sabato 27 febbraio 2010

Ricominciare il giorno dopo... ricordi e allucinazioni di un fanciullo incidentato!

Eccomi qui ancora una volta, la notte a pensare e m'è venuta voglia di raccontare... A due mesi dall'evento che ha sconvolto la mia vita, sono più felice che mai e, riguardando le foto, raccontando l'avventura e pensando  a tutto questo, non posso fare altro che ringraziare e ricordare il tutto.
Ma non come pensano molti per rimuginarci, ma per ricordare una parte della mia vita, seppur indelebile, ma che sicuramente si tingerà di diverso, ho già raccontato cosa è cambiato in me, ma qui narro l'accaduto...

Del giorno dell'incidente io non ricordo nulla, solo i racconti dei miei amici e le foto che, con molta freddezza, mi sono state fatte. Non si sa come, ne perché, ma la moto è scivolata, capottandosi in qualche modo,ci sono teorie complottistiche che dicono varie cose sull'accaduto, ma rimane il fatto che i fascicoli sono 'top-secret' e stipati in qualche angolo remoto della mia mente. Ciò che qualche soffiata ha rivelato alla stampa, è stato solo che sono finito nella scarpata, venti metri più lontano e più in basso della strada. Poco dopo arriva il fratellone, (ormai da amico è passato a "di famiglia"), che scivola su olio non si sa di chi... La moto si ammacca un po', e lui pure. Arrivano gli altri e lo trovano a tirare su la sua moto... ma ecco che si accorgono che la mia moto è a terra, ma di me manco l'ombra... La leggenda narra che dopo avermi cercato Claudio mi abbia visto e il mio fratellone sia volato giù a prendermi in tempo da guinness dei primati...

Ora ci scherziamo su, ma se non fosse per loro, non sarei qui a raccontare! Mi raggiungono, mi chiamano, mi scuotono ma io non rispondo, un'altro compagno d'armi, esperto nel settore,c controlla se la schiena che è a posto e se le ossa sono sane... a quel punto, mi tirano giù da dov'ero e aspettano soccorsi. Sulla strada passa un motociclista, di cui ignoro il nome, (spero di riuscire un giorno a rintracciarlo insieme a sua moglie e il figlioletto), si ferma e chiede se c'è bisogno d'aiuto. Affermativo, chiama la moglie dottoressa passata poco prima di lì in macchina...


Ora il racconto è un po'confuso, non so bene cosa e in che sequenza sia successo il tutto, mal'ambulanza arriva, carabinieri e dell'elisoccorso anche, e poi il soccorso alpino. Mi sistemano dove sono, mi tolgono giubbotto, pile e maglietta...tutto tagliato in fretta e furia. La pleure si gonfia e il cuore si ferma. Così tentano un drenaggio... Barella rigida e ossigeno come da regolamento. Due equipe di medici, quelli del soccorso alpino e pure qualche carabiniere... son tutti li a tirarmi su... (ho una foto a testimoniarlo).


Ma quello che mi colpirà di più di queste foto sono le espressioni delle persone a me più care. Vedo uno sguardo di terrore, angoscia, incertezza e tanto altro, in quella a foto. In quello sguardo, si cela una marea di emozioni e sentimenti mai vista prima.
Mi caricano sull'ambulanza e poi sull'elicottero che era parcheggiato poco più su... Io parto ma i miei carissimi amici restano li. Angeli senza ali, che nonostante ci fossimo conosciuti quella stessa mattina, sono entrati di prepotenza nella mia vita e nel mio cuore...


