sabato 23 marzo 2024

Sentire il mio corpo attraverso il dolore e rinascere...

    



Da troppo tempo ormai sto male. Fisicamente intendo. Un malessere dietro all'altro, passato uno comincia un altro. Non so esattamente quanto tutto è iniziato ma so (adesso lo so) che ha radici lontane. 

Stavo già male in Tunisia, da anni. Poi sono arrivata qua in Brasile e non è cambiato nulla, anzi  Appena arrivata  ho avuto l'influenza, probabilmente un virus preso in aereo. Passato quello mi è venuto il fuoco di Sant'Antonio. Poi la dermatite non mi ha lasciato un attimo di respiro, senza contare tutti piccoli acciacchi che si rincorrono e mi fanno stare male ogni momento. Ed ecco, a distanza di mesi, arriva il peggio; la nevralgia post erpetica. Giuro, non ho mai sentito tanto dolore in vita mia, e ho avuto una colica renale, così, gusto per capire.
I dolori li sento ovunque, sulla schiena, alle braccia, gambe, mani, piedi, dolori e fitte muscolari che mi hanno tolto la voglia di vivere. Temo l'arrivo della sera perché di notte i dolori si amplificavano. Passo intere notti piangendo, piegata in due dal male e non c'è medicina capace di attenuarlo.
Il dolore è insopportabile e non so più cosa fare. Il medico interpellato dice che c'è poco da fare se non aspettare che il corpo si sfiammi. Mi da una cura di antinfiammatori e mi consiglia riposo...
No, non ce la faccio, le medicine non servono a nulla e io non vivo più.
Nella disperazione più nera decido di chiede aiuto.
 

Scrivo così alla mia Guida:  Ad ottobre, appena arrivata, ho avuto il fuoco di Sant'Antonio e da allora i residui di questo virus mi fa provare tantissimo dolore, giorno e notte. Così tanto che passo le notti a piangere. Mi rendo conto che questo malessere fisico è legato ad un ansia mentale che si riversa sul mio fisico peggiorando i sintomi... ma non riesco a trovare un punto di equilibrio.

Lei risponde: Nel tuo scritto hai già individuato il fulcro del problema: "Mi rendo conto che questo malessere fisico è legato ad un ansia mentale che si riversa sul mio fisico peggiorando i sintomi." Cosa fare? respirare a fondo, alleviare le tensioni attraverso un vero e profondo interesse per il proprio corpo, amarlo, ascoltare e vivere il dolore come una comunicazione, una modalità per farti comprendere che tutto ciò che è fuori dalla tua pelle non è la tua vita. E' tutto all'interno, i tuoi sogni, le tue illusioni, le delusioni . . . tutto dentro. E se davvero, respirando profondamente osservi e ascolti ciò che il tuo corpo vuole comunicare, l'attenzione che ti sta richiedendo, allora anche la tua mente registrerà questa nuova condizione del tuo corpo e, come insegna il Maestro, si adatterà e abbasserà il segnale di dolore che ora ti sta inviando.
Vivi sempre riconoscenza per le cose belle che hai e chiedi a te stessa la forza per affrontare quelle più dolorose, sempre in positività. Sostituisci l'ansia con la serenità di essere viva e di sentire il tuo corpo anche se attraverso il dolore.


Io ci ho provato, ma l'ho trovato difficile da comprendere. So che quando lo spirito viene ignorato il corpo urla, ma trovo tutto così difficile! Così tanto che ho dovuto leggerlo più e più volte... Mio malgrado, queste parole, così tanto difficili, non sono riuscita a farle mie. Non c'è nulla da fare; mi sento ancora "immatura" per arrivare a questi grandi risultati. Ma per quanto io non abbia capito molto, quelle parole, alla fine, mi hanno portato alla riflessione, e da lì sono arrivate delle domande. La prima fra tutte è stato: perché? Perché sento tutto questo dolore; da cosa è provocato e... come ci sono arrivata?

