In Viaggio con me [2°Parte]

 

In Viaggio con me è un viaggio introspettivo, perciò Vi chiedo una cosa sola: non pretendo che mi crediate, voglio soltanto che lo prendiate in considerazione. Per fare questo però ci va mente e cuore aperti.
Perciò se la cosa non vi interessa e vi fa sentire a disagio, per favore, chiudete la pagina e cercate qualcosa che Vi sia più affine.

Prima di continuare la lettura di questo post vi consiglio di leggere la Parte 

L'inizio

Il  malessere non l'ho sentito arrivare, si è insinuato dentro di me poco per volta, ma la mia vita era così incasinata che quando lo percepivo davo colpa a tutti i problemi che gravavano nella mia vita.

Era un periodo davvero duro. C'era stato il disastro finanziario, le discussioni con i miei, i problemi del nostro Fanciullo, la distanza emotiva col mio Tomo, il trasferimento da Bergamo a Biella... Insomma c'erano argomenti sufficienti per sentirsi a terra.

Era all'incirca il 1994 o giù di lì. Avevo appena trovato un lavoro come tessitrice e Tomo era assistente di reparto. Tutti e due alle prese con i problemi economici ed entrambi chiusi in noi stessi. Ma questo malessere mi ha spinto a mettere in chiaro le cose una volta per tutte e da li la situazione tra di noi è andata pian piano migliorando.
Il disturbo però rimane... ma non è una costante. La situazione familiare migliora e lo stesso fa quella finanziaria. Cambiamo casa per una più grande ed è nostra.
Ci sono giorni buoni e momenti terribili, dove non sento di essere me stessa. Non mi piaccio più e me lo fanno notare anche i miei due uomini. Tomo mi chiede dove sia finita la sua piccolina e Fanciullo dove sia finita la sua dolce mamma. Ma visto che le cose non cambiano, tra giorni buoni e giorni pessimi, alla lunga ci si adatta.
Io mi alterno picchi di felicità e profonde depressioni e cerco di aggrapparmi ai primi. Cambio fabbrica e qua incontro college carinissime che mi porteranno a gestire meglio i miei momenti down. 

La vita procede bene, resto comunque una persona estremamente materiale ed ambiziosa. Sogno una vita diversa dai turni in fabbrica, sento di avere delle capacità ma non riesco ad emergere. Voglio di più e voglio tirarmi fuori dalla palude in cui sono finita... ed è davvero quella la sensazione, un’immobilità che arriva a togliermi il respiro. 

La svolta

Poi succede che Tomo viene contattato da un'azienda che gli offre di fare il montatore di macchine tessili; più soldi e gestione del lavoro. Sono previsti viaggi all'estero così avendo un bambino alle elementari devo chiedere una riduzione di orario lavorativo. Così ottengo un orario part-time.
Con la la riduzione dell'orario cambio anche mansione, mi viene affidato il controllo qualità; niente più telai da guardare e totale autonomia, un cambiamento davvero notevole, le mie giornate sono più lievi e le cose sembrano migliorare... ma quella strana sofferenza è sempre in agguato. Appena mi rilasso quella viene fuori e mi colpisce nei momenti più stupidi, una scarpa fuori posto o il lavandino sporco. Per me, che non sono così ordinata, mi fa davvero strano!

Ma ecco che la svolta arriva! É la fine del 2000. Tomo risponde ad un annuncio per una posizione di direttore di reparto di tessitura all'estero. Lo chiamano e gli dicono che è per il Brasile. Fantastico è la svolta che aspetto da una vita! Il Brasile poi è sempre stato un mio pensiero fisso. 

Dovete sapere che da bambina , tra tante altre cose, volevo diventare suora, ma, come amavo dire all'epoca; quelle che sposano un uomo però, non sono sicura di volermi sposare con dio visto che ha già un sacco di mogli. (irriverente già da piccola)
In famiglia si parla sempre di Padre Valentino che è missionario a São Paulo e il mio sogno è sempre stato di raggiungerlo il giorno che sarò grande. Capite la mia grande gioia quando Tomo mi dice che sarà proprio li dove volevo andare!
Fa altri colloqui per approfondire mansioni e doveri. Per lui è una cosa nuova e al momento di accettare si tira in dietro. Eh no, io però non ci sto! So come lavora e conosco bene le sua capacità, il direttore di reparto è il suo sogno e sa farlo, perché non accettare?  E poi... stiamo parlando del Brasile! Così, decisa a fare il grande salto nel buio, vado in un agenzia di viaggio e gli faccio il biglietto!

Si parte
Se non erro partirà attorno ad agosto del 2001 e, visto che accetterà il lavoro, verso la fine del mese io e fanciullo ci trasferiremo a Santa Isabel, un paesino proprio nello stato di San Paolo.

Rieleggendo  sembra che io l'abbia presa davvero  una po' alla larga, ma questa premessa deve per forza esserci per forza, è l'unico modo per capire i prossimi eventi.


Continua...