Quelli con le moto sane, tornano alla casa base a prendere un pick-up per portare a casa i resti di Belarda e della Hornettina ferita per poi tornare a casa. Il fattaccio è successo alle 11:30 e fino alle 16 o giù di li, nessuno eccetto loro sapeva niente, semplicemente perché dopo l'incidente nessuno aveva saputo più niente di me...Il fratellone alla fine, ha chiamato mia madre... Lui non sapeva nulla ed era ancora sotto shock... Ci mancava solo che mia madre gli urlasse dietro dicendo; -Ma è mai possibile che dobbiate sempre correre?-. In quel momento mia madre è comprensibilmente scioccata, vaga per casa in cerca di qualcosa che nemmeno sa, tanto che entra a sistemarmi la camera... cosa che non aveva più fatto da tempo!


Riceve un'altra chiamata, ma questa volta da una dottoressa amica mia, che non c'era al momento dell'incidente, ma che è stata vicino a tutti noi. Cerca di acquisire informazioni per tranquillizzare la mia famiglia... e ci riesce! Ragguaglia mia madre di quel poco che ha saputo.
All'ora stabilita mia madre chiama il reparto di terapia intensiva di Udine, dove chiede di parlare con un dottore, un'infermiera le risponde;
-Mi spiace, ma sono tutti addosso a suo figlio-

Ed ecco la seconda mazzata, sono le 17:30 ed è riuscita a parlare con un medico solo alle 21:30! Il medico di terapia intensiva con tono impostato e parole rassicuranti, la tranquillizza così tanto da convincerla a non partire la stessa sera per venire dame che mi trovo a 400 km da casa...

L'indomani, alle 8, ora pattuita col medico la sera prima, eccoli entrare in reparto di terapia dove i dottori,spiegano loro la situazione:
-Polmone destro collassato. Polmone sinistro e pleure gonfie, e conseguente spostamento del cuore e delle vene principali.
-Drenaggio ad entrambi i polmoni.
-Clavicola rotta.
-Costole fratturate.
-Sezioni trasversali di una vertebra fratturati.
-Coma indotto farmacologicamente.

-Il ragazzo è sedato e drenato, quello che temiamo è un'infezione, visto dov'è stato soccorso, è inevitabile... Un bosco non è il massimo per l'igiene!-

I miei genitori e non solo loro, rimangono col fiato sospeso per 8 lunghissimi giorni, dove ad ogni mio progresso, il medico li riporta brutalmente a terra;
- Finché è qua dentro la prognosi è riservata, perciò cautela, finché rimane qua è sempre in pericolo di vita...-


Io durante quel periodo, sono in un mondo di sogni assurdi, dove prendevo gli input esterni,come parole, tocchi, il bagno giornaliero li trasformavo in sogno, la questione è che ancora ora, al contrario dei sogni comuni, un vivido ricordo...

Il primo"sogno" che mi viene in mente è quello che ho intitolato; L'ospedale improbabile... Il sogno comincia con il mio risveglio. Sono attaccato a tubi,appeso in aria da cavi. Ci sono i miei genitori vicini che mi raccontano che ho fatto un incidente e sono in un ottimo ospedale e che mi stanno curando benissimo. Ricordo questo tubo rosso che entra in bocca e quelli che entrano nelle braccia... Ricordo anche il luogo, tutto grigio e marrone, scavato dentro una montagna, con veri carrelli da cava... Ricordo il rumore delle gocce d'acqua, la voce delle infermiere... è tutto molto strano!


Poi sono passato all'ospedale Svizzero... Non so se fossi proprio in Svizzera, ma era un ospedale molto piccolo, solo chirurgia estetica. Ci arrivo in ambulanza da cosciente, parlando con i medici intorno... Finisco in questa sala, piena di teli di nylon, sono sdraiato su un lettino da ospedale, arrivano i dottori e scambiamo quattro chiacchiere e battute... non so cosa facevano, ma nella realtà l'ho associato al lavaggio che mi facevano tutti i giorni... Altro giro, altro regalo; ora sono a Milano. L'ospedale delle meraviglie...Un ospedale stupendo, tutto automatico...

