Forse che sì, forse che no: civiltà, desideri e rivoluzioni

Cosa ho visto davvero, oltre i confini della nostra civiltà...



L’altro giorno leggevo su un blog dove si parlava di quello che succede nel mondo arabo.  
Ho dato la mia opinione, e la risposta ricevuta mi ha dato lo spunto per questo pensiero.

La risposta parlava di civiltà.  
Nello specifico della nostra civiltà: quella che impone regole, quella che ha portato malessere… e forse proprio quella da evitare.

Io, nelle mie esperienze di vita, ho visto e toccato con mano questi popoli — specialmente in Repubblica Dominicana.  
Non ci sono stata come turista eco-solidale, ma ho vissuto quasi due anni in full immersion nella loro cultura.  
E questo mi ha dato modo di vedere e capire dove la nostra civiltà ha fatto danni.


Forse è vero che il ragazzo dominicano, che vede la TV del consumismo dove la trasmissione più seria è una telenovela e non sa dove sia messo nel mondo, alla fine diventa succube di un desiderio che non porta a nulla…  
Ma quello che ho visto e vissuto mi dice che c’è dell’altro.

Nel sud della RD, lavorando in due, si possono permettere a malapena di vestirsi e mangiare riso con pollo.  
Ricordiamoci che: non pagano la corrente, non pagano l’acqua, né la spazzatura.  
L’ICI nemmeno sanno che esista, e le tasse a loro sono sconosciute…  
Ma sono infelici.  
Come potrebbe essere diversamente? Non riescono ad avere nulla.

Ok, posso anche ammettere che tutto ciò che non conosci non lo desideri…  
Ma non è applicabile a tutti.


In quei due anni ho avuto modo di conoscere tutte le sfaccettature di quell’isola.  
Più volte sono andata con il medico in montagna, nella Loma, dove non è arrivata la TV, i cellulari non sanno cosa siano, e non hanno nulla da “desiderare”…  
Ma io non ho mai visto una persona felice.

Tutti i giorni a combattere per la mancanza d’acqua quando non c’è, e lottare quando ne cade troppa.  
Prendersi cura dei figli. Tanti figli. Troppi figli.

La Loma

Ma in fondo… che pretendiamo? Nemmeno sanno perché nascono.  
Fanno sesso, e nove mesi dopo una partorisce senza sapere cosa sia successo e soprattutto perché!
In quelle capanne di foglie di banano ci sono state nidiate di figli che, una volta cresciuti, hanno fatto sesso tra di loro — con gli inevitabili problemi: malattie, ritardi nella crescita e mentali.  
(Dio, quanti ne ho visti!)  
Non c’è cibo per tutti, e i bambini muoiono per una semplice dissenteria.  
Così l’impotenza e l’incapacità creano frustrazione…  
E se ci pensiamo, da loro la nostra civiltà non è mai arrivata.


Ed ecco la mia riflessione:  
Ma davvero, li da voi, si sta così male?

Io parlo del mio paese, della mia città, della mia regione…  
Ma è davvero così difficile “sopravvivere” in Italia?

Ovunque io sia stata ho sempre visto gente ben vestita.  
I ristoranti sono sempre pieni.  
Per tagliarsi i capelli bisogna prendere appuntamento, così come dall’estetista.  
Le piscine e le palestre fanno entrare la gente a scaglioni.  
Si fa yoga, pilates e tai chi.  
I bambini vanno a scuola, palestra, scuola di danza, karate, scuola di flauto, tamburo e chitarra — e tutti gli strumenti che stanno in paradiso.

Per carità… lo so, non è così per tutti.  
I poveri ci sono ovunque.
Ma se ci fermiamo a pensare un attimo…  
Davvero possiamo dire che la nostra civiltà fa così schifo, che loro non la “meritano”?  
Davvero è giusto che loro rimangano così, perché “tanto non hanno nulla da guadagnare”?

Io penso che tutti i popoli abbiano bisogno delle loro rivoluzioni per crescere.  
Che ci perdano o meno… non sta a noi dirlo.  
Devono farlo.

Forse anche questa è evoluzione.  
O no?

Forse che sì…  
Forse che no…


📷 Le immagini sono tutte fatte da me nel lontano 2007

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