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Superare la paura con coraggio e Maestro interiore: il cammino verso la libertà (Filosofia)

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  E torniamo a parlare di Filosofia! Superare la paura con coraggio e filosofia Theravada: crescita personale e consapevolezza   Dhanly scrive; La paura è come una nube: oscura i tuoi passi, li rende incerti... Si teme sempre ciò che non si conosce, poiché la mente si nutre dell’incertezza, tramutandola in una corrente di pensieri negativi. Come puoi combattere la paura? Con il coraggio, con l’onore. Esistono tanti modi di affrontare ciò che si teme: scappare, subire o combattere. Per quanto mi riguarda, in un certo senso, ho passato la vita a fuggire dalla paura di rimanere sola, di non essere accettata, di non essere amata. Per lungo tempo credo di essermi accontentata dell’approvazione di chi mi stava intorno, e in qualche modo era il mio nutrimento per andare avanti: cercando di essere come loro mi volevano o come io credevo che mi volessero. Pensavo che, se avessi deluso le aspettative di chi mi voleva bene, avrei perso tutt...

Churrasco brasiliano: tradizione, passione e convivialità dal balcone alla spiaggia

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  🇧🇷 Il Brasile e la passione infinita per il churrasco Che dire, in Brasile il churrasco non è solo un modo di cucinare la carne: è un rito sociale, un collante culturale che unisce famiglie, amici e perfino sconosciuti. Non importa lo spazio, il luogo o l’occasione: ci sarà sempre una griglia accesa . 🔥 Il barbecue domestico Ogni casa, OGNI CASA , ha un barbecue. Fosse pure su un terrazzo di un metro per uno, la griglia trova posto. E chi non ha balcone? Nessun problema: un braciere a carbone negli spazi comuni del condominio garantisce che la tradizione non si perda. ⚽ Il churrasco da stadio Prima delle partite di calcio, fuori dagli stadi, i tifosi improvvisano barbecue portatili. Tra salsicce e bistecche, si discute delle formazioni e si scalda l’atmosfera, mescolando sport e gastronomia. 🏠 Il churrasco di fine lavori Quando si termina di costruire o ristrutturare una casa, il primo gesto non è...

Alchechengi peruviano: il frutto che sembra una lanterna!

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Una piccola lanterna dorata che conquista con gusto, benefici e un tocco di esotico. Mia nuora ama sorprendermi con piccoli pensieri, e lo fa spesso! Questa volta si è presentata con un cestino curioso, pieno di foglie altrettanto strane. Le ho chiesto: “E questo? È un elemento d’arredo, un po’ come il pot-pourri?” Lei ha sorriso: “No, si mangia!” Così ho fatto una piccola ricerca e ho scoperto che si tratta dell’alchechengi peruviano: una piccola lanterna dal gusto sorprendente. Tra le frutte più scenografiche c’è proprio la Physalis peruviana, conosciuta anche come ribes del Capo o uciuva. A prima vista sembra un tesoro nascosto: una bacca giallo-arancio racchiusa in un involucro sottile e cartaceo, simile a una lanterna cinese. Ma prima l'ho assaggiato! Il suo sapore è un vero e proprio viaggio: dolce con una punta acidula, ricorda il lampone e porta con sé note esotiche di ananas e vaniglia. Da quello che mi è stato spiegato viene usa...

Traffico a São Paulo: camelão e code infinite verso Santos

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  Dal ponte della Consciência Negra al mare: un viaggio lento tra clacson, venditori ambulanti e déjà-vu balneari... Oggi vado a São Paulo e, come sempre sono bloccata in coda! Questo mi ha ricordato il fine settimana scorso... São Paulo, ponte della Consciência Negra . Tutti con la stessa idea geniale: “Andiamo al mare!”. Risultato? 100 km di coda. Considerando che la distanza da São Paulo a Santos è di 88 km, qualcuno ha probabilmente iniziato la fila direttamente dal garage di casa. Ma niente paura: sulle autostrade pauliste ci sono i veri eroi del traffico, i camelão . Vendono di tutto: cibo, acqua, bibite ghiacciate, caricabatterie, tergicristalli, ombrelli e persino giocattoli per intrattenere i bambini. Sono un’istituzione, il pronto soccorso del pendolare bloccato. Senza di loro, la coda sarebbe solo disperazione; con loro, diventa un centro commerciale a cielo aperto. C’è chi racconta di aver comprato un panino, un peluche e un caricabatterie nello stesso ...

