di capirlo strada facendo.
La saletta va riempiendosi pian piano. La gente entra, saluta e poi testa bassa si siede. Ognuno chiuso nel suo dolore con nessuna voglia di condividere, anche perchè siam tutti naufraghi in quel mare in tempesta dove è precipitata la nostra vita. Doloranti e infreddoliti non abbiamo il coraggio ne la voglia di portare conforto a nessuno, anche perchè non ne saremmo capaci!
Siamo tra i primi ad essere chiamati. Una fortuna al momento, ma l'esperienza della sala d'attesa mi farà capire che i primi chiamati son quelli con i parenti più gravi. Nei giorni seguenti avrò modo di capire la fortuna di essere chiamai per ultimi!
Entriamo e troviamo un altro dottore che è bravo e competente quanto il primo conosciuto!
Anche lui come il precedente dottore ci espone i fatti in modo cortese ed eloquente.
-Buongiorno signori... Allora, posso dire che il vostro ragazzo tiene duro, ha superato anche questa notte il che ci rende speranzosi ma non ancora ottimisti. Purtroppo ci aspettiamo una forte infezione, dovuta la fatto che si è reso necessario un drastico intervento in mezzo ad un bosco. Capirete che rispettare le norme geniche non è stato possibile, e il primo drenaggio è stato fatto proprio li.
Ora gli stiamo somministrando tutto quello che dobbiamo. Inoltre gli stiamo somministrando dosaggi da cavallo per tenerlo sedato, è un ragazzo forte, grande e grosso... e facciamo fatica a "domarlo".-
Ci dice il dottore con un sorriso!
Così dicendo così ci strappa il primo sorriso della giornata.
-Ma dai, ora andate a trovarlo e fategli compagnia... noi ci vediamo dopo!-
-Grazie dottore... grazie mille..-
-No, ci mancherebbe, solo dovere!-
E con queste parole, un bel sorriso e una stretta di mano ci saluta.
Arriviamo nella sua stanza e ci son due infermieri, Alessio e Elena.
Salutiamo il nostro ragazzo che per fortuna è li dove lo abbiamo lasciato, pulito, ben curato, barba appena fatta e pettinato.
Oggi vederlo è sicuramente meno impattante... apparentemente abbiamo superato il trauma.
Visto che c'è il personale dell'ospedale ne approfitto per chiedere se sanno dirmi qualcosa riguardo agli alloggi.
-Ma voi di dove siete e dove avete alloggiato questa notte?-
Mi chiede lei..
-Siamo di Bergamo e questa notte abbiamo dormito a Latisana..-
-Caspita, è lontano... Certo... noi sappiamo che all'interno della struttura ospedaliera c'è una Onlus, Casa Mia, che ha costruito degli alloggi gratuiti per chi viene da lontano... c'è sempre una grande richiesta ma posso darvi il numero così chiamate per aver informazioni...-
-Oh, sarebbe grandioso!-
Elena ci lascia un attimo e noi rimaniamo con Alessio che investirò del titolo di Angelo... già perchè, anche qua, i giorni mi daranno modo di apprezzarne la sua presenza.
Ci tiene compagnia raccontandoci delle condizioni di nostro figlio, aggiungendo particolari che, per mancanza di tempo, il dottore aveva omesso. Ci ragguaglia sulla notte appena trascorsa, dei pericoli e delle possibili ricadute. Ci racconta di traumi subito alla colonna vertebrale di Daigor, ma ci rassicura della mancata fuoriuscita di qualsiasi liquido. Qua facciamo fatica a credergli. Sappiamo che ora son presi a tenerlo in vita e temiamo che la colonna vertebrale sia l'ultimo dei loro pensieri. Vista la nostra espressione ci rassicura del fatto che hanno fatto delle prove e le gambe sono reattive a qualsiasi stimolo. Ok, vogliamo credergli anche se in noi ora entra l'ombra di un sospetto: camminerà ancora?
Ma decidiamo di accantonare quel timore e ci concentriamo affinché lui si riprenda e lo facciano risvegliare il prima possibile!
Nel Frattempo Elena ci raggiunge e mi da il numero.
-Ecco, questo è il numero, la signora si chiama Laura... quando uscite dalla TI chiedete a lei!-
Prendo il foglietto che mi porge, lo fisso e improvvisamente sembro incapace di compiere quella banalissima azione che sta nel prendere il biglietto e metterlo via...