Sono seduto su una poltroncina/hovercraft... ci parlavo e le imi portava in giro per l'ospedale, bar, bagno, visite, tutto in giro con sta poltrona volante! Ricordo la fantastica vetrata che dava dall'entrata su una piazza circolare, dove al centro, in una grande fontana c'era una statua strana,con cerchi concentrici. Era fatto a piramide, ma era una cosa stupenda.
Vedo il mio fratellone, i miei genitori e  i miei nonni... ma il secondo giorno che ero li, qualcosa va storto e inizio a peggiorare, tornando incosciente, mi mettono dentro una strana macchina,sento qualcuno che mi parla, sono tranquillo anche se so che sto più di la che di qua... chiudo gli occhi... più niente... Sempre nel sogno mi sveglio al Gavazzeni di Bergamo. Sono in una stanza con paratie di plastica, ho 'sto tubo in gola che mi da fastidio e respiro a fatica.
Finisce la flebo, inizio a risucchiare aria in modo strano, nessuno viene, sono disperato, sono legato... non riesco a muovermi e non ne posso più! Inizio a sbattere la testa a destra e sinistra, tirando il braccio legato, dando pugni alla sbarra di plastica che sta di lato al letto...
Arrivano le infermiere alzando la voce perché faccio casino e non sto fermo. (Il problema che lo facevo anche nella realtà a quanto mi hanno detto). Vorrei parlare ma non riesco, la flebo è a terra,in mezzo ad altra roba che è meglio non sapere, continuo ad agitarmi, non ne posso più!
Passa un'eternità, so che dovrebbero farmi andare a casa, ma mi viene detto che; fino a quando l'ossigenazione non è a posto, non possono farmi uscire.
Il dottore mi da una mascherina per l'aria, mi aveva tolto il tubo dalla gola e mi incita a fare respiri profondi In questo sogno assurdo è l'unico che mi ha trattato bene fino a quel momento, anche se mi ha sgridato nelle diverse occasioni in cui non tenevo la testa ferma.
Arrivano i miei genitori, ma non riesco a parlare, sono sfinito, alzo a fatica il braccio, battendo nel punto in cui il laccio legato al braccio si legava al letto, cercando di far capire a mio padre che voglio solo essere slegato, ma niente... non so come, però mi ritrovo in Liguria...

Nell'ospedale..."dove cavolo sono?" Sono ancora nella stessa situazione, ma ospedale diverso... sanno che sto vivendo un sogno e per risvegliarmi, devono ricreare quel sogno... Vivo la più stupenda storia d'amore che neanche un film potrebbe ricreare, una cosa assolutamente perfetta, romanticismo, momenti speciali, magici, una cosa oltre ogni immaginazione... Poi succede qualcosa, mi ritrovo di nuovo legato al lettino con il respiratore, sento litigare i miei genitori con una dottoressa restia al tipo di trattamento, ma il medico che c'era nell'ospedale prima è li con me, e mi slega... Ho un respiratore portatile a batterie... scappiamo e ci ritroviamo in un piccolo bar con negozietto a fianco e dei vecchietti che passeggiano per queste viuzze ripide e acciottolate. Scrivo dei messaggi alla persona che ha vissuto il sogno con me, ma non ho risposte positive... nel frattempo il respiratore si sta scaricando... Allo rientriamo in macchina, io sdraiato dietro, mio padre alla guida e il dottore di fianco, sono diretto verso Milano da Genova, arriviamo al casello e c'è la polizia che fa chiudere l'autostrada e ci fa da scorta a tutta velocità verso Milano e io... perdo i sensi...