Aspetta un attimo...

Sono le 19,30 e mando un messaggio a mia sorella: sei ancora sveglia?
Non mi risponde, deve essere a dormire, a volte mi dimentico del fuso orario!
La mattina appena sveglia mi scrive, ma ora sono io che dormo. Sento però che ha capito che c'è un problema!
Dovete sapere che mia sorella è un'Operatrice Reiki, è dannatamente brava, così le chiedo aiuto.
Facciamo due chiacchiere e le racconto ciò che lei non sa. Purtroppo ho questo difetto; non dico mai come sto veramente. Da sempre mi fingo incrollabile, una persona forte che sa superare tutte le difficoltà. Io sono quella che non ha bisogno di niente e di nessuno e che sa cavarsela in ogni situazione. Insomma, io sono la classica roccia, dura e risoluta. E invece no, io non sono così, ed è ora che lo accetti e inizi a mostrare, a me stessa e agli altri, la mia vulnerabilità.

Le chiedo se ha voglia di farmi un trattamento reiki. Certo, risponde lei, volentieri! D'accordo allora, faccio colazione e arrivo!
Mentre sto prendendo il caffè mi arriva un suo messaggio. Mi ha mandato un link che mi porta ad un articolo che parla del significato psicosomatico dell'Herpes Zoster. Leggo l'articolo e mi soffermo sulle domande. Al momento non mi dicono nulla, ma ad una seconda lettura vengono a galla tante emozioni e ricordi. Flashback dolorosi, vecchi di decine di anni. Cicatrici mai sanate e memorie ficcate così nel profondo da essere dimenticate... Ne parlo con lei e piangendo le racconto ciò che sento.
Iniziamo il trattamento e succede l'inaspettato. Le immagini vengono a galla e le scene cambiano riprendendo vita, ma sotto una nuova luce. Durante il trattamento piango. Ma questa volta non è un pianto di dolore, ma di liberazione!
Inizio a stare meglio e quella notte dormo senza dolori per la prima volta dopo mesi.

Il giorno dopo ne faremo un altro. Anche questa volta le frasi sentite in passato, i gesti subiti e le emozioni vissute prendono la giusta prospettiva: ciò che cedevo di fondamentale importanza perde di significato e ciò che credevo futile spicca nella sua grandezza.
Stiamo al telefono un paio di ore dove parliamo di tutto, soprattutto di cose non dette da entrambe le parti. Una conversazione anima ad anima, come non succedeva da tempo. Davvero bello!
Ci diamo appuntamento a lunedì per il terzo trattamento.

Questa notte, però,  mi sveglio con un dolore lancinante al braccio sinistro. Un dolore fortissimo che dalla spalla si irradia lungo il braccio. Che mi succede, stavo così bene! Poi un pensiero; mi sa che  sto avendo un infarto. Valuto se chiamare il mio Tomo ma decido di lasciar perdere. L'ospedale è lontano e, se fosse davvero un infarto non ci arriverei viva. Rischierei di morire in mezzo al nulla, nella disperazione più totale di chi non riuscirebbe a salvarmi. Non voglio che nessuno si senta in qualche modo responsabile della mia dipartita.
Il braccio mi fa sempre più male e inizio a sudare. Così tanto che la maglietta diventa fradicia in un attimo. Mi stringo il braccio dolorante e rifletto sulla mia vita;  oggi ho detto a mio marito che lo amo, a mio figlio che gli voglio bene, ho mandato un abbraccio ai miei genitori qualche giorno prima e a mia sorella giusto questa mattina... ok, posso anche andarmene. Sono davvero convinta che quelli saranno gli ultimi miei respiri e sono decisamente serena. Sono le due di notte e dentro di me sento la pace di chi ritorna a casa. Chiudo gli occhi e mi sento trascinare in un altro luogo...
 