-Signora... se vuole chiamo io...-
-... Be' sì... lo farebbe?... grazie... io...-
-Non c'è problema, torno fra un attimo!-
Prende il biglietto che giace inerme tra le mie dita e va... Di li a poco torna.
-Bene, la signora Laura dice che ci sono alloggi disponibili. Le ho spigato la situazione che per questa sera sera siete alloggiato altrove ma se volete lei vi aspetta più tardi per mettervi d'accordo. Ha i vostri nomi... non dovete che scendere uscire da questo padiglione, girate e destra...-
E così ci spiega ben bene che strada fare, poi ci fa avvicinare alla finestra della stanza di Daigor e ci mostra dov'è.
Vista da li sopra sembra un oasi di pace... è un insieme di villini, in mezzo agli alberi, noto che c'è un laghetto, delle panchine e dei salici piangenti... sembra tutto studiato per dare riuscire a trasmettere un po' di pace... e solo Dio sa quanto ce ne sia bisogno!
Gli infermieri se ne vanno e ci lasciano con lui per tutto il tempo che vogliamo, più o meno... in verità non vorremmo andarcene ma il problema alloggio ci da una certa premura. La signora Laura alle 17 va a casa. Visto che il fanciullo sembra tranquillo e si è fatta una certa ora ce ne andiamo. Un bacio, una carezza, un arrivederci e un tieni duro e ci avviamo verso l'uscita.
Raggiungiamo gli alloggi e come avevamo previsto quando le guardavamo dall'alto, ci accoglie davvero una bella pace e la signora è una bellissima donna con un sorriso fantastico.
Spieghiamo la situazione e ci dice che rientriamo a pieno diritto all'uso delle casette. Prontamente ci mostra il monolocale dove troviamo una cucina componibile completa di ogni accessorio, un letto matrimoniale, tavolo, sedie, tv e anche qualche libro. Il bagno è in comune con un'altra stanza ma ora è vuota e siamo soli. C'è uno salottino comune che divide le altre due stanze. In base al nostro racconto decide che, vista la sua esperienza sa che la degenza sarà lunga, di darci il monolocale anziché le stanze con cucina in comune... preferisce lasciarci la nostra privacy e noi ringraziamo!
Compiliamo una serie di documenti e chiediamo quanto dobbiamo.
-Nulla, quando andrete via, potrete lasciare un offerta libera... ma se lo vorrete ovviamente, altrimenti non c'è problema, noi siam qua per dare un supporto. La signora che ha voluto questo sa cosa vuol dire essere lontani da casa, in stanze d'albergo che prosciugano l'anima e il portafogli. Lei ha provato quando suo marito è stato male e quel giorno ha promesso a se stessa e al suo defunto marito che avrebbe provveduto, dove poteva, a portar sollievo a qualcuno...-
Grati di tutto questo rivediamo i nostri programmi. Avevamo deciso che Claudio sarebbe tornato a prendere dei vestiti a casa, ma visto che negli alloggi c'è anche una lavatrice ed un asciugatrice in dotazione, nessuno va da nessuna parte. Anche perchè nessuno di noi due vuol rimanere solo e lontano da nessuno. Abbiamo bisogno uno dell'altra, necessità di stare assieme senza perderci di vista nemmeno un momento!
Torneremo il giorno dopo con i pochi bagagli che abbiamo e con noi tutta la speranza che ci è rimasta.
Da sotto il porticato della nostra casetta si vede la finestra della stanza di Daigor. Quella posizione ci farà sentire ancora più vicini a lui. Nelle giornate che verranno ci troveremo molte volte seduti su di una sdraio, sotto il portico, avvolti da una coperta con lo sguardo fisso a quella finestra, quasi a mandare tutta la nostra energia; forza fanciullo... ti prego, tieni duro!
Continua...
Mi sveglio quando fuori sta spuntando il sole e ricordo subito perchè sono li... mi affaccio alla finestra e quello che vedo è solo nebbia... la stessa che avvolge la mia anima. Il cellulare non ha suonato e questo mi fa ben sperare... un'altra notte è passata, la seconda... il nostro fanciullo tiene duro!
Mi sistemo come posso e vado la bar della della pensione.