Mi risveglio in sella a un GSX-R tutto in carbonio con kitxeno e scarico akrapovic. Non sono solo, c'è di nuovo lei come zavorrina. Non so perché, ma tutti vogliono sfidare me e il fratellone con la sua Ninja modificata. Non pensavo, ma correre in mezzo a Milano la notte in moto, non è poi così male! Piccolo problema, il respiratore dura solo venti minuti ed è nel casco... dopo un paio di corse ci dirigiamo davanti all'ospedale strafigo dell'altro sogno, aspettiamo che aprano, ma niente ! A quel punto, prendiamo l'autostrada e a tutta velocità ci dirigiamo a Bergamo.
Prima però ho litigato con la zavorrina, ma non ricordo esattamente per cosa, infatti sono solo, il fratellone al mio fianco in corsa verso Bergamo, non ricordo se ci sono arrivato o meno...

L'incubo continua...Sono in un altro ospedale, di nuovo non so dove! Ho un qualcosa che dalla bocca va nello stomaco, mi dicono di respirare, ma questa cosa mi sta torturando! Chiudo gli occhi e vedo teschi di fuoco, draghi, gargoyle e lava. Mi sento bruciare, i miei genitori sono vicini a me, mi dicono di stare tranquillo, ma non riesco, mi sento bruciare dentro.
Il dottore mi dice che c'è un'altra soluzione, ma potrebbe essere peggiore... mi mette in faccia una maschera a tenuta stagna, con una specie di compressore che mi pompa aria nei polmoni.
Mi dice che non ci dovrei stare molto, ma dopo ore sono ancora li, cerco di togliermela, sono legato, quindi cerco di aprire la bocca il più possibile, per staccarla dalla faccia e prendere aria fresca... mi mandano in un altro reparto...

Mi sveglio in un ospedale a Perugia, pronto soccorso, i lettini sono quasi in vetrina e davanti c'è un'ambulanza, mi mettono su un tavolo di ferro freddissimo e mi rimettono la maschera... d'un tratto, miri trovo sballottato in giro, gli infermieri stanno preparando una festa in paese, mi fanno cadere nel fossato del castello pieno di acqua, mi feriscono mettendomi in un magazzino degli attrezzi.

Tornati al pronto soccorso, mi legano a quel lettino e mi medicano dove mi avevano tagliato. Ho ancora quella maschera ed è notte. Inizia ad arrivare gente a festeggiare, spaccano la porta dove sono io, urlo per farmi aiutare ma nessuno viene. Ho paura, si sta facendo giorno e finalmente entra il dottore. Io chiedo dell'acqua perché ho la gola tanto secca da sembrare piena di cenere, non me la danno. Soffro, mi prendono, mi girano, mi lavano e mi dicono che stanno per arrivare i miei, spero solo che mi portino via da quell'inferno.
Finalmente lavato e sistemato, mi mettono in uno dei lettini, il primo sulla vetrata che dava fuori...Chiedo ancora dell'acqua, ora me la danno ma dicendomi che non dovo dire niente ai miei genitori, altrimenti sarebbe stato tutto peggio... Ma a me non importa, voglio dirgli tutto... ma li tengono lontani da me.
Mi portano in un'altra stanza, ormai è notte e piove, sento le gocce battere sul tetto in lamiera, (in realtà era il suono del drenaggio che avevo nel polmone destro.

Ringrazio Elisa di avermelo poi spiegato,ma quando cosciente), sono troppo coperto ed ho caldo. Quando chiedo l'acqua, viene il dottore bravo degli altri sogni.
Ma l'acqua è strana, credo sia mischiata con qualche medicinale. Finalmente mi sento meglio! Dopo aver dormito un po', un'infermiere mi sveglia e mi mette davanti a una macchina, in stile aerosol, ma molto più grande...metto la faccia e inizio ad aspirare... Di nuovo entro in un mondo strano, spazio e tempo si confondono, ogni mia azione cambia, passato, presente e futuro si mischiano, tutto è distrutto. C'è altra gente qui, mi guardano e li vedo tutti sporchi di polvere grigia, un ponte è crollato e i palazzi sono in fiamme, una visione apocalittica... la macchina si spegne e finisco in un vortice viola e luminoso, il dottore mi chiede cosa ho visto e gli spiego tutto...