Divide et impera: il rumore delle polemiche online

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  Veritas vos liberat… o forse divide et impera? “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”… così dice il Vangelo di Giovanni. Ma quale verità, oggi, dovremmo davvero comprendere? Non è facile, in un tempo in cui sembra che l’unico obiettivo sia metterci gli uni contro gli altri. Navigando online mi ritrovo spesso spettatrice di battaglie infinite, e confesso: a volte sorrido, perché certe polemiche sembrano davvero parodie. C’è chi difende la “famiglia tradizionale” e chi rivendica nuove forme di famiglia; chi si accapiglia su carne, vegani e vegetariani; chi si divide su birra chiara, scura o rossa. Oggi potrei aggiungere i dibattiti su vaccini, mascherine, guerre, clima, tecnologia… ogni tema diventa un campo di battaglia, e ogni campo ha i suoi estremisti pronti a mettere “al rogo” chi non la pensa come loro. Le feste? Restano terreno fertile: Natale, Pasqua, San Valentino, la Festa della Donna… c’è chi le odia e chi le difende con cuoricini e uova...

Case perfette, vite sospese

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Casa... secondo me! Sono una persona curiosa. Se non so, faccio domande. Se non ricevo risposte, faccio ricerche. E questo vale per tutto, ma soprattutto per ciò che mi affascina: case, architettura, arredamento, paesaggismo. E quando mi capita l’occasione di curiosare legalmente… mi ci butto con entusiasmo. E così è stato, specialmente da quando sono arrivata qui. Ho visto queste case enormi, con giardini meravigliosi, e ho immaginato i loro interni. Poi ho iniziato a conoscere un po’ di persone, e con grande entusiasmo ho accettato ogni invito a visitarne le abitazioni. Ma… uff, sono rimasta molto delusa. 👔 Tutto uguale, tutto perfetto Pavimenti: tutti bianchi o in tutte le sfumature di beige Muri: idem Cucine: marmo nero, sportelli marroni, tutte!! Bagni: marmo lucido dal beige al tortora, nicchie in marmo bianco, box doccia in cristallo con profili neri Scale interne: sempre presenti, sempre protagoniste. Le vedi da fuori, ...

Le mie geografie interiori

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  Là dove la pelle cede, io mi ritrovo Oggi ho abbassato lo sguardo e ho visto l’interno del mio braccio: le pieghe della pelle fitte, e sotto di esse qualcosa di morbido che le riempie. Al momento ho pensato che non fosse un gran bel vedere, poi riflettendo ho capito che quel pezzo di braccio racconta molto di me. Trent’anni di obesità hanno tirato quella pelle all’esterno, un po’ come ho fatto io con la vita. Nel momento in cui tutto si sgonfia, quella pelle rimane lì: non è più tesa, quasi cedevole, con un grumo di rimasugli che fanno parte di quella vecchia obesità. Chiudo gli occhi e passo la mano sul ventre: anche qui la stessa storia, buchi, bozzi, pieghe. Poi tocco le gambe, e l’aspetto è quello che avrebbe la lava quando scende a strati. Anche queste raccontano la loro verità: ciò che ha raggiunto l’estremo, per poi ritirarsi e lasciare le rovine. Ed ecco che arrivo al viso: quella piega sotto la bocca che rende il mio aspetto triste, gli occhi leggerme...