Dhanly ci racconta di un antico detto giapponese che recita:
Tra i fiori il ciliegio
Tra gli uomini il guerriero
È stato scritto all'epoca dei Samurai, membri della casta militare del Giappone feudale.
La
vita di un fiore di ciliegio può finire in ogni istante... è
sufficiente una folata di vento e si staccherà dal ramo sul quale si
presenta nel suo splendore. Lo stesso poteva accadere al samurai, sempre
pronto ad incontrare la morte.
C'è un concetto molto bello che permea la cultura giapponese, si chiama yushu no bi (la bellezza della fine).
I giapponesi danno molta importanza alla fine di ogni cosa che ha avuto un inizio poiché è proprio la fine che determina il ricordo. È importante chiudere in bellezza non solo le imprese ma anche (e soprattutto) le piccole azioni quotidiane. Questo nasce dalla consapevolezza del filo sottile che ci unisce a coloro che ci hanno preceduto, a chi abbiamo intorno e a chi verrà dopo di noi.
I giapponesi danno molta importanza alla fine di ogni cosa che ha avuto un inizio poiché è proprio la fine che determina il ricordo. È importante chiudere in bellezza non solo le imprese ma anche (e soprattutto) le piccole azioni quotidiane. Questo nasce dalla consapevolezza del filo sottile che ci unisce a coloro che ci hanno preceduto, a chi abbiamo intorno e a chi verrà dopo di noi.
Ecco perché in Giappone si da importanza alle piccole azioni e ad esempio si lascia una camera d'albergo solo dopo aver rifatto il letto e riordinato il bagno...
Ecco perché anche alla fine di una relazione sentimentale è inconcepibile essere vendicativi e crudeli...
La reciprocità
è la chiave per rendere significativa e decisamente più dolce la fine
di ogni momento, di ogni giornata e persino la fine di una vita.
Felice giornata a Tutti Voi compagni di viaggio!
Dhanly
Magari poi, se la finiamo noi la relazione, siamo anche più disponibili a rassettare cuore, ragione e sentimenti. Se ci mollano trovare lo zen della rassegnazione diventa un attimo più complicato, ma ci si prova, questione di sopravvivenza alla fine.. ;)
RispondiEliminaC'è una cultura della guerra come evento ineluttabile, la tramandiamo quasi in modo inconsapevole, come se certe vette possano essere raggiunte solo tramite una battaglia o un conflitto. Alcuni credono pure che l'amore abbia come presupposto la sofferenza per esprimersi e realizzarsi nella sua purezza e completezza.
RispondiEliminaForse lo era in passato, ma oggi possiamo ancora affermarlo? o ci siamo evoluti nella consapevolezza?
Carissimi, vi chiedo scusa ma in questi giorni trovo difficile perfino la comprensione di un semplice commento, sono messa così male che non capisco nemmeno le parole di Dhanly...
RispondiEliminaSapete quanto mi piaccia confrontarmi con voi, perciò tornerò quando starò meglio.
A presto! ❤️