La signora mi chiede come mi sento, una domanda retorica, sa benissimo come mi sento, ma io apprezzo la cortesia. Chiedo due caffè e li porto in stanza. Claudio e ancora a letto, ma sveglio con lo sguardo fisso al soffitto.
-Ciao... hai dormito?-
-Sì, ma avrei voluto non svegliarmi... non subito, fra un paio di mesi, pensi che sia possibile?-
-No amore... non si può...-
-E ora che facciamo?-
-Nulla... andiamo avanti attimo per attimo... e preghiamo Dio di darci la forza... vada come vada... e andrà tutto bene, vedrai!-
Finito il caffè ci sistemiamo e usciamo. Non sappiamo cosa fare fino alle 14,00 dove finalmente potremo vedere nostro figlio.
Prendiamo la macchina e giriamo come acqua dentro ai tubi... Nel frattempo il sole asciuga la nebbia e il paesaggio sembra meno funesto... e quel sole asciuga un poco anche il mio cuore... è dall'altro ieri sera che non piango, sono quasi fiera di me stessa!
Alle 13,30 siamo già seduti nella sala d'aspetto della Terapia Intensiva. Ancora non sappiamo come funzioni, ma avremo modo di capirlo strada facendo.
La saletta va riempiendosi pian piano. La gente entra, saluta e poi testa bassa si siede. Ognuno chiuso nel suo dolore con nessuna voglia di condividere, anche perchè siam tutti naufraghi in quel mare in tempesta dove è precipitata la nostra vita. Doloranti e infreddoliti non abbiamo il coraggio ne la voglia di portare conforto a nessuno, anche perchè non ne saremmo capaci!
Siamo tra i primi ad essere chiamati. Una fortuna al momento, ma l'esperienza della sala d'attesa mi farà capire che i primi chiamati son quelli con i parenti più gravi. Nei giorni seguenti avrò modo di capire la fortuna di essere chiamai per ultimi!
Entriamo e troviamo un altro dottore che è bravo e competente quanto il primo conosciuto!
Anche lui come il precedente dottore ci espone i fatti in modo cortese ed eloquente.
-Buongiorno signori... Allora, posso dire che il vostro ragazzo tiene duro, ha superato anche questa notte il che ci rende speranzosi ma non ancora ottimisti. Purtroppo ci aspettiamo una forte infezione, dovuta la fatto che si è reso necessario un drastico intervento in mezzo ad un bosco. Capirete che rispettare le norme geniche non è stato possibile, e il primo drenaggio è stato fatto proprio li.
Ora gli stiamo somministrando tutto quello che dobbiamo. Inoltre gli stiamo somministrando dosaggi da cavallo per tenerlo sedato, è un ragazzo forte, grande e grosso... e facciamo fatica a "domarlo".-
Ci dice il dottore con un sorriso!
Così dicendo così ci strappa il primo sorriso della giornata.
-Ma dai, ora andate a trovarlo e fategli compagnia... noi ci vediamo dopo!-
-Grazie dottore... grazie mille..-
-No, ci mancherebbe, solo dovere!-
E con queste parole, un bel sorriso e una stretta di mano ci saluta.
Arriviamo nella sua stanza e ci son due infermieri, Alessio e Elena.
Salutiamo il nostro ragazzo che per fortuna è li dove lo abbiamo lasciato, pulito, ben curato, barba appena fatta e pettinato.
Oggi vederlo è sicuramente meno impattante... apparentemente abbiamo superato il trauma.
Visto che c'è il personale dell'ospedale ne approfitto per chiedere se sanno dirmi qualcosa riguardo agli alloggi.
-Ma voi di dove siete e dove avete alloggiato questa notte?-
Mi chiede lei..
-Siamo di Bergamo e questa notte abbiamo dormito a Latisana..-
-Caspita, è lontano... Certo... noi sappiamo che all'interno della struttura ospedaliera c'è una Onlus, Casa Mia, che ha costruito degli alloggi gratuiti per chi viene da lontano... c'è sempre una grande richiesta ma posso darvi il numero così chiamate per aver informazioni...-
-Oh, sarebbe grandioso!-
Elena ci lascia un attimo e noi rimaniamo con Alessio che investirò del titolo di Angelo... già perchè, anche qua, i giorni mi daranno modo di apprezzarne la sua presenza.
