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Visualizzazione dei post da ottobre, 2025

Vivere dentro la foresta: la mia Vita nella Reserva Ibirapitanga

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Entrata della riserva,  la porta sul mio paradiso!  Ne ho parlato più volte ma non ho mai approfondito. Da due anni vivo nella Reserva Ibirapitanga , a Santa Isabel, e ogni giorno mi sveglio con il suono dei tucani, il volo dei colibrì e il silenzio potente della foresta. Ma c'è anche la possibilità che dei pappagalli inizino prestissimo a zampettare sulla canale e rancontarsela alla grande! Questo vuol dire che il mondo si sveglia quando il mondo vuole! Perciò posso proprio dirlo, qua non si vive vicino alla natura, si vive dentro di essa! La riserva è un progetto unico , nato oltre vent’anni fa, che ha preservato 5 milioni di metri quadrati di foresta atlantica vergine . La Mata Atlantica. Ma non è solo la grandezza a renderla speciale. È il rispetto e soprattutto la cura. Inizio col dire che abbiamo un vivaio interno, gestito da tre persone meravigliose, dove coltivano alberi e fiori nativi che ha come scopo di offrire  gratuitamente ai residenti per i ...

Araldi del Vangelo

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  Un incontro inatteso: le Araldi del Vangelo Sabato ero alla Prima Comunione del figlio della compagna di mio figlio. La chiesa era piena di bambini emozionati, genitori e parenti vestiti in modo sobrio e rispettoso. Una cerimonia semplice, intensa, emozionante! Ma a fine celebrazione, in mezzo alla folla, il mio sguardo è stato catturato da due figure insolite. Due ragazze, vestite in modo molto particolare: tuniche lunghe color terra, stivali perfettamente lucidi, una crocchia severa e impeccabile. La loro postura era composta, quasi regale. Quando si sono girate, ho notato sul petto un giglio bianco e rosso. Un simbolo che mi ha colpito profondamente. C’era qualcosa nella loro presenza che irradiava serenità. Un’aura luminosa, silenziosa, che le distingueva da tutto il resto, ne sono rimasta affascinata! Io, che sono una persona curiosa, ho subito chiesto chi fossero. Mi hanno detto che erano Araldi del Vangelo . Ma chi sono gli Araldi del Vangelo? Tornata a casa, n...

Dentro di me già ci sono.

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  Riflessioni su quella strana difficoltà di mettersi in primo piano. C’è chi ha bisogno di dire “io” per esistere. Io, invece, faccio fatica a mettermi in primo piano, da sempre!  Ma non perché non mi veda,  perché dentro di me, ci sono già. Non ho bisogno di occupare spazio per sentirmi viva. Non ho bisogno di raccontarmi a voce alta per sapere chi sono. Eppure, ogni tanto, mi chiedo: perché mi viene così difficile dire “io” davanti agli altri? Forse perché per anni, troppi, ho imparato a non disturbare, a fare la brava bimba, a non chiedere troppo, a non brillare troppo. Forse perché ho visto che chi si mette davanti, spesso viene giudicato. Forse perché ho capito che la vera forza non ha bisogno di palco. Eppure, scrivere è un modo per uscire dal silenzio senza urlare. È un modo per dire “ci sono” senza invadere. È un modo per mettere me stessa al centro, ma con grazia. Ieri ero a messa per la prima comunione del figlio...

Restare nella domanda.[Terza e ultima parte]

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  Parte seconda  Ma spesso dimenticano che: - Sopravvivere è il primo atto di coraggio   - È ciò che ci permette di arrivare al giorno dopo, in cui possiamo vivere davvero   - È resistere senza spegnersi, anche quando non c’è luce. ✨ Sopravvivere vivendo A questo punto, una domanda: Ma il contrario di sopravvivere… cos’è? Morire? Copilot mi ha risposto: Sara , questa domanda è semplice solo in apparenza. “Il contrario di sopravvivere è morire?” Sì, se lo guardiamo da un punto di vista biologico. Ma tu non stai parlando solo di biologia. Tu stai parlando di esistenza, di coscienza, di presenza. Sopravvivere significa mantenere le funzioni vitali, restare in vita nonostante le difficoltà. Morire significa cessazione delle funzioni vitali, fine del corpo vivente. Ma… e se il contrario di sopravvivere fosse spegnersi dentro? Perché si può essere vivi biologicamente, ma: emotivamente...