L'incubo sembra finito per davvero... mi risveglio finalmente a Udine (chissà perchè pensavo di essere a Perugia), e vedendo mia madre le dico; "Portami via da questo inferno!"... mi rendo conto di parlare piano, faccio fatica, quasi le parole dovessi trascinarle fuori a peso. Mi chiede perché, le dico che gli infermieri sono cattivi, mi torturano, mi accorgo di essere legato, non so ancora se quello di prima era un sogno o realtà... finalmente mi riaddormento in un sonno tranquillo...
Sono in ospedale, ora lo so, ci sono i miei genitori, ma sulle pareti vedo cose muoversi, nel cielo che vedo al di la della mia finestra, vedo strani lampi, ma sono sveglio e chiedo:
-Cosa c'è al di là del cielo?-
I miei non capiscono ciò che intendo, e pensano che sia colpa della sedazione! Poco alla volta mi riprendo, ho a chef are con gli infermieri e capisco che tutto quello che era successo, era frutto di terribili allucinazioni!
Tutti i giorni mia madre viene in reparto, mi cura...mi mette la crema su una pelle che è riarsa, mi aiuta a mangiare perché da solo non riesco, non ho la forza nelle braccia. Ricordo che il primo movimento che ho fatto è stato quello di portare la mano, da distesa in grembo, e passarla sulla pancia.. sento una morbida e calda sensazione, una cosa davvero stupenda.

Mi dicono ti tenere il braccio a riposo, ma non m'importa... faccio di tutto per prendere la piena mobilità, la forza poco alla volta aumenta, ma ho un fortissimo tremolio, tanto che quando finalmente prendo in mano la forchetta per conto mio, non riesco a tenere il cibo sulla forchetta...
Per quanto assurdo possa sembrare passo delle belle giornate in quel reparto, sentendo i messaggi inviati da amici a mia madre e piangendo dalla commozione ad ognuno. Mi racconta delle chiamate, mi racconta del mio fratellone, dei miei amici, passa qualche ora e, dopo tanto dormire, arriva una nottata insonne. Mi godo della compagnia di una stupenda infermiera Elisa, passiamo molto tempo a parlare, ogni tanto si aggiunge qualcun' un'altra, ridiamo, scherziamo, racconto un po' di cose... Davvero una bella notte!
Arrivatala mattina e... novità; iniziando a darmi vero cibo! Ma col cibo solido, sostituendo il sondino, l'intestino ha iniziato a produrre solidi... e con il tubicino che avevo nel mio reale deretano... beh, non entravano... ma nessun problema, li ho eliminati comunque! Si, ma nel letto!
Imbarazzatissimo, ne parlo a Elisa che era andata a sedersi nell'altra stanza... Carina lei, mi aiuta, toglie le lenzuola cambia tutto... Poi vedendo che non avevo dormito neanche un po', mette il cartello "non disturbare", chiude porta e tapparelle... finalmente e dormo un po'!
Passano in tutto dieci giorni dal mio risveglio e devo lasciare la stanza, la prognosi è sciolta e io devo uscire di li. Purtroppo una bambina piccola deve prendere il mio posto per un trapianto... spero gli sia andato tutto bene e che abbia avuto lo stesso mio trattamento!

