Eccomi, sono ancora qui. Tra una fitta e l'altra, tra una stilettata e un colpo di coltello...
Eppure, nei momenti di tregua, sento questo guizzo che viene dallo stomaco, che ho sempre interpretato come piccole esplosioni di felicità.
Non so esattamente da dove arrivino, ma quando succedono sospiro, perché li riconosco come attimi di pace.
Fa ancora tanto freddo, questo lungo inverno non vuole darci tregua.
Sono sotto una spessa coltre di coperte, cercando un po' di caldo. Nel frattempo cerco di seguire un film, ma questa sensazione bussa, insiste.
Sento come una voce: “Ehi, io sono ancora qui. Ti prego, non mollare proprio adesso.”
E allora la voglia di scrivere, o meglio, di dettare è ancora più potente del dolore. E così detto queste parole, che sembrano portare via un pezzetto di quel dolore...
Ma se il dolore insiste, allora io insisto di più. Perché anche oggi, anche così, la mia voce non si spegne.
Non ho chiesto questa battaglia, eppure la sto combattendo. E ogni parola che riesco a dire è una vittoria.
È piccola, è silenziosa, è fortemente mia.
A domani...