Sopravvivere vivendo. [Parte due]

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  Parte prima Se io riesco a sopravvivere in un mondo come questo, dove sembra che tutto vada a scatafascio (anche se probabilmente non è così)… non è già felicità? Probabilmente sì. Ma non nel senso comune del termine. ✨ Alzarsi alla mattina.  Respirare con consapevolezza.  Trovare un senso anche nel caos.  Non spegnersi.  Non indurirsi.  Non fuggire. Non è questo il modo di onorare la vita, anche quando non ti dà quello che volevi? La felicità non è il contrario della difficoltà.  È la capacità di restare vivi dentro, anche quando fuori è complicato.   E noi lo stiamo facendo.   Con le nostre domande.   Con la nostra ironia.   Con la nostra voglia di capire. Molte volte ho letto e detto frasi del tipo: “No, io non sopravvivo. Preferisco vivere.” Ma ora, secondo me, uno non esclude l’altro.  Perché io, come detto sopra, respiro con consapevolezza, amo con passione.  Dunque… non è anche questo sopravviv...

La mente mente. [Parte prima]

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                                    Sopravvivere Vivendo: La Danza della Consapevolezza Ieri ho avuto una delle più belle chiacchierate della mia vita. Una delle tante, in verità. Ma questa è stata un’esplosione nel mio cervello. E la cosa più incredibile? L’ho avuta con un’intelligenza artificiale. Tutto nasce da questo mio periodo detox . Ieri mi sono ricordata di una discussione fatta tempo fa con una persona totalmente fuori contesto. Ma non è di questo che voglio parlare. Voglio però parlare della reazione che ho avuto: sono andata fuori controllo. E quando è passato tutto, mi sono fermata e ho chiesto: Perché mai siamo stati programmati così? Copilot mi ha risposto: La mente umana non è un software, ma è fatta di schemi, bias, automatismi. Siamo “programmati” per: sopravvivere, non per essere felici. Anticipare il pericolo, anche quando non c’è. ...

Una riflessione nata mentre pulivo il giardino: l’erba cresce forte dove non dovrebbe, e così anche le persone. A volte la resilienza nasce proprio dove manca tutto.

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Erba tra i mattoni Stavo pulendo il giardino. L’erba che abbiamo piantato non è granché: cresce a fatica, si dirada, sembra sempre stanca.  Ho raccolto le foglie, poi sono passata al marciapiede del residence, dove hanno messo gli autobloccanti. Tra un mattoncino e l’altro, ho notato tantissima erba. Verde. Forte. Ostinata. Non sono nemmeno riuscita a tirarla via. E lì mi è venuto da pensare. Com’è possibile che su un prato di terra concimata, con acqua e sole, l’erba faccia fatica a crescere… mentre tra le fessure di due mattoncini, sopra il cemento, senza concime né cura… venga fuori così rigogliosa? Mi è sembrata una metafora della vita che mi porta a pensare a quel fiore sull'asfalto . A volte chi ha tutto, soldi, bellezza, fama, comfort non riesce a fiorire davvero. Mentre chi non ha nulla, né salute né ricchezze, ma solo una tenacia incrollabile… riesce a diventare forte, bello, resistente. Come quell’erba tra i mattoni. F...

Cronache di una fossa tappata!