Ci tiene compagnia raccontandoci delle condizioni di nostro figlio, aggiungendo particolari che, per mancanza di tempo, il dottore aveva omesso. Ci ragguaglia sulla notte appena trascorsa, dei pericoli e delle possibili ricadute. Ci racconta di traumi subito alla colonna vertebrale di Daigor, ma ci rassicura della mancata fuoriuscita di qualsiasi liquido. Qua facciamo fatica a credergli. Sappiamo che ora son presi a tenerlo in vita e temiamo che la colonna vertebrale sia l'ultimo dei loro pensieri. Vista la nostra espressione ci rassicura del fatto che hanno fatto delle prove e le gambe sono reattive a qualsiasi stimolo. Ok, vogliamo credergli anche se in noi ora entra l'ombra di un sospetto: camminerà ancora?
Ma decidiamo di accantonare quel timore e ci concentriamo affinché lui si riprenda e lo facciano risvegliare il prima possibile!
Nel Frattempo Elena ci raggiunge e mi da il numero.
-Ecco, questo è il numero, la signora si chiama Laura... quando uscite dalla TI chiedete a lei!-
Prendo il foglietto che mi porge, lo fisso e improvvisamente sembro incapace di compiere quella banalissima azione che sta nel prendere il biglietto e metterlo via...
-Signora... se vuole chiamo io...-
-... Be' sì... lo farebbe?... grazie... io...-
-Non c'è problema, torno fra un attimo!-
Prende il biglietto che giace inerme tra le mie dita e va... Di li a poco torna.
-Bene, la signora Laura dice che ci sono alloggi disponibili. Le ho spigato la situazione che per questa sera sera siete alloggiato altrove ma se volete lei vi aspetta più tardi per mettervi d'accordo. Ha i vostri nomi... non dovete che scendere uscire da questo padiglione, girate e destra...-
E così ci spiega ben bene che strada fare, poi ci fa avvicinare alla finestra della stanza di Daigor e ci mostra dov'è.
Vista da li sopra sembra un oasi di pace... è un insieme di villini, in mezzo agli alberi, noto che c'è un laghetto, delle panchine e dei salici piangenti... sembra tutto studiato per dare riuscire a trasmettere un po' di pace... e solo Dio sa quanto ce ne sia bisogno!
Gli infermieri se ne vanno e ci lasciano con lui per tutto il tempo che vogliamo, più o meno... in verità non vorremmo andarcene ma il problema alloggio ci da una certa premura. La signora Laura alle 17 va a casa. Visto che il fanciullo sembra tranquillo e si è fatta una certa ora ce ne andiamo. Un bacio, una carezza, un arrivederci e un tieni duro e ci avviamo verso l'uscita.
Raggiungiamo gli alloggi e come avevamo previsto quando le guardavamo dall'alto, ci accoglie davvero una bella pace e la signora è una bellissima donna con un sorriso fantastico.
Spieghiamo la situazione e ci dice che rientriamo a pieno diritto all'uso delle casette. Prontamente ci mostra il monolocale dove troviamo una cucina componibile completa di ogni accessorio, un letto matrimoniale, tavolo, sedie, tv e anche qualche libro. Il bagno è in comune con un'altra stanza ma ora è vuota e siamo soli. C'è uno salottino comune che divide le altre due stanze. In base al nostro racconto decide che, vista la sua esperienza sa che la degenza sarà lunga, di darci il monolocale anziché le stanze con cucina in comune... preferisce lasciarci la nostra privacy e noi ringraziamo!
Compiliamo una serie di documenti e chiediamo quanto dobbiamo.
-Nulla, quando andrete via, potrete lasciare un offerta libera... ma se lo vorrete ovviamente, altrimenti non c'è problema, noi siam qua per dare un supporto. La signora che ha voluto questo sa cosa vuol dire essere lontani da casa, in stanze d'albergo che prosciugano l'anima e il portafogli. Lei ha provato quando suo marito è stato male e quel giorno ha promesso a se stessa e al suo defunto marito che avrebbe provveduto, dove poteva, a portar sollievo a qualcuno...-
Grati di tutto questo rivediamo i nostri programmi. Avevamo deciso che Claudio sarebbe tornato a prendere dei vestiti a casa, ma visto che negli alloggi c'è anche una lavatrice ed un asciugatrice in dotazione, nessuno va da nessuna parte. Anche perchè nessuno di noi due vuol rimanere solo e lontano da nessuno. Abbiamo bisogno uno dell'altra, necessità di stare assieme senza perderci di vista nemmeno un momento!