Poi mi succede di aprire gli occhi e... sono viva! Wow, ho dormito sette ore di fila senza nessuna interruzione!
Sì, sono ancora Viva, ma so che questa notte è morta una parte di me. O meglio, è morta quella parte che si sentiva mortificata, inadeguata, incapace e stupida. Quella che non si sentiva all'altezza, schiacciata da programmi installati nell'infanzia. Impianti cancellati in corso opera dove però una traccia è rimasta radicata nel mio inconscio. 

Sono Viva, cosciente e soprattutto consapevole che il passato non può farmi più nulla, che le parole che mi son state dette non possono più ferirmi e che io sono la persona più importante della mia vita. Ciò che gli altri pensano di me non mi definiscono e che l'opinione più importante è solo e solamente la mia.

Rinasco a nuova vita e mi rendo conto che chi mi ha fatto del male ora è lontano. Le ferite ora riusciranno a rimarginarsi smettendo di sanguinare. Il perdono non libera nessuno ma sicuramente libera me stessa... e questo è il mio grande traguardo.

6 commenti:

  1. Ci sono esperienze che segnano profondamente, e seconde chance da sfruttare al massimo... buona serata.

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    1. Ciao e bentrovato!
      Sì, dolori che vanno guariti e le occasioni colte.
      Ci andrà del tempo, ma guarirò, ne sono sicura!
      Grazie e buona giornata a Te!

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  2. Leggo con complicità del tuo andare doloroso. Un periodaccio anche per me. Mi dico sempre di nn mollare e di sfidare la sorte con ottimismo, ma è duta. Mi aiuta attività di fisioterapia ma di più la forza della vita e lo auguro anche a te

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    1. Oh Andrea, mi dispiace tanto, sai?
      Il dolore è devastante , ma come dici tu; bisogna andare avanti!
      Io ho la fortuna di avere persone valide a cui attingere guarigione, poche ma buone! 😉
      Grazie caro, buona vita anche a Te! ❤️

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  3. L'herpes lascia strascichi importanti e sono tremendi perché sono i muscoli ad essere interessati e questo reca tanto dolore. Spero tu possa trovare trovare sollievo e pian piano la guarigione completa. Credo nel Reiki e tua sorella saprà unire al suo sapere l'amore, un bel mix che le permetterà di curati... penso tu abbia avuto una bella intuizione parlando con lei del tuo stato d'animo. Tu sei una persona forte e quel che ho appena letto lo dimostra con chiarezza.
    Io sono da tempo stufa di cercare di perdonare, non cerco vendette ma il perdono è cosa preziosa e rara e non lo confondo con quel che mi dà sollievo... ho imparato a non provare risentimento, a lasciare in un angolo il male ricevuto e guardarlo come cosa estranea da me. Il perdono è un percorso difficile da intraprendere, possibilmente in due, ma tutto il resto, che non è certo da buttare via, è altro da me e può recarmi tanta tranquillità.
    Sì, abbi cura di te e questo sarà un modo per amare meglio anche chi ti ama.
    Un abbraccio affettuoso.

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    1. Grazie, sei sempre tanto carina!
      Parlando del perdono... Io l'ho fatto in più e più occasioni. Per essere in due bisognerebbe che uno chiedesse scusa , ma non è mai così. E allora io lascio andare e, come ho scritto, libero me stessa.
      Oh cercato di mettere in un angolo ,come dici tu, ma questo alla prima occasione viene a calla. Allora ho preferito, per l'ennesima volta, liberarmi di quel peso oscuro, che si chiama risentimento, e iniziare a respirare . Così facendo chi mi ha ferito si allontana dal mio pensiero, e questo è il mio modo di stare bene. Ma non siamo tutti uguali, ognuno di noi trova il modo giusto di vivere!
      La strada della guarigione fisica è ancora lungo, ho maltrattato troppo il mio corpo, sono messa davvero male, pensa che cammino piegata in due... ma so che c'è la farò. Ora sono consapevole di ciò che è successo, ora solo tanta pazienza e pace!
      Un abbraccio forte a Te e grazie per il tuo esserci! ❤️

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