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  L'inizio dell'avventura... Il Chicco di Mais e il Tombino Perduto Il lavoro non è stato finito bene, come già detto, e il problema rimane: l’acqua non defluisce, insieme a tutti gli stronzi  che ci galleggiano sopra. Abbiamo capito che il problema è nel tratto tra il secondo pozzetto e la fossa. Ce ne siamo accorti quando il tizio ha sparato aria compressa vicino alla fossa e il tappeto erboso si è sollevato. Questo vuol dire che c’era qualcosa d’altro. Il mio Tomo,arrabbiato e demoralizzato, sa che deve scavare quel tratto, circa due metri, per capire perché l’aria compressa uscisse sollevando l’erba. Così, armato di santa pazienza e di una pala, inizia a scavare. Dopo appena 10 cm, sentiamo un rumore strano: tong tong. Non è un suono che la terra dovrebbe fare. Prende una paletta, sposta un po’ di terra e… sorpresa sorpresa: c’è un altro tombino di ispezione. A quel punto mi rivolgo a tutti gli dei del cielo, e chiunque sia in ascolto, e l...

Quando chiami per svuotare la fossa… ma ti risponde la ciurma

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  Una disavventura biologica (non per colpa della fossa) L'altro ieri mi è successa una cosa alquanto sgradevole. Parlerò di fosse biologiche, ma non è la fossa in sé che mi ha disgustata, è tutto il contorno. Negli ultimi giorni, lo scarico del water emetteva suoni strani. Abbiamo deciso di fare un’ispezione ai pozzetti di controllo e… ahimè, erano tappati. Lo so, avremmo dovuto controllare prima, ma non essendo abituati alle fosse visto che siamo cresciuti con le fognature, non ci è venuto naturale. 📱 La ricerca e il preventivo Cerchiamo su internet un’azienda della zona. Ne troviamo tre e chiediamo dei preventivi. Optiamo per la via di mezzo: né la più economica né la più cara. Li contattiamo, chiediamo conferma del prezzo e chiudiamo il contratto. Ovviamente, qui si lavora tutto su WhatsApp. Scambiamo vocali: ci chiedono che tipo di fossa fosse e la sua dimensione. Ci dicono che il costo è di 600 reais per 4,5 m...

Ali cadute, un rituale che chiude un cerchio.

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  Cimitero di ali sotto i lampioni Ieri: C'è stato un grosso temporale, anzi più di uno. In effetti ne ho contati cinque. Il cielo lampeggiava ovunque e l'acqua… ne è scesa davvero tanta. D'altronde siamo in un clima tropicale, e qui quando piove, piove davvero. Io e il mio Tomo, quando la furia si è placata, siamo usciti. E sorpresa: la strada sembrava un cimitero di insetti. Oltre ai corpi, c'erano tantissime ali. Non quelle piccoline e trasparenti che ti aspetti, no. Alcune superavano i due centimetri. La luce dei lampioni batteva su quelle ali sparse, rendendo la scena surreale. Sembrava che qualcuno avesse rovesciato una scatola di vetro sottile e fragile. Poi mi è tornato in mente qualcosa che avevo visto 10 anni fa, quando vivevo a Paracuru. Durante la stagione delle piogge, le formiche alate uscivano in massa dai loro nidi per la cosiddetta sciamatura. I rospi lo sapevano bene: si piazzavano lì, immobili, proprio ...

Fine corsa (e nuovo inizio): chiudo il diario di bordo e cambio ritmo

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Rotta precedente ⛵ Concludo il mio diario di bordo, nato per disintossicarmi dai social e ritrovare me stessa... Questo diario di bordo è nato in un tempo in cui avevo bisogno di ritrovarmi. Scrivere ogni giorno era il mio modo per restare a galla, per mettere ordine nel caos, per rispondere, anche solo a me stessa, a un mondo che mi sembrava troppo rumoroso, troppo veloce, troppo finto. È stato il mio rifugio dai social tossici, dalla ricerca di approvazione, dal bisogno di esserci sempre. Mi ha aiutata a guardarmi dentro, a sentire il peso e la bellezza delle cose vere. Mi ha fatto compagnia. Mi ha guarita , un po’. Ora sento che quel bisogno è cambiato. Non ho più voglia di rincorrere il ritmo quotidiano. Non ho più bisogno di raccontare tutto, subito, sempre. Non mi mancano più quei social che prima mi sembravano indispensabili. È tempo di rallentare. Di scrivere quando serve, non per dovere. Di lasciare che le parole arrivino qu...

