Viaggio verso me stessa.

Quando ho scritto questo pensiero, ero immersa nella ricerca di qualcosa che non avevo mai davvero posseduto: una casa, un luogo che mi appartenesse profondamente. Quelle parole erano il riflesso di anni di cammino, di viaggi che sembravano cercare un rifugio senza mai trovarlo davvero. Ma ora, rileggendo quelle righe, mi accorgo che qualcosa dentro di me sta cambiando. Il percorso ha fatto il suo corso, e finalmente ho capito che la casa che cercavo era sempre stata dentro di me. Questo secondo scritto è il racconto di quella trasformazione.

  

Ho sempre amato i panorami, quei luoghi dove i miei occhi potevano perdersi oltre l’orizzonte, lontano, e sognare posti nuovi. Ho sempre immaginato una grande casa in cima a una collina, magari rivolta a ovest, così da poter ammirare il sole che tramonta e godere del giorno che svanisce, salutandolo con la promessa di un ritorno il giorno dopo. 

“È  una cosa a cui non voglio assolutamente rinunciare", mi dicevo, perché per me era vitale guardare oltre, vedere al di là, come se potessi scorgere il futuro.

Ora che c'è la possibilità di poter realizzare quel sogno, mi accorgo che quel sogno non è più lo stesso. Non sento più il bisogno di vedere oltre, di scrutare al di là, né di preoccuparmi del futuro. Nessuna grande casa, ora vorrei solo un piccolo nido ai piedi della foresta, dove le scimmiette possano avvicinarsi per mangiare dalle mie mani, e un piccolo giardino in cui piantare le mie erbe aromatiche. Un rifugio intimo, solo per me. I raggi del sole del mattino che invadono dolcemente la cucina con la loro luce, e il calore del tramonto? Ora desidero lasciare tutto questo ad altri.

Dopo tutti questi anni passati ad esplorare orizzonti lontani, ho capito che il viaggio, ora, è quello di tornare a casa... non una casa qualsiasi, ma quella che ti accoglie nell'anima. Ora, non è più il mondo a chiamarmi, ma la pace silenziosa di ciò che ho dentro di me.

Sentivo che il cambiamento era vicino, ma ora sento che mi ha raggiunto, inesorabile come l'alba. Non è qualcosa che mi porta lontano, ma qualcosa che mi riporta verso me stessa. È come se il mondo, con i suoi vasti orizzonti e infiniti tramonti, mi avesse dato tutto quello di cui avevo bisogno per capire che la pace non si trova cercando, ma accogliendo.

Rileggendo ciò che ho scritto, mi rendo conto che ciò che desideravo un tempo faceva parte di un importante percorso, ma ora tutto questo appartiene al passato. Non rinnego nulla di ciò che è stato, perché mi ha portato dove sono ora. Però, adesso sento che non ho più bisogno di tutto questo: sono pronta ad aprirmi al nuovo, con il cuore libero e la mente aperta. Il passato mi ha formato, ma è il presente quello che mi chiama! E sai una cosa? Non vedo l'ora!