Torneremo il giorno dopo con i pochi bagagli che abbiamo e con noi tutta la speranza che ci è rimasta.
Da sotto il porticato della nostra casetta si vede la finestra della stanza di Daigor. Quella posizione ci farà sentire ancora più vicini a lui. Nelle giornate che verranno ci troveremo molte volte seduti su di una sdraio, sotto il portico, avvolti da una coperta con lo sguardo fisso a quella finestra, quasi a mandare tutta la nostra energia; forza fanciullo... ti prego, tieni duro!
Continua...
Cara Sara, credo che ci sia il lieto fine.... per fortuna.... e mi prendo l'abbraccio...a Te, a Claudio e al Tuo bellissimo figlio
RispondiEliminaNon riesco a dire nulla... . che.... è salvo
Raffaella
Ma certo che c'è Raffaella!! Lo dico subito nel mio "1°primo post Una lettera solo per dire GRAZIE"...
EliminaE non c'è bisogno di dire nulla... davvero!
Grazie di tutto!
Bacione!
Cara Sara, sai che tante volte mi domando! ma tutto questo che ti è capitato ha sicuro alle spalle un buon angelo custode.
RispondiEliminaNe sono sicuro che finirà sempre bene alla fine.
Augurandoti un buon fine settimana, un abbraccio forte a tutto al tua stupenda famiglia.
Tomaso
Sì, ho uno stupendo grandissimo e amorevole Angelo alle mie spalle! Questa è stata la più grossa ma ne ho passaste tante altre, ma arrivo a raccontarle sai? Per fortuna nelle disgrazie son sempre uscita bene!!
EliminaGrazie Tomaso, un bacione anche a te!!
:-)
La Signora che ha creato tutto ciò mi ha emozionata! pensavo alla sua grande Bontà.
RispondiEliminaIl racconto che stai facendo è stupendo, "vivo" con te quei momenti, mi emoziono e piango anche se, credo, sia quasi impossibile capire quel dolore. Ma tu sai che io sono sensibile.
Sara, se penso al dolore che hai provato, piango e comprendo perchè ami così tanto la vita.
Ti abbraccio forte forte e grazie infinite!
Bene, son felice che tu mi capisca!!
EliminaMa come potrebbe essere diversamente? Sono stata nel buio più profondo, come potrei non apprezzare il sole? Quel tramonto, pensavo non finisse mai... e invece ora vivo tutte le mie bellissime albe!
Grazie Fiorellino...un abbraccio stretto!!
:-)
L'ultima volta ho faticato a leggere perché storie vere con dettagli medici mi impressionano...
RispondiEliminaStavolta il post trasuda meno ansia, si vede che -nonostante la situazione- vi eravate già un po' calmati, o quantomeno rassicurati.
Molto bella la casa-ostello per gente che ha i cari in ospedale.
Moz-
Infatti ti avevo promesso che questa volta sarebbe stato più soft! ;-)
EliminaVero, "Casa Mia" è un grandissimo dono, il più grande che si possa fare quando qualcuno è già distrutto di suo, una vera oasi di pace!!
Ne saremo eternamente grati!!
Ciao Moz, grazie!!
:-)
mi fai venire i brividi , so' cosa vuol dire avere un figlio malato , so' cosa vuol dire temere per la vita di tuo figlio Sara sei veramente bravissima a saper descrivere tutte le tue sensazioni , a mettere su carta i tuoi pensieri complimenti sei fantastica ciao
RispondiEliminaGrazie Marilena, troppo gentile davvero!
EliminaSono brutte vicende che che ci rendono solo più forti, e con un motivo in più per sorridere!
Un abbraccio stretto e grazie!
:-)
mi fai stare bene
RispondiEliminaWow... questo si che è un complimento! Grazie!!
Elimina:-)
Anch'io ho provato queste tue sensazioni. Sei molto brava a descriverle. Buon fine settimana.
RispondiEliminaOh Erika... non lo sapevo... ma va tutto bene ora?
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