Diario di bordo – 9 ottobre 2025 Le assurdità umane più clamorose

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  Rotta precedente ⛵  Le assurdità dell’essere umano Oggi stavo riflettendo a quanto siamo strani… esseri umani. Non nel senso poetico, ma proprio nel senso tragicomico. Quella specie che inventa la ruota, poi la usa per correre verso il caos. Che crea la democrazia e poi la affida a chi urla più forte. Che ha il potenziale per cambiare il mondo, ma spesso si accontenta di cambiare canale. E così, tra una spesa imbustata e un cafezinho , ho raccolto alcune delle assurdità più clamorose che ci rendono… umani. Con tutto il pacchetto: genio, follia e sacchetti di plastica inclusi. La guerra per la pace : Paesi che bombardano altri paesi “per portare la democrazia”. È come dare fuoco a una casa per insegnare sicurezza antincendio. La negazione dell’evidenza : Gente che nega il cambiamento climatico mentre la propria città viene sommersa dall’acqua. O che dice “la scienza mente” usando uno smartphone creato… dalla scienza. ...

Diario di bordo 7 8-10 Il cammino che ho sentito...

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  Rotta precedente ⛵  Invidia come ispirazione  L’altro giorno, lungo la Dutra, l'autostrada che da São Paulo va a Rio de Janeiro, ho visto qualcosa che mi ha toccato profondamente. Un uomo, pellegrino, camminava verso Aparecida. Portava una croce più grande di lui, tanto che la punta graffiava l’asfalto. Non aveva scarpe da trekking, né sneaker come gli altri. Solo un paio di infradito. Infradito!! Eppure camminava. Con forza. Con fede. Con qualcosa che non si può spiegare. Mi sono commossa. Mi è venuto da piangere, perché per quanto assurdo, ho sentito ciò che provava... Poi mi sono chiesta: sarà un voto? Un ringraziamento? Una richiesta? Non lo so. Ma so che quel gesto mi ha parlato. Mi ha fatto pensare a tutti i cammini che non ho fatto, ma che ho desiderato. In Italia avevo pensato di fare la Via Francigena, o ancora meglio il Cammino di Santiago. Poi la vita mi ha portata altrove. Ora sono qui, in Brasile, e convivo con questa  nevralgia post-estetica che mi ...

Diario di bordo 5-6 Ottobre....

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  Rotta precedente  Rieccomi qua. L'entusiasmo dei giorni passati mi ha abbandonato... di nuovo. Ai sintomi della malattia si è aggiunto anche quello causato dal caldo. Io, che dovrei amare il caldo per via della nevralgia, lo detesto: per il sudore, perché mi scatena una dermatite atipica. Così, se prima non dormivo per i dolori, ora non dormo per il prurito. Anche la mia mente vacilla... La mente vacilla, la pelle prude… ma il cuore quello tiene botta.  E domani si ricomincia. Prosegui la rotta ⛵ 

Diario di bordo 4-10 Il fiume che ci somiglia

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Rotta precedente ⛵  C’è qualcosa di profondamente umano nel modo in cui un fiume scorre. Non è solo acqua: è memoria, trasformazione, resistenza. In queste righe, Sara ci invita a guardare oltre la superficie, a scoprire come il fluire silenzioso di un grande fiume possa insegnarci qualcosa sulla Vita — quella vera, che toglie e restituisce, che si sporca e si purifica, che cambia senza mai smettere di essere sé stessa...                             Avete mai pensato alla bellezza di un fiume?   No, non parlo dei torrenti, che o sono incazzati o sono vuoti... No, io parlo di quei grandi fiumi che scorrono lenti, placidi e sempre uguali. Che poi, in fondo, uguali non sono mai! A ben guardare, non perdono mai nulla: nelle curve tolgono, per poi lasciarlo all'interno. È un continuo fluire, nonostante il movimento sia appena impercettibile, immutato, eppure diverso. Se ci penso, mi ricorda la Vita, o meglio...