Oggi ho un'infermiera che sembra una maestra d'asilo, carinissima, gentilissima, mi fa' una lastra al torace mi trovano un posto in pneumologia... Saluto tutti ringraziandoli dello splendido lavoro...
Inizia il lungo viaggio, l'infermiera mi segue in bici... arrivati in reparto mi saluta e torna in terapia intensiva...
La prima giornata passa veloce, chiamo qualche amico, faticando non poco a parlare, mando qualche messaggio... Sono tranquillo, ignaro del mio imminente crollo psicologico... la notte inizia tranquilla, il cellulare suona la mia musica, ho ancora qualche strascico di allucinazione non troppo bella, ma la ignoro e mi godo la musica...
Ma ecco arrivare la pipì... tutta la notte a fare pipì con il catetere, un bruciore assurdo, terribile, non riesco a dormire... mi spengo qualche momento, ma questione di poco tempo.
Alle 6 del mattino, inizia il giro del lavaggio e della colazione... Mi vergogno tantissimo e dico che mi laverà mia madre... non l'avessi mai fatto! Infatti mia madre mi prende ancora in giro!
Tanto ho fatto che alla fine saranno sempre le infermiere a farlo! Però dai, abbiate pazienza; una bellissima e simpaticissima addetta ai lavori, mi si presenta li... come potevo non vergognarmi? Faccio subito amicizia con tutti quanti, l'infermiere fuori di testa, Bianca, la "vecchietta" che ci portava da mangiare, il ragazzo delle lenzuola di Napoli, l'infermiera motociclista moooolto poco delicata, la bellissima Nadia e il mio vicino di letto, arrivato il giorno dopo il mio arrivo...
Ha ottant'anni suonati e da cinquantanove insieme la moglie che resta sempre al suo capezzale. Quanta dolcezza in quei due... dopo tanti anni ancora tutto quell'amore! Lei bellissima sempre sollecita e lui di una infinita dolcezza! Passa il fine settimana, vengono a trovarmi i miei amici... una cosa veramente unica, ero di un felice assoluto, vederli tutti li, coloro che mi hanno aiutato nel momento in cui avevo più bisogno, erano tutti li...e me li porto sempre dentro nel mio cuore...


Ci sarebbe anche da raccontare la questione lastre perdute e di tutto il resto, ma salto direttamente al punto in cui, contro ogni rosea previsione dei medici, mi sono alzato per andare in bagno... Loro mi dicevano di aspettare le lastre e il chirurgo spino-midollare, ma non c'è stato verso di tenermi sdraiato... una fatica assurda per fare ogni passo, della serie; barcollo ma non mollo!

Ma che mi ha fatto apprezzare molto nella vita tutto ciò che diamo per scontato... ma questo l'ho già raccontato. L'ultimo giorno, prima di pranzo, arrivano la copia delle lastre e il lascia passare del dottore. Saluto tutti, e barcollando, ma sulle mie gambe, mi dirigo in terapia intensiva con una borsa di cioccolatini.
Mi fanno entrare nell'atrio e l'infermiera non mi riconosce... Ho barba lunga e i capelli lunghi... in più la visione cambia da sdraiato a in piedi! Chiamagli altri infermiere, corrono tutte e a tutte brillano gli occhi... No, non per me, ma per i cioccolatini! Partono i baci e abbracci di addio saluto la mia infermiera preferita con un bel abbraccione, ed ecco ricominciare la vita!
Prima tappa? Ristornare cinese! Poi via, alla volta di Bergamo... Il giorno dopo, giretto in ortopedia qui a Seriate, si decide che devo essere operato alla clavicola ma richiedo un po' di tempo da passare a casa, sono sfinito...
Dopo una bella e sana doccia, ci voleva proprio, gli amici passano a trovarmi. Ricomincia tutto ad andare nel giusto verso, passo dopo passo.
Lunedì, torno in ospedale, vengo subito operato e passo 2 giorni in osservazione... devo dire che si mangia molto bene! Alle 16 del mercoledì rieccomi a casa, pronto a godermi la noia della convalescenza...

Concludo col dire; grazie a tutti quelli che mi sono stati vicino, fisicamente e non, quelli che hanno pensato a me, quelli che si sono presi cura di me, ma anche a quelli che anche non conoscendomi, si sono preoccupati! Grazie a tutti e... grazie vita
Ringrazio la pneumologia, l'ambulanza, l'elisoccorso, il soccorso alpino, la dottoressa sconosciuta e il mitico ed efficiente reparto di terapia intensiva di Udine.

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