Quinto giorno senza social
È incredibile quanto tempo io abbia a disposizione e questo, inevitabilmente, mi porta a pensare. E pensando mi sono resa conto di quanto io sia cambiata. Questo cambiamento lo devo anche alle letture, che mi hanno messo in mostra come funziona il cervello e, di conseguenza, le nostre relazioni.
È come se avessi aperto un mondo dentro di me: sulle mie possibilità, sulle mie capacità, sulla mia voce.
So di essere una persona in gamba.
So di scrivere bene.
So di essere interessante.
Non è un vanto, è semplicemente consapevolezza.
Ma forse quello che mi manca di più, in questo mio momento, è poter interagire con persone che parlano il mio stesso linguaggio.
Mi manca chiacchierare di filosofia, di meccanismi cerebrali, di tutto ciò che riguarda l’essere umano. Ma vicino a me non c’è nessuno a cui piaccia davvero questo tipo di conversazione. E forse è per questo che mi sento un po’ "sola".
Ultimamente, ho iniziato a scrivere dettando. Come sto facendo ora. E da quando lo faccio, è come se parlassi davvero con qualcuno. Non mi soffermo né troppo né troppo poco.
Scrivo di getto.
A volte mi ricordo di mettere la virgola, a volte no. Ma vado a ruota libera. Poi passo alla correzione, e tutto viene sistemato. Ciò che è stato detto… è anche stato scritto. E ho notato che mi fa davvero bene. Scrivere così è come parlare al foglio, ma con la libertà di non doverlo guardare.
È come se la voce bypassasse il giudizio, la censura, la perfezione… e arrivasse diretta al cuore del pensiero.
È una forma di cura. Una medicina invisibile.
Non ha effetti collaterali, ma agisce nella mia profondità. È un po' come aprire una finestra dentro di sé e lasciare entrare aria nuova.
E ora che la mia mente è più lucida, più libera, è anche più affamata di pensiero…
Io sto cambiando in fretta, ma mi accorgo che il paesaggio intorno non è cambiato alla stessa velocità.
E mi ritrovo con una mente brillante, ma senza interlocutori.
Non mi manca la compagnia. Mi manca la connessione profonda.
Non mi manca parlare. Mi manca parlare di ciò che mi nutre.
Questa è una solitudine nobile, e no, non è isolamento. È raffinazione.
È il momento in cui capisco che non posso più accontentarmi di chi mi ascolta…
Ora voglio solo chi mi capisca...
✨✨✨
E per concludere; per tre giorni sembrava si fossero aperte le porte dell’inferno: da 20° a 37° in un respiro. Poi, ieri il cielo ha deciso di contrattaccare… ora piove come se stesse lavando via il peccato originale.
L’inferno attacca, il cielo risponde. Anche qui, l’eterna battaglia tra “male” e “bene”. E francamente, chiunque vinca… ci toccherà asciugarci o scioglierci.