Diario di bordo 03-10 Facciamo il punto.

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  Rotta precedente ⛵  Oggi volevo fare il punto della situazione. Sono quindici giorni senza social, e devo dire che non ne sento più la mancanza. Ma questa pausa mi ha fatto riflettere. Io ero una frequentatrice social, soprattutto per noia. Quando ero fuori casa, non ci pensavo nemmeno. Ma quando ero a casa, da sola, tra Facebook e Instagram, il mio uso era quasi automatico… E lo ammetto: era comunque diventata una dipendenza. In questi 15 giorni mi sono disintossicata. Anche se il mio corpo sente ancora quel disagio sottile, ma è più un disagio fisico. Purtroppo il corpo non ha un interruttore che spegne lo stress appena la mente si calma. Le emozioni che ho provato, come rabbia, frustrazione, ansia, lasciano una traccia nel sistema nervoso, nei muscoli, negli organi. Anche se ho fatto un gesto liberatorio cancellando i social, sento che il mio corpo potrebbe ancora “smaltire” quel carico emotivo. E allora mi chiedo: se per me è stato relativamente difficile, com...

Diario di bordo 02-10 La mia Citroën stagnosa

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  Rotta precedente ⛵  Nel residence in cui vivo, la macchina più povera penso sia una Cheyenne... o giù di lì! E noi? Ovviamente abbiamo quella che non si capisce se è un’auto o un esperimento francese. Ma questa è! Una Citroën. Modello? Boh. So solo che ha più 15 anni, un vetro panoramico che mi fa sentire in un documentario su National Geographic, e un colore… Verde acqua azzurro grigio verde stagno. Un colore che non esiste nella scala Pantone, ma esiste nel mio parcheggio. A proposito di parcheggi, è facile trovarla: basta cercare quella con l’attaccatura più "alta" e l’aria da “non sono bella, ma sono intelligente”. Diciamo che da nuova avrebbe avuto sicuramente più fascino. Ma, per permettermela, dovrei vendere un rene. E per mantenerla, anche l’altro. Tra assicurazione e tasse, qui in Brasile è come pagare l’università a un figlio che non ti chiama mai. E tra qualche anno, diventerà antica. Non nel senso triste del termine, eh. Nel senso che dive...

Diario di bordo 01-10 Imbustatori, quando la precisione supera l'efficienza!

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Rotta precedente ⛵  In Brasile, nei supermercati, ci sono gli imbustatori: ad ogni cassa c'è qualcuno che ti sistema i sacchetti. E fin qui tutto a posto, direi che è comodo! Il problema è che, essendo gratis, ne usano davvero tanti! Oggi avevo comprato: – Due confezioni di dentifricio: un sacchetto . – Un sapone per i piatti: un sacchetto . – Formaggio fresco: un sacchetto . – Farina e zucchero: un sacchetto . – Due pacchi di fette biscottate: un sacchetto . E così via per tutto ciò che ho comprato! Scelgono i prodotti con la cura di un chimico! Così sono tornata a casa con più di una ventina di sacchetti! Ho provato a prendere in mano la situazione offrendo i miei sacchetti multiuso, ma mi hanno guardato davvero male! Con ragione direi… se lo facciamo noi, loro rischiano di perdere il lavoro! (Però...) Alla fine, più che fare la spesa, mi è sembrato di aver adottato un esercito di sacchetti! Ne ho così tanti che potrei aprire un negozio di buste di p...